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N. 4.308 - ore 17:00 - Venerdì 19 Settembre 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | “Un pericolo ridurre il vino ad un rischio per la salute, perché così si dimentica la sua dimensione culturale, sociale e umana”. È l’appello dell’Accademia Internazionale del Vino, in un testo scritto all’unanimità dai suoi membri - firmato anche da produttori italiani - e rivolto ai Capi di Stato e di Governo dell’Onu nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite n. 80, dal 9 settembre in corso a New York. “Vogliamo dire al mondo di non dimenticare tutto ciò che il vino gli ha donato per millenni tra poesia, cultura, misteri, paesaggi e condivisione. Un patrimonio universale di cui siamo custodi e beneficiari”, ha detto il presidente Guillaume d’Angerville. | |
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| | Aspra e generosa, nera quanto brillante di luce propria, è la terra dell’Etna del vino. Con il vulcano, “a muntagna”, come la chiamano i siciliani, famosissimo in tutto il mondo per le sue ricorrenti e suggestive colate laviche, che attira le attenzioni di appassionati di vino e vibra di un’energia che si riverbera in una comunità enoica che, in pochi anni, ha trasformato e rivitalizzato il territorio, anche grazie al forte indotto enoturistico, sullo sfondo di un territorio che, intorno ai produttori storici, ha attirato investimenti prima delle cantine di altre zone del “mosaico” enologico che è la Sicilia, e poi da molti altri territori d’Italia. Un territorio ormai maturo, ma in continua evoluzione, l’Etna del vino, con i suoi diversi versanti e le oltre 130 Contrade, tra vecchie vigne centenarie e nuovi impianti che hanno recuperato terrazzamenti e forme di allevamento antiche, dove Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio tra le varietà rosse, e Carricante e Catarratto tra quelle bianche, dominano sovrane. Con i rossi che sono la storia ed il presente, ma con i bianchi che si stanno facendo largo e che per molti rappresentano un bel pezzo di futuro di un territorio in cui cresce anche la sostenibilità economica delle imprese (50 milioni di euro il fatturato franco cantina, 150.000 euro il valore del vigneto per ettaro, 5 volte più della media regionale), anche tramite la domanda enoturistica, che restituisce un valore aggiunto sull’area di 123 milioni di euro l’anno. L’Etna, insomma, sta bene ed è, ormai, da annoverare tra i grandi territori del vino italiano. Con vini in cui la qualità riesce a toccare picchi notevoli, con un livello di bontà, qualità e definizione comunque diffuso trasversalmente. Questa è la consapevolezza che si acquista agli “Etna Days” 2025, la kermesse organizzata, in questi giorni, a Castiglione di Sicilia dal Consorzio dei Vini Etna Doc, guidato da Francesco Cambria, arrivata all’edizione n. 4, e dedicata all’assaggio dei vini del suo vulcano e alla conoscenza approfondita delle sue cantine. Qualità dei vini (in approfondimento i migliori assaggi WineNews) che riflette anche una denominazione in salute, in crescita nei numeri e nei valori, e nel percepito dei consumatori, per una Doc che conta oggi 5,8 milioni di bottiglie prodotte, e punta a crescere ancora in qualità, e a diventare Docg. | |
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| | In una “top ten” mondiale dominata dalla Borgogna (n. 1 dei vini più costosi è il Musigny Grand Cru di Domaine Leroy, gioiello della Côte de Nuits, il cui prezzo medio supera i 40.000 euro), secondo “The World’s Top 50 Most Expensive Wines” 2025, by Wine-Searcher, l’Italia continua a crescere di valore. Tra i “Most Expensive Italian Wines”, spicca il Barbaresco Crichet Paje Riserva di Roagna a 3.542 euro come prezzo medio, davanti al Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno, ancora Roagna con il Barbaresco Crichet Paje, il Duemilaventuno di Sergio Manetti (Montevertine), Masseto (Gruppo Frescobaldi), Case Basse di Gianfranco Soldera, Amarone della Valpolicella Classico Riserva di Giuseppe Quintarelli, Barolo Brunate Riserva di Giuseppe Rinaldi, Barolo Pira Riserva di Roagna e, infine, Imeneus Toscana Igt della Fattorie dei Dolfi. | |
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| | | Dal “Festival Franciacorta in Cantina”, pioniere dei “festival di territorio” del vino italiano con la regia del Consorzio (19-21 settembre), alla “Douja d’Or” ad Asti, la storica rassegna dedicata all’Asti, alla Barbera d’Asti ed al loro territorio (fino al 21 settembre); da “Cheese” a Bra, che racconta il mondo dei formaggi a latte crudo secondo Slow Food (con il Parmigiano Reggiano “main partner”; 19-22 settembre), a “Vini ad Arte” a Faenza, l’anteprima del Romagna Sangiovese e dell’Albana firmata Consorzio Vini di Romagna (22-24 settembre); da “Vino al Vino” dell’Unione dei Viticoltori di Panzano, a “Sorsi di Vagliagli” dell’Associazione Vagliagli, in Chianti Classico (19-21 settembre); da un “Aperitivo al Tramonto” da Caprai (21 settembre) per “Enologica Montefalco”, al “Cous Cous Fest” a San Vito Lo Capo, il Festival dell’integrazione culturale attraverso il cibo con i conduttori Rai “Peppone” Calabrese, Federico Quaranta, Tinto e Valentina Caruso, El Béker Fabrizio Nonis, Raf e Fedez in concerto e il “Campionato del mondo di cous cous” (con le giurie popolare e di esperti, guidata da Angelo Mellone, direttore Intrattenimento Day Time Rai; 19-28 settembre): sono tanti gli eventi nell’agenda WineNews. Nella quale, domani, apre le porte anche Monteleone21, il nuovo hub enoturistico in Valpolicella di Masi. | |
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| | | Tenuta Ulisse, cantina abruzzese attiva nella produzione e commercializzazione di vini autoctoni, la cui maggioranza è detenuta da White Bridge Investments II Spa, ha annunciato la sua seconda acquisizione, che riguarda un “big” dell’enologia italiana. Si tratta di Montevetrano, prestigiosa realtà vitivinicola campana, fondata e guidata da Silvia Imparato. Dopo Cirelli, in Abruzzo, è la seconda operazione del Gruppo verso una piattaforma multi-regionale dedicata alle eccellenze del Centro-Sud Italia (in approfondimento). | |
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| | Gli Stati Uniti rimangono il mercato “re” per l’export di vino italiano e, dazi o meno, il Belpaese vuole restare un riferimento primario, anche se sarà fondamentale, sempre di più, capire il mercato, le sue tendenze, ed i consumi che cambiano. Come dimostra un’analisi dell’Osservatorio Unione Italiana Vini (Uiv) e Vinitaly, che traccia le rotte future dei prossimi eno-addicted a stelle e strisce in un mercato tutt’altro che maturo. Per l’analisi by Osservatorio Uiv-Vinitaly su base Iwsr, l’identikit del consumatore del futuro è di genere maschile, Gen Z, ma anche Millennials, di etnia latinoamericana o afro-discendente, preferibilmente residente in Texas, Illinois, California, South Carolina e Georgia o altre aree con quei segmenti di popolazione non solo poco esplorati, ma che Stato per Stato dimostrano percentuali di gradimento del vino superiori alla media. | |
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| | | “Il mondo dei vinti ha vinto: era la Langa della Resistenza e della fatica contadina, oggi è la Langa del Barolo”: le parole del fondatore Slow Food Carlo Petrini accompagnano WineNews nelle Langhe per raccontare cosa c’è ancora da fare nella loro storia di successo con Sergio Germano (Consorzio Barolo), Roberta Ceretto (Ceretto), Andrea Farinetti (Borgogno-Fontanafredda), Francesca Vaira (G.D. Vajra), Roberto Bruno (Fontanafredda), Bruna Giacosa (Bruno Giacosa), Roberto Conterno (Giacomo Conterno), Barbara Sandrone (Luciano Sandrone) e Alessandro Masnaghetti. | |
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