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N. 2.727 - ore 17:00 - Giovedì 5 Settembre 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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“Non vogliamo abbandonare il termine
Prosecco: si tratta di comunicare una differenza all’interno del
sistema Prosecco, e di capire come fare”. Così Innocente Nardi,
presidente del Consorzio del Conegliano Valdobbiadene Prosecco
Superiore Docg, commenta a WineNews la riflessione lanciata al mondo
produttivo, sulla necessità di far capire le differenze di un
sistema che mette in commercio ogni anno più di 550 milioni di
bottiglie tra Doc (470) e Docg (90), e che però, soprattutto
all’estero, non riesce a comunicare le tante differenze (di
territorio, di lavoro richiesto, di storia) tra le denominazioni, e
che Prosecco, da solo, rischia di appiattire. |
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La filiera del vino italiano è
articolata e complessa. Alcuni territori hanno saputo prosperare
negli anni, hanno avuto successo sul mercato, all'export, sono in
salute e generano valore aggiunto, per le imprese, per i viticoltori
e per il territorio nel suo complesso. Altri, e sono una parte non
marginale, sono in difficoltà, soprattutto dove buona parte della
produzione è legata ai vini da tavola, segmento in cui si lotta non
solo contro la concorrenza dall’estero di prodotti generici a
prezzi stracciati, ma anche contro una sostanziale sovrapproduzione
interna, con le uve pagate, quando va bene, 25-30 centesimi al chilo.
E che pone una serie di questioni da affrontare. In primis, il
rischio concreto che certi vigneti che non rendono, magari ancora
condotti da contadini in pensione, e come attività secondaria, una
volta che questi cesseranno l’attività, verranno abbandonati.
Segue, a ruota, la necessità di rivedere strutturalmente i criteri
di assegnazione dei diritti di impiantare nuovi vigneti, magari da
consentire solo nei territori che hanno mercato. Infine, la
consapevolezza che il primato di Paese più produttivo in quantità
non conta nulla, “se non è accompagnato da quello dei valori, e
oggi in Italia, così non è”, ha detto il presidente degli
Enologi, Riccardo Cotarella. Proprio sulla creazione di valore,
infatti, concordano tutti, si devono concentrare gli sforzi della
filiera, anche nella promozione, per colmare l’enorme gap che, per
esempio, esiste tra il prezzo medio di una bottiglia di vino italiano
in export (5-6 euro) e di una francese (15-16 euro). Come
sottolineato nella presentazione delle stime sulla vendemmia 2019 in
Italia (46 milioni di ettolitri, -16% sul 2018) dal presidente di
Unione Italiana Vini Ernesto Abbona, “la filiera è fatta da costi
di produzione, trasformazione, distribuzione, e la creazione di un
valore che gratifica ognuna di queste componenti, perché possano
continuare a stare insieme e a produrre qualcosa che abbia un senso e
dia emozione, è una priorità”. Processo che passa, secondo Abbona, dalla semplificazione dei messaggi, e dalla razionalizzazione del
numero delle nostre Denominazioni. E, dove serve, da una riduzione
delle rese per ettaro “che che in qualche caso superano i 400
quintali di uva per ettaro, una quantità abnorme”. |
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Lavorare subito per portare l’export
agroalimentare made in Italy da 43 a 50 miliardi di euro, “per
rafforzare la strategicità per il nostro Paese di un segmento come
questo, per un agroalimentare moderno e di qualità, capace di
attrarre occupazione qualificata e occupazione femminile”, investire nelle
filiere per migliorare il rapporto tra agricoltura e trasformazione,
con più “dignità ed equità, perché su 100 euro di spesa solo 2
restano agli agricoltori”, più dialogo con le imprese, le Regioni
e l’Europa, e lotta dura al caporalato: sono le priorità da
affrontare secondo Teresa Bellanova, neo Ministro delle Politiche
Agricole (e non più anche del Turismo, che torna ai Beni Culturali,
mentre l’ex Premier Paolo Gentiloni sarà il nuovo Commissario Ue
agli Affari Economici al posto di Moscovici, ndr). |
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Se in Italia la vendemmia non sarà
particolarmente abbondante, lo stesso sarà in Europa: se le stime
saranno confermate, per il 2019, la produzione Ue dovrebbe chiudere
con un bilancio negativo di 26 milioni di ettolitri di vino, su un
2018, comunque, particolarmente abbondante. Sono i dati illustrati dal
segretario generale Ceev - Comité Européen des Entreprises Vins Ignacio Sanchez Recarte. La Francia dovrebbe attestarsi a 43 milioni
di ettolitri, a -20%, con cali in tutte le zone, Champagne e Bordeaux
compresi, che segnano un -26%. Anche in Spagna il calo è
significativo (-19%) e generalizzato in tutte le zone vitivinicole,
che dovrebbe portare ad una produzione sui 40 milioni di ettolitri
con il Sud in particolare che ha sofferto il maltempo. Giù del 12%
la produzione in Germania, sui 9 milioni di ettolitri, mentre cresce
il Portogallo, che si attesterà sui 6,7 (+10% sul 2018). Allargando
lo sguardo al resto del mondo, negli Stati Uniti e Sudafrica la
produzione è -2%, in Australia -3%, in Cile -7,4%. L’unica che
ride è l’Argentina, con +10% favorito da una riscossa dopo il
deludente 2018 e anche dalla svalutazione della moneta argentina che
la rende competitiva nell’export. |
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In Catalogna crollano le quotazioni
delle uve destinate alla produzione di Cava, che perdono il 28%, ed i
viticoltori del Penedés, dove è concentrato il 90% della produzione
delle bollicine metodo classico di Spagna, scendono in sciopero.
Chiari i motivi, ma anche i responsabili: i big del Cava, i colossi
Freixenet e Codorniu su tutti, che non sono disposti a riconoscere ai
produttori più di 30 centesimi al chilo, contro i 40-50 di un anno
fa, ritenendo insostenibile un prezzo maggiore, in un mercato sempre
più competitivo e saturo. |
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Tasca d’Almerita, punto di
riferimento della viticoltura siciliana ed italiana, con vigneti
dall’Etna alle Eolie, come “European Winery of the Year”, la
Sicilia, considerata tra le migliori destinazioni per i wine &
food lovers di tutto il mondo, come “Wine Region of the Year”,
Elisa Scavino, quarta generazione alla guida della griffe del Barolo
Paolo Scavino, come “Winemaker of the Year”, e Nonino, che dal
Friuli ha fatto la storia recente della distilleria e della grappa
italiana, come “Spirit Brand/Distiller of the Year”: ecco tutti i
candidati del Belpaese ai “Wine Enthusiast Wine Star Awards”
2019, i premi del magazine Usa, la cui Italian Editor è Kerin O’
Keefe, che verranno svelati il 27 gennaio 2020, nel gala di scena al
Palace of Fine Arts di San Francisco, incrociando le dita per i
candidati del Belpaese ... |
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“L’agricoltura oggi non è solo produrre qualcosa ma è anche produrre bene, in maniera sostenibile, e poi l’agricoltura svolge tante funzioni, ed è anche per questo che c’è la necessità che il Governo rimetta al centro la politica agraria, anche in prospettiva della riforma della Pac che per l’Italia rappresenterà uno strumento importante”. |
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