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WineNews
N. 3.837 - ore 17:00 - Lunedì 20 Novembre 2023 - Tiratura: 31.224 enonauti,
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La News
Hospices de Beaune, asta da 25,5 milioni
25,5 milioni di euro raccolti con la vendita all’incanto di 753 botti di grandi vini di Borgogna, che, come sempre, serviranno a finanziare gli “Hospices Civils de Beaune”, con la “Pièce de Charité”, una botte da 228 litri di Mazis Chambertin Grand Cru 2023, aggiudicata per 350.000 euro, che supporteranno la Fondation pour la Recherche Médicale e l’Initiative de Recherche pour une Longévité en Bonne santé. Ma il top lot assoluto, sono state le “pieces” di Bâtard-Montrachet Grand Cru, Cuvée Dames de Flandres 2023, aggiudicate a 378.000 e 356.400 euro: ecco la più grande e storica asta charity di vino al mondo, quella dei vini degli Hospices de Beaune.
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Primo Piano
“La Liste”: Da Vittorio e Le Calandre vicini alla perfezione, con 99/100. E tanta Italia
Al top assoluto, con un punteggio quasi perfetto, di 99,5 su 100, ci sono quelli che si potrebbero definire i “Magnifici 7” della ristorazione mondiale: Le Bernardin a New York, L’Enclume - Simon Rogan nel Regno Unito, il Guy Savoy di Parigi, La Vague d’Or - Le Cheval Blanc Saint-Tropez, lo Schwarzwaldstube in Germania, Lung King Heen ad Hong Kong e Sushi Saito in Giappone. Ma tanti, con punteggi altissimi, sono anche i ristoranti italiani nel “gotha” della ristorazione mondiale secondo “La Liste”, la classifica francese dei 1.000 ristoranti migliori al mondo, formata da un algoritmo che elabora i giudizi delle più importanti guide alla ristorazione. E così, con 99 punti ci sono il Da Vittorio di Brusaporto della famiglia Cerea e Le Calandre di Rubano dei fratelli Alajmo, davanti, per appena mezzo punto, a 98,5, al Dal Pescatore a Canneto sull’Oglio della famiglia Santini e al Piazza Duomo di Alba di Enrico Crippa (con la famiglia Ceretto). 98 punti, invece, per La Pergola del Rome Cavalieri, per l’Osteria Francescana di Modena, per il Ristorante Reale di Castel di Sangro. Con 97,5 punti, e primo non “tristellato Michelin” italiano in classifica, c’è il Castel Fine Dining a Tirolo, insieme all’Uliassi a Senigallia, ancora tre stelle Michelin, così come il Villa Crespi di Orta San Giulio. Tutti avanti di appena mezzo punto, invece, per il Casa Vissani di Baschi di Gianfranco Vissani, che ha 97 punti, come il Da Caino a Montemerano di Valeria Piccini e La Madia a Licata di Pino Cuttaia.  E poi, ancora, La Peca di Lonigo, Casa Perbellini a Verona, La Madonnina del Pescatore a Senigallia, il Da Vittorio Shanghai, il Lido 84 di Gardone Riviera, il Miramonti l’Altro a Concesio, l’Enrico Bartolini al Mudec a Milano, l’Enoteca Pinchiorri di Firenze, il Krèsios di Telese Terme, l’8 1/2 Otto e Mezzo Bombana ad Hong Kong, la Gourmetstube Einhorn a Freienfeld bei Sterzing ed il Terra, a Sarentino (Bolzano) il Duomo di Ciccio Sultano a Ragusa, ed il Quattro Passi di Fabrizio Mellino, fresco di conquista della terza stella Michelin, a Nerano (Napoli). Tra le curiosità, per l’Italia, il “Premio Innovazione”, assegnato al celeberrimo “macellaio poeta” Dario Cecchini, con la sua “Officina della Bistecca”, a Panzano in Chianti (Firenze), nel cuore del Chianti Classico, secondo le anticipazioni del magazine francese “Nouvelle Gastronomique”. 
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“Effetto classifiche” sul mercato
Le grandi classifiche internazionali del vino confermano di avere i loro effetti sul mercato. E, in particolare, la “Top 100” by “Wine Spectator” che, come ormai ben noto, ha incoronato il Brunello di Montalcino 2018 di Argiano al n. 1, come “Wine of the Year”. Che, chiaramente, è diventato subito un vino richiestissimo dai collezionisti: per il Liv-Ex, tra il 10 novembre (quando la notizia è arrivata) ed il 16 novembre, il Brunello di Montalcino Argiano 2018 è stato il vino più scambiato in assoluto, in volume, con un valore arrivato a 690 sterline per una cassa da 12 bottiglie, e con un’altra etichetta della cantina guidata da Bernardino Sani, e di proprietà dell’imprenditore brasiliano Andrè Esteves, in top 5, ovvero il Brunello di Montalcino 2015 (a 344 sterline a cassa). Bene anche il Sassicaia 2019 (che ha mosso più valore di tutti) ed il Tignanello 2020 di Antinori.
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Focus
“The Enthusiast 100” 2023: Piemonte e Langhe al top
Come ogni fine anno, continuano ad arrivare le grandi classifiche internazionali del vino. Ed ora tocca alla “The Entusiast 100” 2023, la classifica dei vini dell’anno del magazine americano (di cui le firme degli assaggi dall’Italia sono Jeff Porter e Danielle Callegari). Una classifica che, se vede al n. 1 assoluto il Cabernet Sauvignon Monitor Ledge Vineyard 2019 di Duckhorn, dalla Napa Valley, conta 16 etichette italiane, soprattutto dalle Langhe, con tanto Barolo, qualche chicca della spumantistica tra Franciacorta e Conegliano, ed escursioni in Valtellina, Emilia Romagna e Toscana, senza, però, le grandi denominazioni come Chianti Classico, Brunello di Montalcino e Bolgheri, ma con il Nobile di Montepulciano ed un peculiare Igt, che nasce da un vitigno spagnolo. Primo degli italiani, al n. 2 della classifica, un grande classico come il Barolo Serradenari 2019 di Ratti, seguito, ancora in “top 10”, da un sorprendente Franciacorta CruPerdu Grande Annata Extra Brut 2016 di Castello Bonomi (del gruppo Casa Paladin), al n. 7, davanti ad un altro must delle Langhe, come il Barolo Bricco Rocche 2019 di Ceretto, n. 8. E poi ancora i vini di Borgogno, Vigneto Setti, Vietti, Pertinace, Terre Vive, Nino Negri (Gruppo Italiano Vini), Fontanafredda, Rotari (Mezzacorona), Sandrone, Borgoluce, Salcheto, Emilio Vada e Pietro Beconcini.
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Cronaca
Addio al “pioniere” Michele Chiarlo
Il Piemonte del vino saluta uno dei suoi grandi pionieri: si è spento, a 88 anni, Michele Chiarlo, alla guida, con i figli Alberto e Stefano Chiarlo, della Michele Chiarlo, una delle cantine più prestigiose del Piemonte.  “Ho avuto il piacere di conoscerlo in mezzo alla bellezza del Parco de La Court - ricorda il direttore WineNews, Alessandro Regoli - insieme a grandi nomi di fama internazionale dell’arte come Emanule Luzzati ed Ugo Nespolo: mi piace ricordare soprattutto la sua visione pionieristica nell’immaginare il vigneto come luogo d’arte e di cultura”. 
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Wine & Food
Vino, affari milionari in Usa: Duckhorn acquisisce Sonoma-Cutrer per 400 milioni di dollari
Continuano le acquisizioni multimilionarie del mondo del vino nel territorio americano: dopo i 900 milioni di dollari sborsati dal colosso australiano Treasury Wine Estates per acquisire Daou Vineyards, cantina icona dei vini di lusso della California, a Paso Robles, è fresca la notizia dell’accordo per l’acquisizione di Sonoma-Cutrer da parte di Duckhorn Portfolio, uno dei grandi nomi della Napa Valley con già dieci aziende vinicole controllate (Duckhorn Vineyards, Decoy, Paraduxx, Goldeneye, Migration, Canvasback, Calera, Kosta Browne, Greenwing, Postmark). Si parla di un accordo da 400 milioni di dollari (tra azioni e contanti) con l’operazione che dovrebbe essere completata entro il terzo trimestre 2024. Al 31 luglio 2023, prendendo in considerazione gli ultimi dodici mesi, Sonoma-Cutrer ha chiuso con 84 milioni di dollari di vendite nette.
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Low & no alcol, giovani e territorialità: il mercato del vino guarda al futuro
I trend letti con gli occhi del “Pinot Grigio delle Venezie”, che ha chiamato a raccolta imprenditori, operatori e analisti di mercato. Le riflessioni di Sandro Sartor (ai vertici di Constellation Brands, di Ruffino e consigliere del Consorzio delle Venezie) Lulie Halstead (Iwsr), Kristi Paris (Vivino), David Gluzman (Wine Folly). Tra la necessità, per le grandi denominazioni (e non solo), di seguire i trend, e, al tempo stesso, di definire ed affermare la propria identità.
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