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WineNews
N. 3.593 - ore 17:00 - Venerdì 20 Gennaio 2023 - Tiratura: 31.127 enonauti,
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La News
I numeri della “Cité du Vin” di Bordeaux
Supera il traguardo di 2,3 milioni di visitatori dall’apertura (nel 2016), ma non torna ai livelli pre-Covid, nonostante le 391.000 persone da 93 Paesi accolte nel 2022 e il record di ingressi in estate - che solitamente scoraggia il turismo nelle grandi città, ma grazie alla mostra su Picasso e il vino - la “Cité du Vin”, il “tempio” del vino di Bordeaux, che ha diffuso i numeri dell’anno appena concluso, nel quale ha rinnovato l’esposizione permanente. Apprezzata soprattutto dagli stranieri, che rappresentano il 40% di visitatori, provenienti in testa da Spagna, Uk, Usa, Italia e Germania, a fronte di un 36% di francesi e di un 14% di concittadini bordolesi.
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Primo Piano
I vigneti italiani da visitare almeno una volta nella vita? Ecco le “15 Meraviglie” d’Italia
Le vigne di Alois Lageder, simbolo della massima espressione del territorio racchiuso nei grandi vini dell’Alto Adige; il vigneto Colonia di Fèlsina, un “unicum” nel cuore del Chianti Classico dal quale non può che nascere una Gran Selezione; i filari tra Bolgheri e il mare della Tenuta dell’Ornellaia dove nasce un vino-mito come l’Ornellaia; le vigne che circondano l’Abbazia di Novacella in Alto Adige, uno dei più antichi “monasteri del vino” ancora produttivi al mondo; i vigneti della griffe Donnafugata sull’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa e territorio sulla cresta dell’onda; i filari di Pojer e Sandri in Trentino che ne fanno il “giardino vitato più bello d’Europa”; le vigne di Grillo sull’isola di Mozia della Tenuta Whitaker di Tasca d’Almerita, Riserva naturale e archeologica custodita con la Fondazione Whitaker; i vigneti dell’isola-carcere di Gorgona, dove grazie a Frescobaldi i detenuti producono il Gorgona, il “vino del riscatto”; i filari della Tenuta Greppo-Biondi Santi a Montalcino, dove è nato il Brunello alla fine dell’Ottocento; le vigne del Barolo Ornato di Pio Cesare, Cru che ha scritto e sta scrivendo la storia delle Langhe; il vigneto Martinenga, il più importante delle Tenute Cisa Asinari dei Marchesi Di Grésy, anfiteatro naturale nel cuore delle colline del Barbaresco; i filari della collina di Ruffoli che svetta sul Chianti Classico, di Querciabella, tra le aziende storiche del Gallo Nero; le vigne dove nasce uno dei vini più desiderati al mondo, il Barbaresco Sori Tildìn di Gaja nelle Langhe; Venissa, la vigna murata della Dorona sull’isola di Mazorbo a Venezia, dalla quale, con Bisol, è rinato il “vino dei Dogi”; e la storica, terrazzata e pittoresca Vigna Castelaz in Alto Adige dove Elena Walch produce il suo più noto Gewürztraminer. Dall’Alto Adige alla Sicilia, ecco i vigneti italiani da visitare almeno una volta nella vita, “grandi bellezze” ricche di natura, storia e cultura, custodite dalle cantine nei territori del vino italiano come fossero monumenti e da cui nascono etichette tra le più famose al mondo. E che sono raccontati nel volume fotografico “150 Vineyards you need to visit before you die” dalla giornalista newyorkese Shana Clarke, che ha selezionato 150 tra i vigneti più belli al mondo, tra i quali l’Italia vanta ben “15 Meraviglie”. 
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Bar e locali, ripresa dei consumi
Dopo mesi di blocchi e restrizioni dovuti alla pandemia, rimontano i consumi del fuori casa nel nostro Paese, con un numero totale di nuove aperture in crescita del 4% tra il 2020 e il 2022: ad oggi si contano in Italia più di 328.000 tra bar, ristoranti, hotel e spazi ricreativi. Questi i dati, forniti da CGA by NielsenIQ, principale società di consulenza per la misurazione, l’analisi e la ricerca nel settore On Premise, che fotografa lo scenario di bar e locali in Italia e attiva il “Global Outlet Index”, nuovo strumento di analisi e di misurazione del comparto del fuori casa. I locali sono cresciuti soprattutto nel Centro e Sud Italia, +4% dal 2020 ad oggi, davanti sia al Nord-Ovest (+2%) sia al Nord-Est (+1%). Lo strumento di CGA by NielsenIQ consente di rimanere costantemente aggiornati sull’evoluzione e sulle opportunità del mercato.
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Focus
Il rapporto dei tedeschi con il vino italiano
Il mercato tedesco, secondo sbocco per il vino italiano, a valore e volume, e terzo al mondo per import oltre che quarto per consumi, è sostanzialmente stabile, con 20 milioni di ettolitri di vino consumato ogni anno, pari a 24 litri pro capite. Le importazioni dal Belpaese, nei primi 10 mesi 2022, dai dati Istat, hanno raggiunto 955 milioni di euro (+5%), su un totale di 2,2 miliardi di euro (-4,4%), come emerge dai dati di Wine Monitor by Nomisma. A volume, il calo è stato ancora più marcato: -10%, che è anche il tasso negativo, sia a valore che a volume, dei vini fermi e frizzanti imbottigliati. Va meglio agli spumanti, che segnano una crescita del 9% a valore (-5% a volume), e ai bag-in-box, con il +23% a valore e il +36% a volume. Il vino italiano (consumato almeno una volta nell’ultimo anno dal 78% di chi beve vino) a valore, rappresenta una quota di mercato del 47% nel segmento vini fermi e frizzanti (con la Francia al 24% e la Spagna all’11%) e del 23% in quello degli spumanti (con la Francia al 66% e la Spagna al 9%). Tra i vini italiani più consumati nell’ultimo anno, il Prosecco (dal 54% dei consumatori), il Lambrusco (38%), il Chianti Classico (34%), il Montepulciano d’Abruzzo (26%), il Primitivo (24%), il Lugana (22%), il Soave (19%), il Barolo (18%), l’Amarone della Valpolicella (17%) e il Brunello di Montalcino (16%).
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Cronaca
Su Spotify arriva “Metanolo” 
La più grande truffa agroalimentare mai avvenuta in Italia, uno scandalo che ha distrutto l’economia del vino nel nostro Paese, ma ha anche segnato lo spartiacque per una ripartenza nel segno della qualità e della tracciabilità: su Spotify sbarca “Metanolo”, il nuovo podcast prodotto da Spotify Studios, tutto incentrato sul racconto dello scandalo del vino al metanolo del 1986. Da oggi sono disponibili i primi due episodi, “Cin Cin!” e “Lo scandalo”. Per chi non c’era e per chi vuole ripercorrere una pagina buia della nostra storia.
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Wine & Food
“Signore e signori, la rivoluzione è servita”: ecco Identità Golose Milano (28-30 gennaio)
“Signore e signori, la rivoluzione è servita”: ecco il tema di Identità Golose Milano, edizione n. 18 del Congresso internazionale fondato da Paolo Marchi e Claudio Ceroni, dal 28 al 30 gennaio a Milano. Dove tornano i grandi nomi della cucina internazionale, come Alex Atala, Albert Adrià, Andoni Luis Aduriz e Leonor e Laura Espinosa, tra gli altri, e i big della cucina italiana come Enrico Bartolini, Massimo Bottura, Carlo Cracco, i fratelli Cerea, Errico Recanati, Antonia Klugmann, Norbert Niederkofler e Niko Romito, tra gli altri. E tra i relatori (in approfondimento il programma completo) anche personaggi come Fabio Fazio, con Corrado Assenza, il 30 gennaio, e Bruno Vespa a Golosi di Identità, il nuovo format con la Fondazione Cotarella, per promuovere e sostenere abitudini, studi e cure per un’alimentazione sana ed equilibrata, in programma il 29 gennaio.
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Masottina
Consorzio Vini di Romagna
Monte Zovo
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WineNews.tv
Il mercato dei fine wine italiani, letto da chi ne è stato pioniere, con clienti in tutto il mondo
A WineNews parla Carlo Maggi, alla guida della storica Enoteca La Loggia di Orvieto. Con riflessioni anche su enoturismo e investimenti enoici. “Il segreto per saper stare sul mercato è saper comprare, vendere è una conseguenza. I clienti più preparati da noi, in media, sono i tedeschi. Investire in vino non è mai stato interessante come oggi, c’è un mercato che prima non c’era. L’Italia cresce, ma ad oggi, oltre al Piemonte e alla Toscana, non si va molto oltre”.
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