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WineNews
N. 3.904 - ore 17:00 - Martedì 27 Febbraio 2024 - Tiratura: 31.211 enonauti,
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La News
Sentenza senza precedenti a Bordeaux
La sentenza era attesa in questi giorni, come avevamo raccontato su WineNews, ma l’esito è senza precedenti: i négociant Cordier e Maison Ginestet accusati di aver acquistato vino sfuso in tonneaux a prezzi troppo bassi (l’equivalente di 1 euro a bottiglia) sono stati condannati dal tribunale commerciale di Bordeaux a risarcire di 350.000 euro Rémi Lacombe, produttore del Médoc che li aveva denunciati per aver violato la Legge Egalim. È la prima volta, riporta “Le Figaro Vin”, che l’articolo 442-7 del Codice del Commercio viene applicato. Intanto, il Primo Ministro francese Gabriel Attal, ha detto di voler presentare una nuova legge per rafforzare il sistema Egalim.
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Primo Piano
Slow Wine: un’alternativa è possibile per il vino, ma con la ricerca scientifica indipendente
Un buon vino è come un concerto: il terroir è la partitura, vigna e vitigni sono lo strumento, il vignaiolo è l’interprete. Tutti sono necessari per realizzarlo. Concetto “poetico” e concreto, più volte espresso a WineNews da Lydia e Claude Bourguignon, tra i consulenti agronomi più celebri di Francia e del mondo, e ribadito a “Slow Wine Fair” 2024 a BolognaFiere, con la regia di Slow Wine, che si chiude oggi. Per i Bourguignon “il suolo è il primo strumento del viticoltore che deve capirne la vocazionalità e non farsi guidare dal marketing quando sceglie le varietà da coltivare. Ma ascoltarlo, rispettarne leggi, equilibrio, ricchezza biologica, capacità di rigenerarsi. Un solo grammo di suolo vivo contiene miliardi di batteri, funghi, microbi. È la più grande energia che a livello chimico si può trovare nel pianeta”. Il vino, grazie al radicamento territoriale, la storia e la presenza in molti Paesi, può essere testimonial di una nuova agricoltura, e i dati di crescita degli ettari vitati bio in Italia lo dimostrano (19% del totale nazionale, +145% in 10 anni). “Tanti contadini hanno scelto di lavorare con e non contro la natura - ha detto Barbara Nappini, presidente Slow Food Italia - con pratiche rispettose e dimostrando che un’altra agricoltura è possibile oltre che urgente. Il 50% delle aziende a “Slow Wine Fair” sono certificate bio e biodinamiche o in conversione e questo dimostra che sostenibilità ambientale, economica e sociale sono compatibili ed è questo per noi il modello di riferimento”. E se l’Italia è ancora tra i maggiori consumatori Ue di pesticidi con una media di 5,2 kg/ettaro, superiore a quella europea di 1,57 kg, gli oltre 1.000 viticoltori presenti a Bologna, ha spiegato Giancarlo Gariglio, coordinatore Slow Wine Coalition e curatore Guida Slow Wine, “da tempo hanno scelto la drastica riduzione o la totale cancellazione della chimica di sintesi”. Ma per aiutare chi vuole fare un’agricoltura sostenibile occorre anche investire nella ricerca scientifica indipendente: “se tutela dell’ambiente e produzione agricola non diventano alleate non si può innescare la conversione ecologica - secondo Francesco Sottile, referente scientifico biodiversità Slow Food - per sostenere la fragilità dei vignaioli dobbiamo dar loro strumenti per mettersi dalla parte giusta, contrastando la crisi climatica con l’agroecologia”.
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Maxi-furto di vino in Borgogna
Un dipendente di una casa vinicola della Borgogna, in Francia, è sospettato di aver rubato più di 7.000 bottiglie per un danno di almeno 500.000 euro. Secondo il “Journal de Saône-et-Loire”, che ha rivelato la vicenda, riporta il sito larvf.com, il dipendente sarebbe stato filmato da una telecamera di sorveglianza mentre rubava quattro bottiglie. Dopo la denuncia del suo datore di lavoro, la persona è stata arrestata e la sua abitazione è stata perquisita. Gli investigatori hanno poi scoperto un gran numero di bottiglie, comprese quelle di altre aziende vinicole dove il sospettato lavorava in precedenza. Un “bottino”, accumulato in tanti anni, con bottiglie dal grande valore come i Grand Cru di Vosne-Romanée, riporta la stampa. Non ci sarebbe, tuttavia, nessuna prova che il sospettato abbia rivenduto una sola bottiglia. 
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Focus
Wine-Searcher, Sassicaia vino italiano più ricercato al mondo
Cambiano gli stili e il consumo del vino, ma le griffe più ricercate sono sempre i grandi classici. Come certifica la “Top 100 Most Searched-For Wines & Spirits” del portale Wine-Searcher, che incrocia ogni giorno le ricerche ed i prezzi da milioni di database di enoteche e wine shop di tutto il mondo. Le bottiglie più ricercate sono quelle di Petrus, davanti a quelle di Chateau Mouton Rothschild, Dom Perignon e Chateau Lafite, seguite dalla vodka made in M2 Vodka Magic Moments Premium Grain Vodka. Poi il primo dei vini italiani, alla posizione n. 6, ovvero il Sassicaia della Tenuta San Guido. A completare la top 10 mondiale altri mostri sacri di Bordeaux, come Chateau Margaux al n. 7, Chateau Latour al n. 8 e Domaine de la Romanee-Conti Romanee-Conti Grand Cru al n. 10. Al n. 9 il Signature Rare Aged Whisky. Dopo il Sassicaia, secondo degli italiani è il Tignanello (n. 24), seguito dalle due perle del gruppo Frescobaldi, il Masseto (n. 40) e l’Ornellaia (n. 43), e poi, al n. 5, ancora Antinori con il Solaia (n. 57 al mondo). Posizione n. 6 italiana (n. 83 mondiale) per il Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno, davanti al Flaccianello della Pieve di Fontodi al n. 7 (n. 94 mondiale), ed al Brunello di Montalcino di Argiano (n. 8). A chiudere la top ten italiana il Barolo di Bartolo Mascarello ed il Barbaresco di Gaja.
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Cronaca
Presto i vini di George Clooney? 
Dopo aver comprato nel 2021 una splendida tenuta in Provenza, Domaine de Canadel - composta da una villa del Settecento e 170 ettari di terreno, di cui 8 vitati  - George Clooney sembra non aver resistito alla tentazione di produrre il proprio vino: potrebbero uscire proprio quest’anno le prime bottiglie dell’azienda, un bianco e un rosé. Secondo le indiscrezioni sarebbe coinvolto l’enologo delle “star”, Laurence Berlemont, che, in passato, ha lavorato anche a Château Miraval, di proprietà, fino al 2015, di Brad Pitt e Angelina Jolie. 
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Wine & Food
Tra passione e competenze agronomiche, la biodinamica secondo i produttori
La biodinamica fa discutere, da sempre. Da quando un secolo fa Rudolf Steiner ne ispirò metodi e principi. Ma oggi sono sempre di più gli agricoltori ed i produttori di vino che la scelgono. E, per molti, è la migliore risposta possibile al futuro, tra cambiamento climatico e crescente domanda di sostenibilità. “L’agricoltura biodinamica, certificata e non Demeter, è una risposta a chiunque abbia dei dubbi sul fatto che si possa incidere sugli effetti indotti dalle attività umane compreso il cambiamento climatico. Lo dimostrano le storie dei produttori che fanno viticoltura”. A dirlo a WineNews è Giovanni Buccheri, direttore Demeter Italia, alla Slow Wine Fair 2024, evento targato Bolognafiere e Slow Food, in un incontro con i produttori di vino certificati biodinamici dall’associazione di controllo, affiliata alla Biodynamic Federation Demeter International (in approfondimento). 
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Consorzio Vini di Romagna
Tenuta Sette Ponti
Bosca
WineNews.tv
Il futuro del vino è “bio”, perchè tutela suolo, vigna, qualità e attrae i giovani
Dalla “Slow Wine Fair 2024”, a Bologna, le riflessioni di chi, da sempre, crede in metodi di produzione che fanno della sostenibilità il loro faro. Le parole di Giancarlo Gariglio (Slow Wine Coalition), Matilde Poggi (Cevi - Confederazione Europea Vignaioli Indipendenti), Adriano Zago (agronomo biodinamico), Maria Grazia Mammuccini (presidente Federbio) e Giovanni Buccheri (direttore Demeter Italia).
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