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WineNews
N. 3.348 - ore 17:00 - Lunedì 7 Febbraio 2022 - Tiratura: 31.116 enonauti,
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La News
“Il nutriscore sul vino è un affronto”
“È un vero affronto all’intelligenza dei consumatori prima di tutto oltre a rappresentare uno schiaffo per un comparto che rappresenta, da secoli, non solo una ricchezza economica, ma soprattutto un modello di vita e di civiltà”: così Micaela Pallini, alla guida di Federvini, sulla proposta arrivata, dalla Francia, di “bollare” con il Nutriscore, con una “F” nera tutte le bevande alcoliche, compreso il vino. “È l’ennesima espressione di una vera a propria crociata insensata e irresponsabile verso un fondamentale comparto del nostro Paese”, aggiunge Albiera Antinori, presidente del Gruppo Vino di Federvini e ai vertici della Marchesi Antinori.
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Primo Piano
Il vino italiano contro l’idea del nutriscore francese per tutti gli alcolici
Utilizzare anche per le bevande alcoliche, tutte, vino incluso, il già discusso e criticato “nutriscore” alla francese pensato per indicare con etichette a “semaforo” la salubrità o meno degli alimenti in base al loro contenuto, e a non alla quantità consigliata per il consumo. Che dunque, anche per il vino, che contiene alcol, seppur in parte decisamente minoritaria rispetto alla sua composizione totale, e anche in maniera nettamente inferiore ad altri alcolici, vorrebbe dire “bollino nero”. È l’idea rilanciata, dalla Francia, altra patria nobile del vino, come l’Italia, Serge Hercberg, professore di Nutrizione alla Facoltà di Medicina dell’Université Sorbonne Paris Nord, e tra degli ideatori del sistema di etichettatura Nutriscore, che, riporta la Confagricoltura, ha proposto di “bollare”, di fatto, come pericolose per la salute tutte le bevande alcooliche anche se la presenza di alcool è ridotta”. Anche se si tratta solo di una proposta o di un’opinione, va detto, è un ulteriore elemento di preoccupazione per il settore enoico, già in fibrillazione per la questione “Cancer Plan” Ue (vedi Focus). “L’affair nutriscore” da applicare al vino, nelle ore scorse, ha provocato la reazione italiana, a partire del sottosegretario alle Politiche Agricole con delega al vino, Gian Marco Centinaio: “vorrei sapere cosa pensa Macron dell’ultima proposta lanciata dagli ideatori del Nutriscore, che adesso suggeriscono di mettere addirittura una “F nera” a tutte le bevande che contengono una quantità anche minima di alcool. Il presidente francese è d’accordo? Neanche un mese fa - ha detto il Sottosegretario, il cui intervento è stato ripreso anche da uno dei più importanti giornali di Francia, ovvero “Le Figaro” - proprio Macron ha firmato un lungo elogio del vino, definendolo parte integrante dell’essere francesi e inscindibile dalla loro arte di vivere. Siamo davanti all’ennesima follia di un’etichetta che già promuove cibi ultra processati, penalizzando invece alimenti naturali e salutari come l’olio Evo, o eccellenze dei territori come i prodotti a denominazione d’origine, senza tenere in considerazione le quantità consumate. Il vino, in Francia così come per noi, è espressione di cultura e dei territori. Va promosso un consumo moderato e consapevole, non discriminato in modo ottuso un intero settore”, ha concluso Centinaio.

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Tutti contro il “bollino nero”
“Ora abbiamo veramente superato ogni limite. Serve un chiarimento a livello politico considerato che il logo Nutriscore è nella titolarità dell’Agenzia Nazionale della Sanità Pubblica francese. E che classifica gli alimenti sulla base di un algoritmo che ignora completamente le quantità che sono normalmente consumate. Nel caso specifico dei vini non si fa alcun riferimento alla differenza tra abuso e consumo moderato”, dice Confagricoltura. E Coldiretti: “no al bollino nero sulle bottiglie di vino: è del tutto improprio assimilare l’abuso di superalcolici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino, che in Italia è diventato l’emblema di uno stile di vita “lento”, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre proprio all’assunzione sregolata di alcol”.
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Focus
Cancer Plan Ue al voto: grandi rischi per il vino
“Non solo Nutriscore: il vino è a rischio e con esso lo è uno dei simboli identitari d’ltalia. Entro una settimana al Parlamento Europeo si consumerà il voto decisivo sul Piano anticancro Ue. Nel report, il vino, come altri prodotti agricoli, è protagonista in negativo: “non esiste una quantità sicura di consumo di alcol”, cita il rapporto per una tesi unicamente basata su un controverso studio Lancet di 4 anni fa”. È il monito di Unione Italiana Vini (Uiv), che ricorda che se il Parlamento votasse il testo così com’è - si attendono emendamenti - “il 15 febbraio 2022 a Strasburgo andrà in scena l’inizio della fine del vino italiano”. Il rischio è di etichette con alert sanitari, limitazioni sulla pubblicità, divieto di sponsorizzazione di eventi sportivi, aumento della tassazione, revisione della politica di promozione. “Unione italiana vini - ha detto il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti - è estremamente preoccupata: è doveroso redigere un piano anticancro, ma il report della Commissione Beca rappresenta un mandato in bianco per equiparare una bottiglia di vino a un pacchetto di sigarette, quale prodotto dannoso di per sé, a prescindere dalle quantità. A monte vi è un disegno più largo su scala globale, un attacco al mondo della produzione agricola tradizionale” (nell’approfondimento).
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Cronaca
Il Beujolais alla prova delle “generazioni”
Il mercato del Baujolais, territorio più “pop” del vino di Francia, è tornato a correre: nel 2021, secondo “Interbeaujolais”, le vendite hanno fatto +14% sul 2020. Ma alle viste c’è un passaggio generazionale difficile: secondo uno studio, la metà dei produttori over 55 (800 su 1.600) non sa quando cesserà l’attività, e per questioni demografiche ed anagrafiche, la metà dei viticoltori del Beaujolais uscirà dal settore entro i 10 anni. Da qui, l’appello dell’interprofessione “a giovani e meno giovani affinchè vengano a stabilirsi nel Beaujolais”.
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Wine & Food
La miglior bolla del mondo è un omaggio alla storia: Ruinart trionfa con il Dom Rosé
La migliore bolla del mondo profuma di storia. Il Dom Ruinart Rosé 2004 magnum di Ruinart, la più antica delle maison (fondata nel 1729) è il “Supreme World Champion” agli “Champagne & Sparkling Wine World Championships”. Ma, come già riportato da WineNews, a festeggiare è anche l’Italia con Ferrari, cantina di riferimento del Trentodoc (territorio italiano più premiato, seguito dalla Franciacorta), confermata come miglior produttore di spumanti del mondo (e anche “World Champion Classic Blanc de Noirs” con il Ferrari 2012 Perlé Nero Magnum). Tra i premi speciali, spicca il il “bis” del Gruppo Santa Margherita, con Ca’ del Bosco 2011 Annamaria Clementi in Magnum (Best Italian Sparkling Wine e Best Franciacorta) e il Kettmeir 2015 Pas Dosé (Best Alto Adige) menzionati tra i “Regional Trophy Winners 2021”, ma non solo.
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“Agricoltura protagonista delle transizione ecologica. Ma l’aumento dei costi preoccupa”
Parla Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura. “Nel 2021 grande ripresa dopo il disastro 2020. Ma la crescita dei prezzi di materie prime ed energia non lascia presagire prospettive rosee, scaricare i costi sul mercato non è semplice e tante aziende così rischiano di chiudere. Serve un intervento del Governo, al quale abbiamo scritto per un tavolo interministeriale per parlare del futuro dell’agroalimentare italiano”.
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