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N. 2.531 - ore 17:00 - Mercoledì 14 Novembre 2018 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Con lo Chardonnay Carneros Larry Hyde & Sons 2016 di Aubert, dalla California, al n. 6, ed il mito dello Champagne, Dom Perignon, con il Legacy Edition 2018 al n. 5, si avvicina il podio della “Top 100” di “Wine Spectator”, che domani svelerà le posizioni dalla n. 4 alla n. 2, per poi annunciare il vino dell’anno al n. 1 venerdì. Solo un vino italiano, per ora, nella “top 10” della più attesa classifica internazionale del vino, l’Etna San Lorenzo 2016 di Tenuta delle Terre Nere, al n. 9, davanti al The Bedrock Heritage Sonoma Valley 2016 di Bedrock al n. 10, e dietro allo Châteauneuf-du-Pape 2016 de Le Vieux Donjon e al Pinot Noir Chehalem Mountains Dopp Creek di Colene Clemens. |
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Presidio dei territori, grazie agli oltre 140.000 soci viticoltori delle oltre 480 cantine cooperative del Belpaese, ma sempre più ponte tra i territori stessi ed i mercati del mondo, perché se il giro d’affari complessivo delle coop vinicole del Belpaese è di 4,5 miliardi di euro (e vale il 60% della produzione complessiva), il fatturato all’estero delle sole 20 realtà più importanti vale 1,3 miliardi di euro, un quinto dell’export complessivo del Belpaese, con una crescita del 44% negli ultimi 5 anni. Il mondo della cooperazione sarà sotto ai riflettori a “Vi.Vi.Te - Festival del vino cooperativo”, evento firmato dall’Alleanza delle Cooperative, di scena il 17 e 18 novembre, a Milano (Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia). Dove, tra degustazioni, come le master class guidate da Daniele Cernilli o i “Tre Bicchieri Cooperativi”, con Gianni Fabrizio del Gambero Rosso, e dibattiti su temi come il linguaggio del vino, la sostenibilità, i mercati e non solo, al centro ci saranno anche esperienze che hanno legato la produzione di vino di qualità e l’agricoltura al riscatto sociale, come raccontano le case history di San Patrignano, dove la riscossa dalla tossicodipendenza passa anche dal lavoro in vigna ed in cantina, o di Libera Terra, la cooperativa fondata da Don Luigi Ciotti che si prende cura dei terreni confiscati alle mafie. Sul palco, tra gli altri, Raffaele Borriello (Ismea), Francesco Citarda (Libera Terra), Renzo Cotarella (Antinori), Paolo De Castro (Europarlamentare), Denis Pantini (Nomisma), Ruenza Santandrea, Christian Scrinzi (Gruppo Italiano Vini), Angelo Totaro (San Patrignano) e Pierluigi Zama (Cevico). Nel calice, i vini delle cooperative vinicole più importanti ed affermate del Belpaese: solo per citarne alcune, dalle trentine Mezzacorona, Cavit e La-Vis alla veneta Cantina di Soave, dalla piemontese Terre del Barolo alla toscana Vignaioli del Morellino di Scansano, dall’abruzzese Cantina Tollo alla marchigiana Moncaro, dalla friulana Viticoltori La Delizia all’emiliana Caviro, dalla siciliana Cva Canicatti alla altoatesine Cantina di Merano e cantina di Cortaccia, oltre a due importanti realtà di Francia, come Coopérative de Tutiac (Bordeaux) e Coopérative Nicolas Feuillatte (Champagne). |
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Il 16 novembre, a Parma, sarà il giorno delle stelle, quelle della guida Michelin, la più importante firma della critica gastronomica mondiale, che svelerà il suoi verdetti sull’Italia in tavola. Ma, intanto, Pambianco ha messo in fila gli chef più ricchi del Belpaese. Al vertice assoluto c’è la famiglia Cerea, guidata da Chicco e Bobo Cerea, che con il loro ristorante Da Vittorio di Brusaporto (3 stelle Michelin) e le attività collegate, in primis il catering di alto livello di cui sono leader nazionali, hanno incassato, nel 20187, 17,9 milioni in crescita del 3,5% sul 2016. A seguire ci sono i fratelli Massimiliano e Raffaele Alajmo, anche loro con un ristorante tristellato, Le Calandre di Rubano (e altri locali) a 13,4 milioni di euro, e poi Antonino Cannavacciuolo, che tra il suo Villa Crespi di Orta San Giulio, 2 stelle Michelin, e altre attività, ha fatturato 9,9 milioni di euro, con una crescita del 25% sul 2016. |
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Il Lessona San Sebastiano allo Zoppo 2010 di Tenute Sella dal Piemonte, il Franciacorta Pas Dosé Riserva 33 2011 di Ferghettina dalla Lombardia, l’Alto Adige Cabernet Mumelter Riserva 2016 di Cantina Bolzano dall’Alto Adige, il Friuli Colli Orientali Biancosesto 2016 de La Tunella in Friuli Venezia Giulia, l’Amarone della Valpolicella 2010 di Trabucchi d’Illasi dal Veneto, il Colli di Luni Vermentino Cavagino 2017 di Lunae Bosoni dalla Liguria, il Tenuta di Trinoro 2015 di Tenuta di Trinoro dalla Toscana, il Rosso Piceno Superiore Roggio del Filare 2015 di Velenosi dalle Marche, il Syrah Vendemmia Tardiva Kaid 2017 di Alessandro Di Camporeale ed il Dydime 2017 della Tenuta Capofaro di Tasca d’Almerita dalla Sicilia: in tempo di guide, ecco i 10 migliori assaggi in assoluto per “Bibenda 2019”, edizione n. 21 della guida curata dalla Fondazione Italiana Sommelier (Fis) di Franco Ricci. Un’edizione che celebra anche l’evoluzione del vino italiano: nella prima edizione, datata 1999, c’erano 713 aziende, e 156 vini premiati con i “5 Grappoli”, il massimo riconoscimento, nell’ultima edizione le cantine sono 2.029, e i vini premiati 609. La premiazione ufficiale il 24 novembre all’Hotel Rome Cavalieri, a Roma. |
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2,8 milioni di presenze (il 30% da Bologna), per 50 milioni di euro di fatturato, “in linea con il business plan”: è il bilancio del primo anno di Fico - Eataly World, annunciato oggi a 12 mesi esatti dall’apertura. Un parco che, secondo i rumors, potrebbe presto aprire anche in Cina, mentre secondo Nomisma, ha generato un indotto di 23 milioni di euro per la città di Bologna, dove è nato. E dove sono in arrivo novità, dal parco divertimenti realizzato dal Gruppo Zamperla, con un investimento di 11 milioni di euro, ad un hotel 4 stelle con 200 camere. |
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Dopo i rumors delle ultime settimane sull’interesse di fondi da Italia, Usa e Cina, sembra vicina la chiusura dell’affare che vedrà Zonin1821, uno dei gruppi più importanti del vino italiano, aprire il proprio capitale. Secondo le ultime voci, sarebbe prossimo l’ingresso, in quota di minoranza, e con un aumento di capitale dedicato (intorno ai 60 milioni di euro per il 40% della nuova compagine sociale) di 21 Investimenti, il fondo che fa capo ad Alessandro Benetton (e che, in passato, ha già investito in Farnese Vini, ndr), e si parla anche di un altro “veicolo” legato ad alcuni membri della stessa famiglia Benetton. La firma dovrebbe arrivare nei prossimi giorni. Una partnership finanziaria, e senza ruolo operativo, con il controllo del gruppo che resterà in mano a Domenico Zonin, presidente, ed ai fratelli Francesco e Michele Zonin, vicepresidenti. |
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Per diventare grandi sul mercato cinese ci vuole una presenza forte e costante, perché i numeri ci pongono ancora ben distanti dai Francia e Australia, ma il futuro è tutto da costruire. Dalla tappa cinese di ProWein, a Shanghai fino al 15 novembre, produttori e voci del Belpaese: a WineNews Sofia Biancolin (De. Sa.), Fabio Cordella (Fabio Cordella Vigneti), Fabrizio Miccoli, Marta Pasquon (Clara C), Bernardo Brecci (Poggio Le Volpi), Stefano Brunetto (Montenero), Sebastian Woll (Wine Educator & Consultant) e Mourad Ouada (Enologo Consulente). |
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