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WineNews
N. 2.990 - ore 17:00 - Venerdì 18 Settembre 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
Torna il Festival “Franciacorta in Cantina”
Torna il Festival “Franciacorta in Cantina”, appuntamento fisso per gli amanti delle bollicine, firmato dal Consorzio del Franciacorta, guidato da Silvano Brescianini, che, dato l’anno particolare, si è “sdoppiato” eccezionalmente in due weekend, il 12 e 13, e il 19 e 20 settembre. Un altro week end all’insegna del buon bere e delle esperienze tra vigne e cantina, di alcune delle più prestigiose griffe del territorio, da Berlucchi a Barone Pizzini, da Bellavista a Ca’ del Bosco, da Castello Bonomi a Contadi Castaldi, da La Montina a Tenuta Montenisa (Marchesi Antinori), da Monte Rossa a Mosnel, da Ricci Curbastro a Uberti e Villa Franciacorta.
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Primo Piano
La Serie A scende in campo: il wine & food tra gli sponsor dei 20 club ai nastri di partenza
Neanche il tempo di mettersi alle spalle la stagione più lunga di sempre, interrotta per il lockdown a marzo e ripresa solo a giugno, e terminata tra ritmi frenetici e stadi chiusi, che la Serie A è già pronta a fare il suo ritorno. Ancora senza pubblico, perché almeno fino ad ottobre la situazione sanitaria del Belpaese non permette la riapertura degli stadi, e quindi della ristorazione stellata Michelin a bordo campo, che un anno fa ha portato i menu di chef Enrico Bartolini a San Siro, per le partite casalinghe del Milan, e che quest’anno avrebbe dovuto portare il catering dei Cerea allo Juventus Stadium. Le partite saranno solo in tv, già da domani. Ma a noi, più che il calcio interessa la tavola, e quella connessione, sempre più solida, che il mondo del food, del beverage e del wine, hanno stretto con le 20 squadre della prossima Serie A, supportate con forme più o meno massicce ed economicamente impegnative di sponsorship e partnership. Cui non si sottraggono le griffe del vino: da Ferrari, bollicina che da anni celebra i successi della Juventus, alla cantina veronese Collina dei Ciliegi, “Official AC Milan Licensed Wine” per l’area della Greater China (Cina, Hong Kong, Macao e Taiwan), da Bolla, big della Valpolicella e fornitore ufficiale dell’Atalanta, a Umberto Cesari, business partner del Bologna, da Argiolas, supporter del Cagliari, a Antinori, official supplier, con i vini della linea Santa Cristina, della Fiorentina, da Cantine Federici, produttore di Vermentino Colli di Luni e official supporter del Genoa, a Caparzo, griffe del Brunello di Montalcino da tanti anni supplier della Lazio, da Cavit gigante della cooperazione enoica trentina fornitore del Torino, alla friulana Livon, supporter dell’Udinese. E poi ci sono i brand del food e del beverage sulle maglie. Come main sponsor, ed è il caso dell’acqua S. Bernardo per la Sampdoria, dell’acqua Lete e del caffè Kimbo per il Napoli, della Beretta per il Torino e della birra Ichnusa per il Cagliari, che in Coppa Italia cambia sponsor, e sfoggia il logo del caseificio Arborea. Da segnalare anche il pastificio la Molisana, che ha stretto accordi, di diversa natura, con quattro diverse big della nostra Serie A: Atalanta, Inter, Milan e Roma.
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Giorgio Pinchiorri: un’asta per la storia
Per restare nella storia, e perchè “oggi l’Enoteca Pinchiorri, senza falsa modestia, non ha più bisogno di dimostrare nulla a nessuno, il nostro percorso in cucina ed in cantina è frutto di sacrifici e di duro lavoro e i meriti sono solo delle persone che vi lavorano; tutto il resto, compreso la mia adorata cantina, non fa altro che esaltare questi aspetti”. Parole, in anteprima a WineNews, di Giorgio Pinchiorri, nel racconto dell’asta (nell’approfondimento) che il 6 dicembre, a Ginevra, da BagheraWines, vedrà sotto il martelletto gioielli unici del vino messi insieme da Pinchiorri, 12 Jeroboam e 12 Mathusalem del Domaine de la Romanée-Conti, comprese le etichette numero 1 inedite sul “Millesime 1985” dei diversi crus del mito di Borgogna (Romanée-Conti, La Tache, Richerbourg, Echezaux, Grands Echezeaux e Romaneé St Vivant), per un valore di quasi 2 milioni di euro.
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Focus
Se la botte non si compra, ma si prende in affitto
Come le auto aziendali si possono prendere in leasing, anche le botti per produrre vino si prendono in affitto. Con più aspetti convenienti che, soprattutto in tempi come questi in cui la liquidità è una criticità importante per tante cantine, non sono di poco conto. La detraibilità della spesa, la non immobilizzazione di capitale, la gestione degli spazi in cantina. A spiegarlo, a WineNews, Stefano Cordero di Montezemolo, docente di Economia del Vino all’Università di Firenze, e advisor in Italia di H&A Barrels Management, società nata qualche anno fa a Bordeaux, che anni fa ha lanciato questo tipo di business in Francia, e pian piano ha conquistato tanti mercati importanti, come la Spagna, e da qualche tempo cresce anche in Italia, soprattutto in territori come Barolo e Barbaresco, Montalcino, la Valpolicella e Bolgheri, per fare solo degli esempi. “Il concetto è semplice: la società acquista le botti dalla tonnellerie che, aspetto importante, viene scelta direttamente dal produttore di vino, che si parli di barrique, di botti grandi o di botti di altro genere. E poi le affitta alle cantine, e una volta finito il periodo di affitto le ritira e le rivende ai produttori di spirits, di birre e così via, creando un circolo virtuoso. Che per il produttore vuol dire ottimizzare i costi e non avere problemi di gestione degli spazi in cantina”.
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Cronaca
Il Pic Nic a “Cantine Aperte in Vendemmia”
In un’estate segnata dalla voglia di tornare alla normalità e distanziamento, è il pic nic ad avere tutte le caratteristiche giuste: nasce così “Picnic in Cantina”, evento nazionale messo a punto da Picnic Chic, il primo booking del pic nic, in collaborazione con il Movimento Turismo del Vino per “Cantine Aperte in Vendemmia”, e che vede coinvolte numerose cantine e territori italiani. Due weekend, il 19-20 e il 26-27 settembre, in cui andrà in scena il pic nic più grande d’Italia, in tutta sicurezza, godendosi una gita tra i filari in tempo di vendemmia.
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Wine & Food
Già partita la raccolta delle olive italiane: bene la qualità, ma preoccupa la quantità
Non solo vendemmia tra le campagne italiane, perché è già tempo di raccolta delle olive e del primo olio nuovo 100% italiano. Paese tra i leader mondiali: se il Bacino Mediterraneo detiene il 95% della produzione mondiale di olio extravergine di oliva, l’Italia è il maggior paese per consumi al mondo e il secondo per produzione, e leader assoluto per olii a denominazioni certificati, 43 Dop e 4 Igp (ora anche grazie a Valoritalia, già realtà leader in Italia nella certificazione del vino, che inizia una nuova avventura con la nuova certificazione dell’Olio Dop Chianti Classico, ndr). Ma la fine dell’attesa è accompagnata dall’allarme sui numeri della produzione, in netto ribasso (-22% sul 2019, sui 287 milioni di chili). A dirlo Coldiretti, Unaprol e Ismea, anche in vista di  Evoo Trends, evento digitale in calendario dal 24 al 26 settembre.
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Verso il Merano Wine Festival, che dopo il Covid torna... alle origini
Il Merano Wine Festival, primo evento “fisico” del vino in calendario (6-10 novembre, con la vendita dei biglietti iniziata in queste ore) del post Covid, sarà un banco di prova per tutto il mondo enoico. Ne abbiamo parlato con il suo presidente e fondatore, Helmuth Köcher. “Tante regole da rispettare, ma ci vogliono anche coraggio e convinzione. È un ritorno alle origini, con meno espositori e non più di 500 persone per fascia oraria. Sarà una grande emozione, sarà una sorta di overture al 30esimo anniversario”.
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