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WineNews
N. 4.156 - ore 17:00 - Giovedì 20 Febbraio 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
Il futuro? La tavola buona, pulita e giusta
Il futuro è una tavola dove vini e cibi buoni, puliti e giusti, sinonimo di sana alimentazione, si accompagnano a casa e fuoricasa. È il trend di cui si parlerà a Slow Wine Fair 2025 che, all’edizione n. 4 con la direzione artistica di Slow Food, è l’incontro mondiale della Slow Wine Coalition e dei vini frutto di un’agricoltura sostenibile, artigianale, che rispetta la biodiversità e il paesaggio, tesa alla crescita socio-culturale delle comunità agricole e a rendere i consumatori più consapevoli, e Sana Food, la nuova veste del Sana, lo storico Salone del biologico e del naturale, all’edizione n. 36, per la prima volta, insieme a BolognaFiere (23-25 febbraio).
Approfondimento su WineNews.it
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Primo Piano
La Toscana del vino fa sistema, e prova ad unirsi intorno al suo top brand, “Toscana”
Celebre anche per il suo fortissimo campanilismo, la Toscana del vino prova ad invertire la rotta, a fare sistema e ad aggregarsi intorno al suo brand più forte e conosciuto nel mondo, che è, appunto, “Toscana”. E se oggi a Firenze, nell’Anteprima de “L’Altra Toscana”, che riunisce 13 Dop e Igt della Regione Toscana che, come ricorda Francesco Mazzei, presidente dell’Associazione e del Consorzio Vini Maremma, “rappresentano il 40% dell’intera produzione toscana”, arriva anche la notizia che sarà il Consorzio della grande Igt Toscana (guidato da Cesare Cecchi e Stefano Campatelli, per 15.000 ettari di vigneto, 89 milioni di bottiglie certificate nel 2024 ed un valore alla produzione di 500 milioni di euro) a tutelare i vini della dinamica Igt Costa Toscana, ad oggi promossa dall’Associazione dei Grandi Cru della Costa Toscana, guidata da Duccio Corsini, per 1.500 ettari vitati e 5 milioni di bottiglie. Ad annunciarlo ieri, a Palazzo Corsini, a Firenze, lo stesso Duccio Corsini, alla presenza, tra gli altri, dell’Assessore all’Agricoltura e Vice Presidente della Regione Toscana Stefania Saccardi, secondo cui questo, come ha spiegato a WineNews, “è un bellissimo segnale, un processo che è iniziato e che può portare anche ad un allargamento dei partecipanti a questa iniziativa. Mi auguro sia l’inizio di un percorso”. Verrebbe da dire, dunque, la grande tradizione che rimane nei grandi territori classici, come Montalcino, Bolgheri, Chianti Classico e Montepulciano, per esempio, e la modernità della Toscana che si concentra nell’Igt. “Un ottimo riassunto - commenta Saccardi - mi pare un quadro bello. E non credo che tutto ciò sia in contraddizione con il rispetto delle diversità dei territori. Da un lato abbiamo il Chianti Classico che ha fatto le Uga, così come Montepulciano che ha fatto le Pievi. Si vuole collegare e legare sempre di più i vini al territorio, ma tutto questo può stare benissimo anche sotto l’identità della Toscana, che è un valore aggiunto straordinario, sempre e comunque, nel mondo. Io credo che, in una fase anche di grande incertezza a livello internazionale come quella che si apre, riuscire a fare squadra oggi sia un valore, perché da soli non si vince, non ci si salva”.
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Mondiali senza alcol
“Ognuno ha la propria cultura. Siamo felici di accogliere le persone nei limiti della nostra cultura, ma non vogliamo cambiarla per qualcun altro. Ci si può divertire molto senza alcol: non è necessario al 100%”. Così, l’Ambasciatore saudita nel Regno Unito, il principe Khalid bin Bandar Al Saud, ha dichiarato che non ci saranno alcolici ai Mondiali di Calcio 2034 in Arabia Saudita: qui non si beve alcol e non sarà fatta un’eccezione, con il divieto che riguarderà anche bar e ristoranti. Il rapporto tra gli alcolici e il calcio, lo sport più popolare al mondo, non è mai stato “lineare”. Se a livello di sponsorizzazione si sono negli anni concretizzate partnership importanti, diverso è il discorso se si prende in considerazione la possibilità di bere alcolici mentre si assiste ad una partita dove i divieti, per motivi diversi, non sono una novità.
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Focus
Dalla biodiversità al piacere, le parole 2025 per Slow Food
“In questo momento storico particolare alcune questioni diventano esistenziali non solo per il pianeta, ma anche per la nostra vita, e una su tutte è mantenere la biodiversità, che non è solo “scientifica”, ma anche “culturale”: dobbiamo saper apprezzare pensieri diversi. Dalla nascita del movimento, 40 anni fa, a quella di Terra Madre e dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, dall’educazione alimentare agli Orti in Africa, il lavoro che abbiamo svolto per difenderla con l’Arca del Gusto ed i Presìdi ha creato un patrimonio che è diventato un’economia parallela. Questo patrimonio deve diventare ancora di più motivo di orgoglio, ma anche di conoscenza. In ogni parte del Pianeta c’è una produzione che in alcuni casi da millenni, grazie al clima, alla cultura ed al savoir-faire della popolazione locale, spesso di donne straordinarie, ha mantenuto la sua biodiversità e la sua identità, di fronte all’omologazione dell’industria alimentare e alle sue esigenze quantitative. La biodiversità è un investimento per le future generazioni, e noi abbiamo l’obbligo morale di mantenerla viva”. Lo ha detto Carlin Petrini, fondatore Slow Food, indicando con la presidente Slow Food Italia, Barbara Nappini, le parole 2025 del cibo buono, pulito e giusto. E che oltre a biodiversità, vanno da tempo a natura, al piacere.
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Consorzio Igt Toscana
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Cronaca
Chianti e Morellino di Scansano nel calice
Tengono sui mercati, e vedono crescere i loro valori, il Chianti, la denominazione più “pop” della Toscana, e il Morellino di Scansano, gioiello di Maremma. E sulla scorta di una vendemmia 2024 complessa ma positiva, in generale, in quantità, qualità e caratteristiche dei vini, con gradazioni alcoliche più basse del solito, soprattutto nel caso Chianti, guardano con fiducia al futuro. In approfondimento, i nostri migliori assaggi sulle ultime annate in arrivo sul mercato, da “Chianti Lovers & Rosso Morellino”, ieri a Firenze.
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Wine & Food
L’Ia avrà un grande impatto nel mondo del vino. E in Italia nasce l’assistente virtuale
Al momento l’utilizzo delle tecnologie basate sull’Intelligenza artificiale (Ia) è ancora poco diffuso nel settore del vino, ma l’impatto futuro sarà inevitabile. Le aree in cui si cominciano ad utilizzare i nuovi strumenti sono il marketing e le vendite, ma l’Ia prende piede anche nei vigneti e nelle operazioni di cantina. Ma in che modo può essere utilizzata nella produzione e nella vendita del vino? A questo risponde il primo sondaggio sull’Ia nel settore vitivinicolo statunitense, lanciato da “The Wine Market Council” e “Wine Business Monthly”. Anche in Italia il settore è in fermento: Svinando, piattaforma italiana di vendita online di prodotti enogastronomici (controllata da Italian Wine Brands), ha lanciato “Nando”, il primo assistente virtuale basato su intelligenza artificiale, nato per offrire un’esperienza di navigazione e consulenza personalizzata per i propri clienti.
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Castello del Terriccio
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Masottina
Consorzio Vini di Romagna
WineNews.tv
“Sui dazi l’attenzione è alta. Ma dobbiamo guardare anche alle regole interne all’Ue sul vino”
“A WineNews, dagli Stati Generali del Vino a Roma, il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. “A volte l’Europa fa un percorso di aggressione a se stessa, perché attaccare settori strategici come il vino, o l’agricoltura nel suo complesso, denunciando aspetti negativi e non quelli positivi di un sistema produttivo, è una politica suicida. Vino e alcolici sono diversi? Ho letto con interesse l’intervento di Angelo Gaja, ed è scritto anche nelle etichette, che l’alcol è solo una parte minoritaria del vino che, ovviamente, va consumato con moderazione”.
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