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N. 4.164 - ore 17:00 - Martedì 4 Marzo 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Promuovere la collaborazione e lo scambio di informazioni tra produttori di vino, associazioni, rappresentanti governativi, organizzazioni per il turismo e lo sviluppo economico, con i protagonisti che parteciperanno attivamente alle opportunità di sviluppo professionale attraverso discussioni sulle tecniche di vinificazione e sui metodi di sostenibilità. Obiettivi di The Global Artisan Vintners Alliance (Ava), progetto annunciato da The Livermore Valley Wine Community (Lvwc) e dal supervisore della contea di Alameda, David Haubert e sposato da 9 regioni da Argentina, Brasile, Croazia, Francia, Ungheria, Messico, Portogallo, Usa. | |
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| | I dazi Usa al 25% anche sui prodotti agricoli europei sembrano sempre più vicini. Nella tarda serata di ieri il presidente Usa Donald Trump, sul suo social “Truth”, ha scritto “ai grandi agricoltori degli Stati Uniti: preparatevi a produrre molti prodotti agricoli da vendere all’interno degli Stati Uniti. Il 2 aprile scatteranno le tariffe sui prodotti esterni. Divertitevi”, riferendosi esplicitamente, dunque, al comparto agricolo. La lista dei prodotti che saranno effettivamente colpiti ancora non è nota, mentre si azzardano stime dei possibili danni su un mercato, quello Usa, che per il vino italiano vale quasi 2 miliardi di euro di export, un quarto del suo totale, e per tutto l’agroalimentare, 7,8 miliardi di euro su 69 di export totale (dati Istat). E se Coldiretti parla di 1 miliardo di euro per le aziende italiane, di cui la metà a danno del vino, ma con impatti forti anche su pasta, olio e formaggi, e con il rischio di vedere aumentare “l’italian fake”, le stime di Unione Italiana Vini - Uiv dell’impatto diretto ed indiretto di dazi al 25% in Usa, arrivano fino ad 1 miliardo di euro per il solo settore enoico italiano, con ripercussioni anche su altri mercati, oltre a quello americano. Confagricoltura, con il presidente Massimiliano Giansanti, parla di un danno potenziale per l’agroalimentare “da 1,5 miliardi di euro solo per la parte acquisti, e poi dovremmo considerare anche le misure protezionistiche a specchio che introdurrà l’Ue, perchè noi acquistiamo anche molti prodotti dell’agricoltura americana che poi usiamo nella nostra filiera di trasformazione, e che in parte riesportiamo negli Stati Uniti, quindi rischiamo di pagare due volte”. “Si profilano danni per miliardi di euro, ma gli agricoltori di Trump non potranno mai produrre Grana Padano, Prosciutto di Parma, Pecorino romano, Prosecco, Brunello e tutte le Dop e Igp made in Italy, il cui export in Usa vale oltre 2,4 miliardi, una ricchezza anche per l’Europa. Altro che divertimento, serve una risposta ferma e risoluta”, alza i toni il presidente Cia, Cristiano Fini. Ad esprimere preoccupazione, dal mondo del vino, anche il Consorzio Vini della Valpolicella, secondo cui “è fondamentale rafforzare il dialogo con i nostri partner commerciali negli Stati Uniti per trovare soluzioni che tutelino un settore chiave del made in Italy”. | |
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| | L’agricoltura ha salutato un 2024 in cui i risultati sono stati migliore di altri comparti, confermandosi una risorsa per l’economia nazionale, oltre che un volano per tanti prodotti simbolo del made in Italy. Nel 2024, infatti, fa notare l’Istat, l’economia italiana ha registrato un rialzo del Pil in volume (+0,7%), pari a quello del 2023, con il valore aggiunto che è cresciuto in agricoltura (+2%). “Quanto ha comunicato l’Istat - ha dichiarato il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida - certifica il ruolo centrale dell’agricoltura: il settore primario traina la crescita economica dell’Italia, registrando un incremento del valore aggiunto del 2%. Agricoltura, silvicoltura e pesca sono tra i settori con la crescita più significativa. Un segnale chiaro della vitalità e della forza ritrovata di un comparto strategico”. | |
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| | | Le esportazioni di olio evo italiano raggiungono complessivamente 160 Paesi, con il 65% del valore delle vendite che viene realizzato in 5 top mercati. In testa ci sono gli Usa a quota 32%, seguiti da Germania (15,5%), Francia (7,9%), Canada (4,7%) e Giappone (5,3%). Non mancano, tuttavia, segnali di dinamismo: tra gennaio e novembre 2024, l’olio d’oliva made in Italy ha registrato performance sopra la media in Germania (+58% la crescita del tricolore contro un aumento delle importazioni del 42%), Corea del Sud (+141% vs +86%), Australia (192% vs 106%) e Messico (99% vs 82%). L’extravergine, in particolare, ha messo a segno crescite interessanti anche sul fronte dei volumi proprio in Corea del Sud e Germania, dove le quantità sono aumentate rispettivamente dell’82% e del 19,4% sulle cifre del 2023, a fronte di un aumento a valore del 152,6% verso Seul e del 68% verso Berlino. Ecco i numeri dell’Osservatorio Sol2Expo, presentati a Sol2Expo - Full Olive Experience, il salone dedicato al mondo dell’olivo e dell’olio, a Verona (2-4 marzo). I dati raccontano che, negli ultimi 20 anni, il consumo mondiale di olio è passato da 2,7 a 3 milioni di tonnellate, con i tassi di crescita più rilevanti registrati nei Paesi extra-Ue (dal 28% al 57%): in particolare, oltre a Europa e Nord America, crescono i mercati in Sud America e Asia. | |
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| | | Da una parte, le sfilate degli stilisti più importanti del mondo, dall’altra, le etichette che rappresentano l’eccellenza dell’enologia italiana, entrambe protagonisti alla “Milano Fashion Week” 2025. Se il Franciacorta si conferma brindisi ufficiale dell’evento, il Consorzio di tutela Lugana Doc rinnova la partnership con Fondazione Sozzani, accompagnando il brand Florania. Il Consorzio del Prosecco Doc firma, con l’artista SteReal, un murales dedicato alle donne, mentre la cantina siciliana Fazio si “gemella” con lo stilista Alessandro Enriquez. | |
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| | Forse un giorno, anche a breve, saranno davvero, come dice il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, “un prodotto accessibile, che può rappresentare una nuova opportunità per la filiera ittica italiana”. Ma ad oggi, nell’immaginario collettivo, le ostriche, classicamente abbinate allo Champagne, sono uno dei simboli del lusso in tavola, tra i prodotti più costosi ed esclusivi della pesca. Capaci, però, non già di dividere, come accade spesso, ma di unire la politica visto che, da maggioranza e opposizione, “bipartisan”, come si usa dire, è arrivato l’ok alla proposta di ridurre l’Iva sulle ostriche, dal 22% al 10%. Ad annunciarlo, in una nota, lo stesso Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che oggi al Senato ha incontrato “i pescatori di Goro, che, da anni, affrontano le conseguenze dell’emergenza granchio blu”. | |
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| | | A WineNews, Oscar Farinetti, nel lancio di “Renaissance” n. 4, a Fontanafredda, con il Barolo di Serralunga d’Alba 2021 dedicato all’ottimismo. “Il vino di qualità aiuta a pensare meglio. Chi fa vini di alto livello, non solo di prezzo, non avrà problemi, ma non vorrei essere nei panni di chi fa vino da grandi numeri. Il vino dealcolato? Io non lo farei, non è vino, ma deciderà mio figlio. Con i dazi Usa ce la caveremo al massimo con un 5-10%, non cambierà la vita. Ci sono problemi più gravi, che sono quelli sociali, della cattiveria, del razzismo. Gli Usa sono un grande Paese grazie agli immigrati”. | |
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