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WineNews
N. 3.931 - ore 17:00 - Venerdì 5 Aprile 2024 - Tiratura: 31.211 enonauti,
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La News
Francia, dealcolazione parziale per gli Igp
Il tema del tenore alcolico (generalmente sempre più elevato) del vino si fa sentire, da tempo, nei mercati e sulle scelte dei consumatori. Ed i francesi, con il pragmatismo che li contraddistingue, aprono alla possibilità di dealcolizzare parzialmente (e scrivendolo in etichetta), portandoli fino 6 gradi di alcol, anche i vini Igp, e non solo quelli generici, andando oltre, dunque, il livello di 8,5 gradi alcolici minimo fissato in generale per i vini Igp. Così, tutte le Igp che vorranno inserirla nel disciplinare, potranno farlo, come stabilito ieri dall’Inao, ma solo dopo ave seguito una fase di sperimentazione per migliorare la qualità dei prodotti. 
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Primo Piano
La tendenza non si inverte: primo trimestre 2024 negativo per la “borsa” dei fine wine
La tendenza non si inverte, e la “borsa” dei fine wine continua ad accusare perdite costanti, dopo il 2023, anche nel primo trimestre 2024, nonostante qualche piccolo, timidissimo segno positivo a marzo 2024. Così raccontano gli indici principali del Liv-Ex, piattaforma londinese e benchmark di settore. Il Liv-Ex 100, indice principale e di riferimento, da inizio anno, è in calo del -1% netto, nonostante un debole +0,4% mese su mese. Un indice di cui, per l’Italia, fanno parte il Barolo 2019 di Bartolo Mascarello, il Brunello di Montalcino Riserva 2016 di Biondi Santi, il Barolo Falletto Vigna Le Rocche di Bruno Giacosa, il Barbaresco 2019 di Gaja, il Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno 2014 e 2015, il Masseto 2019 e 2020 e l’Ornellaia 2020 di Frescobaldi, il Sassicaia della Tenuta San Guido 2018, 2019 e 2020, il Solaia 2019 ed il Tignanello 2019 e 2020 di Antinori, il Redigaffi 2020 di Tua Rita). E che tra i vini più performanti, in “top 5”, vede il Masseto 2019 (+10,9%) ed il Sassicaia 2018 (+7,1%) e 2020 (+7%) Ma tra gli indici più importanti del Liv-Ex, i segni positivi, almeno mese su mese, finiscono qui. Il Liv-Ex 1000, indice più ampio della piattaforma, scende di un altro -0,6%, portando il calo da inizio anno a -4,1%. E tra Borgogna, Champagne e Bordeaux. Non si salva nessuno. Nemmeno l’Italy 100 che, quantomeno, contiene il calo da inizio anno al -0,8%: tra i vini più performanti per aumento di quotazione, nei primi tre mesi 2024, in testa ci sono il Solaia 2020 (+13,8%), il Sassicaia 2015 (+13,2%) ed ancora il Solaia, annata 2013 (+11,8%). Con l’indice italiano - di cui oggi fanno parte Barolo di Bartolo Mascarello, con tutte le annate dalla 2010 alla 2019, il Barolo Falletto Le Rocche del Falletto Riserva di Bruno Giacosa (2000, 2001, 2004, 2007, 2007, 2011, 2012, 2014, 2016 e 2017), il Flaccianello della Pieve di Fontodi (annate dalla 2011 alla 2020), il Barbaresco di Gaja (dalla 2010 alla 2019), il Barolo Monfortino Riserva di Conterno (2001, 2022, 2004, 2005, 2006, 2008, 2010, 2013, 2014 e 2015), e ancora tutte le annate dalla 2011 alla 2010 di Masseto, Ornellaia, Sassicaia, Ornellaia e Tignanello - che, in ogni caso, resta il più performante nell’arco dei 50 anni, a +30,1%, secondo solo allo Champagne 50, a +45,3%.
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Tre eventi, calendari sovrapposti 
Prendete tre eventi che rappresentano a livello internazionale il design, il vino e l’arte made in Italy - il Salone del Mobile di Milano, Vinitaly di Verona e la Biennale di Venezia - un patrimonio inestimabile di immagine e business che, quest’anno, incredibilmente, si sovrappone in un’unica, affollatissima settimana: dal 14 al 20 aprile prenderanno il via, in contemporanea, gli eventi di punta (manca solo la Settimana della Moda) dell’Italia che conta nel mondo. Una compressione che renderà molto difficile, per un vasto pubblico (sempre più trasversale e appassionato del buon bere, di arredamento e creatività), partecipare ai vari saloni. Lavorare su un calendario nazionale spalmato in un tempo più dilatato consentirebbe una maggiore affluenza, ma anche una ripercussione positiva su strutture ricettive, logistica e traffico.
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Focus
Il futuro della Doc delle Venezie e del suo Pinot Grigio
“Dobbiamo valorizzare il Delle Venezie Pinot Grigio, ovvero il territorio, che io ritengo essere la “casa del Pinot Grigio”, visto che, in questo distretto (oltre 25.000 ettari vitati tra Vento, Alto Adige e Friuli, c’è il 40% della produzione mondiale della tipologia. La competizione mondiale è forte, quello che dobbiamo fare è valorizzare il Delle Venezie Pinot Grigio come una denominazione a se stante, come area di eccellenza indiscussa. La valorizzazione non può prescindere da questa distinzione. Siamo cresciuti nell’ultimo anno del 10% nel prezzo sia delle uve che dei vini sfusi, e quindi delle bottiglie, senza perdere mercato, visto che siamo cresciuti anche in volume. Siamo ben collocati nel rapporto qualità/prezzo, e nel contesto del Pinot Grigio in generale”. Parole, a WineNews, di Albino Armani, presidente del Consorzio della Doc delle Venezie, tra le più importanti d’Italia. Che ieri, a Milano, si è riunita per fare lo stato dell’arte e guardare al futuro (in approfondimento), con Matteo Zoppas, presidente Ice, Augusto Reggiani del Gabinetto del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Massimo Romani, ad Gruppo Argea, Enrico Zanoni, dg Cavit, e Franco Passador, ad Vivo Cantine Viticoltori Veneto Orientale (moderati dal vice direttore del “Corriere della Sera”, Luciano Ferraro).
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Roma Doc
Cronaca
Lidl batte Veuve Clicquot sul marchio orange
Arriva una sconfitta per Lvmh nella lunga battaglia portata avanti contro Lidl per mantenere la registrazione come marchio della tonalità arancione tipica del brand Veuve Clicquot. Il Tribunale europeo si è schierato con Lidl nel ricorso presentato per annullare la registrazione del marchio “orange” di Veuve Clicquot che costituisce il segno distintivo di uno dei più rinomati marchi di champagne ritenendo che sia insufficiente per dimostrarne la capacità distintiva agli occhi dei consumatori di tutti i Paesi dell’Ue, in particolare con riguardo a Grecia e Portogallo.
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Wine & Food
Amato da Verdi, D’Annunzio e Re Carlo III, il Culatello di Zibello supera i 20 milioni di euro
La “Dop economy” trova in Emilia Romagna uno dei suoi feudi, grazie a prodotti di eccellenza come il Culatello di Zibello Dop, un salume di pregio e che vive un ottimo periodo con un ritorno della produzione ai livelli pre-Covid, con 81.351 culatelli sigillati (per 325.000 chilogrammi) e un fatturato al consumo che supera i 20 milioni di euro. Numeri comunicati dal Consorzio di Tutela con la quota estero del Culatello di Zibello Dop che si attesta sul 25% con i Paesi dell’area Ue (in primis, Francia e Germania), insieme con la Svizzera, che rappresentano l’88% dell’export.
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Castello del Terriccio
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Consorzio Vini di Romagna
Tenuta Sette Ponti
Bosca
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“Il mondo è sempre più complesso, per tutte le tipologie di merce. Ed il vino non fa eccezione”
La visione di Ismea, nelle parole di Fabio Del Bravo. “Mercato sempre più polarizzato su alto di gamma ed entry level. Chi è in mezzo soffre di più, e vede nel breve termine prospettive più problematiche. È vero che qualche segnale di sofferenza sui rossi c’è, mentre bianchi e spumanti più freschi e leggeri continuano a crescere. E per incontrare i giovani si deve lavorare su vini freschi, poco alcolici e facili da bere. Questo momento è caratterizzato da tante incertezze, a livello generale, ma nel 2023 il vino italiano ha tenuto.
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