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WineNews
N. 3.968 - ore 17:00 - Venerdì 24 Maggio 2024 - Tiratura: 31.211 enonauti,
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La News
Effetto Unesco nel Prosecco Docg
Nel 2019 le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene hanno ricevuto il riconoscimento Unesco: un attestato che ha dato sviluppo ulteriore all’economia territoriale. Il Distretto del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg nel 2017 contava 347 strutture extra-alberghiere diventate 531 nel 2022; i posti letto nelle strutture extra-alberghiere sono passati dai 2.867 del 2017 ai 4.211 del 2022; le case spumantistiche dalle 185 del 2017 alle 209 del 2022. Il totale delle imprese globali da 4.418 (2017) a 4.514 (2022), gli addetti alle case spumantistiche dai 2.726 del 2017 ai 3.514 del 2022, quelli globali da 6.245 a 6.867 nel quinquennio.
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Primo Piano
Chi trova l’Unesco scopre un tesoro: è boom di turisti e di nuove attività
Pochi riconoscimenti, come quello Unesco, mettono d’accordo le persone, e, in un mondo dove ci si “divide” per qualsiasi cosa, si tratta di qualcosa dal prestigio assoluto. L’Italia lo sa bene, essendo la regina mondiale dei riconoscimenti Unesco, ne conta ben 59 tra quelli Patrimonio dell’Umanità ed i 14 che sono iscritti nella lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale. Un “tesoro” dove hanno un peso notevole anche l’enogastronomia e il paesaggio, ad iniziare dai “terroir” del vino e quindi le “Colline del Prosecco di Conegliano e di Valdobbiadene”, i “Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato”, la “Val d’Orcia”, “La pratica agricola tradizionale della coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria”, dove insiste anche il riconoscimento multinazionale dell’“Arte dei Muretti a Secco”, che caratterizza anche altri paesaggi viticoli come quelli del Soave, della Valpolicella, delle Cinque Terre in Liguria, della Valtellina e non solo. E poi il cibo, dalla “Dieta Mediterranea” e “L’arte tradizionale dei pizzaiuoli napoletani” alla “Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali”. Ma la lista Unesco potrebbe arricchirsi, chissà, con la “Cucina Italiana”, il “Sistema delle ville-fattoria del Chianti Classico” e la “Tecnica di appassimento delle uve della Valpolicella”. Ma quanto “pesa” per un territorio avere delle eccellenze Unesco? Se ne è parlato al Festival dell’Economia di Trento attraverso una ricerca internazionale portata avanti dalla Cattedra Unesco dell’Università Sapienza (Roma) e illustrata da Pierluigi Petrillo, presidente dell’Evalutation Body della Convenzione Unesco sul Patrimonio Culturale Immateriale. I ritorni economici, dall’occupazione alla nascita di nuove attività, sono evidenti così come gli arrivi dei turisti, sopra la media nazionale. Dati superiori anche per il numero delle aziende agrituristiche aperte dopo l’ambito riconoscimento (evidente l’esempio di Pantelleria, +60%) con il “caso Conegliano e Valdobbiadene”, preso come modello nel constatare come il riconoscimento Unesco (arrivato nel 2019, e quindi in periodo Covid) sia in grado di aumentare anche l’occupazione.
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La Scandinavia e il vino in Pet
Entro il 2030 i monopoli della Scandinavia devono ridurre le emissioni di carbonio del 50% e un modo per inquinare di meno potrebbe essere sostituire le bottiglie di vetro del vino con contenitori in Pet riciclabile e sostenibile. Come riporta “Vitisphere”, è questa una sfida che vedrà impegnati nei prossimi anni i distributori di bevande alcoliche di Svezia, Norvegia e Finlandia. Gad Pettersson, responsabile della catena di approvvigionamento sostenibile “Systembolaget” in Svezia, dove è nata la Tetra Pak, ha detto che “l’80-90% dei vini acquistati nei Paesi nordici vengono consumati nei giorni o nelle settimane successive all’acquisto, quindi non ha senso che siano confezionati in pesanti bottiglie di vetro, che poi finiscono allo smaltimento dei rifiuti con un forte impatto ambientale”. E il suo pensiero è un’opinione molto condivisa. 
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Focus
Il “fuori casa” è essenziale, ma frenato dall’inflazione
Gli italiani, da sempre, amano incontrarsi, godersi le piazze, sostare ad un tavolino e gustare un pasto o un buon aperitivo. D’altronde siamo il Paese dei bar, dei ristoranti, trattorie ed osterie che popolano le vie, locali sinonimo di convivialità e che hanno rivisto negli italiani, dopo l’amara parentesi del lockdown, la voglia di ritrovarsi. Ma se l’emergenza sanitaria è, per fortuna, un ricordo, a frenare lo slancio c’è l’effetto inflazione per i consumatori ed i costi saliti per gli imprenditori, tanto che vivere il “fuori casa”, con gli stipendi che non decollano, per molti può essere considerato un piccolo lusso. Sarà questa, quindi, una delle sfide più importanti da vincere per un settore, quello dell’horeca, che riveste un’importanza da non trascurare nell’economia nazionale, ma anche in un’ottica sociale e di integrazione. La voglia di convivialità, non a caso, viene fuori in modo evidente anche dal report della Federazione Italiana Distributori Horeca (Italgrob) e Censis che hanno presentato (ieri, al Senato della Repubblica) il Rapporto “Il fuori casa rende l’Italia migliore”, edizione n. 3. Quello che emerge dallo studio in questione, tra i vari aspetti, è l’importanza della convivialità, come bisogno e desiderio primario delle persone e come componente decisiva del benessere collettivo (in approfondimento).
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Roma Doc
Cronaca
È tempo di assaggiare: ecco gli eventi
Dal “Campania Stories Day”, stasera, con le nuove annate dei vini campani a Dugenta nel Sannio ad “Anteprima Terra Madre e Festa del Bio” a Roma (24-26 maggio) con FederBio e Slow Food Italia, con cui, a Brescia, si assaggiano le “Birre d’Italia” 2025 (oggi e domani), dal “Festival Oltrepò” (25-26 maggio) agli “Artisti dello Streetfood” dai Cerea a Brusaporto (29 maggio), senza dimenticare “Cantine Aperte” (25-26 maggio). Amanti di ciclismo? Nell’agenda WineNews ci sono anche “Eroica Montalcino” (24-26 maggio) e il “Tuscany Trail” in Maremma (oggi e domani, sold out). 
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Wine & Food
Da formato povero a protagonista delle tavole stellate: Felicetti rilancia la “pasta mista”
Nei tempi in cui sprecare il cibo era semplicemente impensabile, gli avanzi dei vari formati di pasta venivano riposti in un cassetto della dispensa: qui si mescolavano dando origine alla cosiddetta “pasta mista”, usata in particolare nella cucina tradizionale del Sud. Ora il pastificio trentino Felicetti - uno dei top player del settore, con un fatturato 2023 che si aggira sui 54 milioni di euro - la inserisce nel proprio catalogo Monograno riservato alla ristorazione, puntando ai sempre più numerosi chef che negli ultimi anni hanno sdoganato la “pasta mista” nei loro menu, da Gennarino Esposito de La Torre del Saracino a Peter Brunel ad Arco. Per realizzarla Felicetti utilizza un’unica trafila che produce fusilli, mafaldine, ziti, spaghetti quadrati, gramigna e fettuccine, che nascono insieme e non vengono mescolati in seguito, per valorizzare le diverse consistenze.
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Castello del Terriccio
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Masottina
Consorzio Vini di Romagna
Tenuta Sette Ponti
Bosca
WineNews.tv
Vitigni, denominazioni, Uga, alcol: riflessioni intorno al vino con il professor Maurizio Ugliano
Il futuro del settore, alle prese con tante sfide, dalla vigna al mercato, secondo il docente di Enologia all’Università di Verona. “Serve un approccio olistico, e non settoriale, come a volte anche noi ricercatori abbiamo. Le soluzioni sono complesse e chiamano in causa più aspetti contemporaneamente. Ma bisogna avere il coraggio di rimettere in discussione cose che andavano bene nel passato, ma che oggi, in una situazione cambiata, dal clima al mercato, non sono più al passo con i tempi”
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