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N. 2.801 - ore 17:00 - Giovedì 19 Dicembre 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Con il Testo Unico della Vite e del Vino sono state istituite le “vigne”, in etichetta per i vini che provengono da micro appezzamenti di grande valore storico per la denominazione, vinificati separatamente. Il Soave ne ha individuate 25 - Albare, Calvarino, Campo Le Calle, Casette, Cavecchia, Cengelle, Cervare, Colbaraca, Colle Sant’Antonio, Contrada Salvarenza vecchie vigne, I Tarai, La Rocca, Le Caselle, Monte Bisson, Monte Ceriani, Motto Piane, Pressi, Roccolo, San Pietro, Val Grande, Vigna della Corte, Vigne della Brà, Vigne delle Fate, Vigne di Sande - che raccontano 200 anni di storia del territorio, da oggi iscritte nel Registro delle vigne della Regione Veneto. |
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Ricerca e innovazione nel rispetto del territorio e di chi lo abita, per il vino; la creatività, la tecnica e l’attenzione per le materie prime, per l’alta ristorazione; investire con determinazione nell’educazione alimentare dei giovani ad ogni livello, per l’istruzione; sfuggire alle pressioni del mercato e riscoprire la vocazione di committenti, e non semplici sponsor, delle aziende private, per l’arte; riscoprire il genius loci e le bellezze nascoste dei territori minori, per il turismo; redistribuendo le risorse e affrontando, anziché negando, il cambiamento climatico, per il pianeta. Con un denominatore comune: una visione etica, capace di oltrepassare i confini aziendali e privati per estendere i suoi effetti benefici sulla collettività. Sono le idee per un possibile futuro sostenibile in armonia con il territorio, secondo Academia Berlucchi-Il Circolo Virtuoso del Sapere, progetto voluto dalla famiglia Ziliani alla guida della storica griffe Guido Berlucchi, pioniera di una viticoltura sostenibile in Franciacorta, promotrice di una moderna agorà che riunisce personaggi di spicco di ambiti diversi - dalla chef stellata Antonia Klugmann a Paolo Corvo, direttore Laboratorio di Sociologia dell’Università di Pollenzo, dall’art curator Caroline Corbetta al vice direttore di Rai3 Giovanni Anversa, dal conduttore Mario Tozzi a Francesco Morace di Future Concept Lab, dal designer Tony Chambers al giornalista Luca Zanini - per condividere proposte su temi di interesse pubblico, che possano avere una ricaduta positiva sui territori, al centro dell’edizione n. 1 con i “Territori Sostenibili”. Territori noti e meno noti, ma che, secondo Vittorio Sgarbi, con il loro genius loci e la bellezza nascosta dell’arte “minore”, “possono divenire attrattori di pubblici più curiosi e colti, con positive ricadute sia culturali che economiche. Territori ancora poco e mal divulgati (Venezia, Firenze vs Franciacorta o bergamasco, così come altri), ma capaci di creare un modello di turismo sostenibile meno invasivo e spersonalizzante. Territori che devono essere protetti e valorizzati, non solo in termini conservativi ma anche nella prospettiva di una “cultura materiale” che deve essere considerata alla stregua della grande arte”. Un esempio? “Carlo Petrini e i suoi progetti dovrebbero ricevere oggi la stessa attenzione di Giotto o Michelangelo”. |
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Continua la corsa dell’agroalimentare italiano, che con una crescita prevista del 3% nel 2019 conferma il suo ruolo trainante nell’industria del made in Italy, ma restano alcune criticità sui tempi di pagamento, legate ad un mercato estremamente frammentato e caratterizzato da una forte concorrenza, con molte aziende di piccole dimensioni. Così, nel 2020 i grandi rivenditori, grazie ai forti flussi di cassa, incrementeranno i propri investimenti e le acquisizioni per guadagnare quote di mercato, e questo comporterà per le imprese di piccola taglia maggiore affanno in termini di liquidità, e conseguenti difficoltà a rispettare le tempistiche di pagamento delle fatture emesse dai propri fornitori. Ecco, in sintesi, il quadro delineato dallo studio sull’andamento del settore agroalimentare del Belpaese “Market Monitor Alimentare Italia - Dicembre 2019” firmato da Atradius. |
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Natale si avvicina, e gli italiani si organizzano per la tavola: l’85% celebrerà il pranzo natalizio tra le mura di casa, con una spesa che toccherà i 5 miliardi di euro tra Natale e Capodanno, con una crescita significativa, del +11%, sul 2018. Sul dolce, immancabile il panettone (79%) che batte di misura il pandoro (72%), ma in quasi la metà delle famiglie italiane (48%) c’è chi prepara in casa i dolci della tradizione locale del Natale. Nel periodo delle feste, però, il 66% degli italiani mangia almeno una volta al ristorante, e su questo fronte, però, è allarme sui piatti taroccati, con tanti menu “acchiappaturisti” che promettono un’autenticità ed un legame con la tradizione che poi, nel piatto, non c’è. Ecco gli atout dell’analisi Coldiretti/Ixè “Il Natale nel piatto”, di scena oggi a Roma. “Se nel menu della vigilia molto gettonato è il pesce, a Natale prevale la carne e vincono bolliti, arrosti e fritti, dall’agnello al tacchino - sottolinea Coldiretti - ma anche minestre, zuppe, paste ripiene, cappelletti in brodo e pizze rustiche. Rilevante è anche l’impegno ai fornelli con una media di 3,8 ore per cucinare le pietanze da servire. In particolare la maggioranza del 36% resterà in cucina meno di tre ore, il 16% da tre a cinque ore e il 18% oltre cinque ore tra coloro che rispondono”. |
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Nei primi 9 mesi del 2019, come già riportato da WineNews su dati Istat, il Belpaese ha esportato vino per 4,6 miliardi di euro, con una crescita che ha sfiorato il +4% sullo stesso periodo del 2018 (per un volume di 15,7 milioni di ettolitri, a +12%). E secondo Ismea, l’export in valore verso i Paesi Terzi è stato di 2,32 miliardi di euro, contro i 2,29 miliardi di euro verso la Ue. Se i dati di fine anno confermeranno tale differenza, sottolinea Ismea, si avrà un sorpasso mai registrato dall’inizio del nuovo millennio a oggi. |
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Un piano industriale da 15 milioni di euro per lo sviluppo tecnologico e produttivo, con investimenti dedicati all’innovazione tecnologica delle linee di confezionamento e del packaging, oltre che l’inserimento di macchinari destinati alla misurazione della produttività, ed una maggiore efficienza energetica nelle aziende Mondodelvino, uno dei principali gruppi vitivinicoli italiani, fondato nel 1991 da Marco Martini ed Enrico Gobino e che oggi conta su cinque stabilimenti produttivi in Piemonte, Emilia-Romagna e Sicilia, ed un fatturato che nel 2018 ha toccato i 110 milioni di euro nel 2018, per l’82% grazie all’export, in particolare nel Regno Unito, Germania, Scandinavia e Nord America. Ecco gli obiettivi che il gruppo vitivinicolo italiano intende raggiungere entro il 2026, in collaborazione con il fondo Anthilia, che ha sottoscritto il prestito obbligazionario. |
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Dopo aver passato indenni le forche caudine dei dazi voluti da Trump ad ottobre, le nubi tornano addensarsi su uno dei comparti simbolo del commercio internazionale del Belpaese. Che, se da una parte spera in un passo indietro, dall’altra non ha alcuna intenzione di farsi trovare impreparato, puntando sulle produzioni di alta qualità in Usa e guardando a nuove e vecchie e mete per non subire le scelte di Washington. A WineNews la voce del giornalista e vignaiolo Bruno Vespa e degli imprenditori enoici Federico Ceretto ed Albiera Antinori. |
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