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WineNews
N. 2.939 - ore 17:00 - Giovedì 9 Luglio 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
Il vigneto urbano di Pvsterla
Ci sono città in cui piccoli vigneti storici hanno resistito all’urbanizzazione: Torino ha la sua Vigna della Regina, Siena la Senarum Vinea, Venezia i Vigneti della Laguna, e Parigi la Clos Montmatre. E poi, ce n’è uno meno famoso, ma ancora più monumentale: il vigneto Pvsterla, quattro ettari vitati alle pendici del Castello di Brescia, il più grande vigneto urbano d’Europa, che affonda le proprie radici nel lontano 1037, “adottato” da Monte Rossa, griffe della Franciacorta che si prenderà cura del vigneto, riqualificandolo e valorizzandolo, per brindare alla città con il primo vino prodotto nel cuore di Brescia.
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Primo Piano
L’impatto economico del Coronavirus per vino e agroalimentare: il summit by “Il Sole 24 Ore”
L’agroalimentare, settore strategico del Made in Italy che vale circa 538 miliardi di euro, dai campi agli scaffali, fino alla ristorazione e all’horeca, pari al 25% del Pil, dopo i duri mesi del lockdown cerca di riemergere dalla crisi causata dal Coronavirus. E lo fa con le proprie forze, forte del terreno di mercato conquistato negli anni, ma anche con gli aiuti del Governo e della Ue. “Solo nel Decreto Rilancio - spiega la Ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova, intervenuta oggi al Food & Made In Italy Summit firmato dal Sole 24 Ore - ci sono più di 1 miliardo di euro destinati solo al settore. Per quanto riguarda il vino, ci troviamo di fronte ad un settore simbolo dell’eccellenza della biodiversità italiana, che più degli altri sta pagando cara questa crisi”. Misure che però per molti attori del settore del vino italiano non sono sembrati abbastanza: “se da un lato - afferma Ettore Nicoletto, vicepresidente di Federvini - si è cercato di sostenere la filiera, c’è stato però pochissimo a sostegno alla ristorazione e all’hotellerie che, ci tengo a sottolinearlo, nel 2019 hanno raggiunto insieme un valore di 10 miliardi di euro”. Il vino italiano, innegabilmente in profonda crisi per la chiusura del canale horeca e la riapertura a singhiozzi di ristorazione e hotellerie, però ha saputo anche rispondere alla crisi, o per lo meno difendersi bene, come racconta SimonPietro Felice, Direttore Generale di Caviro, realtà di spicco nel panorama della cooperazione enoica italiana. “Mai come nell’emergenza Covid il Gruppo Caviro e il sistema Cooperativo a cui fa capo - racconta - hanno dato prova di vigore e solidità. I clienti hanno apprezzato la continuità delle forniture e la capacità di adattamento alle loro richieste”. La politica, ad ogni modo, si è mossa, anche a livello europeo: la Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo ha messo in atto diverse misure, tra cui, l’ultima, annunciata ieri, prevede “per il vino, che è uno dei settori più colpiti, un ulteriore allargamento del cofinanziamento europeo portandolo al 70% - ha ricordato Paolo De Castro, coordinatore S&D alla Commissione Agricoltura - e altre iniziative che riguardano promozione e ristrutturazione. Ma il dibattito resta ovviamente aperto”.
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Uiv, il nodo è la promozione
“Tavolo vino” con le imprese per gestire i fondi della promozione Ministero Affari Esteri ed Ice, ruolo e peso del vino nel “patto per l’export”, meno promozione verso Gdo ed e-commerce e più comunicazione nel piano da 1,4 miliardi di euro, aumento a 150 milioni l’anno dei fondi Ocm promozione per il prossimo triennio, impegno istituzionale a sostegno dell’Horeca e del turismo, attenzione a possibili dazi: queste, in sintesi, le richieste inoltrate dall’ultima Assemblea Generale dell’Uiv - Unione Italiana Vini alla Ministra delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova, al Sottosegretario agli Affari Esteri, Manlio Di Stefano e all’eurodeputato Paolo De Castro. Gli imprenditori italiani del vino chiedono alla politica un “nuovo percorso”, un vero e proprio “new deal” sulla promozione, strumento cardine per la ripresa post-Covid.
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Focus
La cantina del Del Posto di Joe Bastianich, sotto il martello
Tempio della cucina italiana a New York, il “Del Posto” è il fiore all’occhiello della lunga lista di locali aperti negli anni, nella Grande Mela e non solo, da Joe Bastianich. Unico ristorante italiano insignito di 4 stelle dal “New York Times”, vanta una delle cantine più fornite ed interessanti di tutti gli Stati Uniti, da cui 30.000 bottiglie - il top di Italia e Francia - il 24 e 25 luglio finiranno sotto il martello di Hart Davis Hart Wine, per un valore stimato in 3,1-4,5 milioni di dollari, di cui una parte andrà in beneficenza. In Piemonte, dalle 6 bottiglie di Barolo Riserva Monfortino 1945 di Giacomo Conterno (7.000-10.000 dollari) alla magnum di Barolo 1989 di Bartolo Mascarello (1.600-2.400 euro), fino agli immancabili lotti di Gaja, tra cui svettano le 12 bottiglie di Sorì Tildin 1999 (2.600-3.800 dollari). Tra le quotazioni più alte per la singola bottiglia, il Brunello di Montalcino Riserva 1955 di Biondi-Santi (Tenuta Il Greppo) quotato 1.000-1.500 dollari. E ancora, 12 bottiglie di Brunello di Montalcino Riserva Intistieti 1995 Case Basse (G. Soldera, 6.000-9.000 dollari), e a Bolgheri la magnum di Sassicaia 1985 di Tenuta San Guido (2.800-4.200 dollari), sei magnum di Masseto 2005 (5.000-7.500 dollari), e 12 bottiglie di Solaia 2004 di Marchesi Antinori (1.600-2.400 euro).
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Cronaca
Il Sud Italia del vino
Sono oltre 7.700 le aziende vitivinicole del Sud Italia - Puglia, Campania, Calabria e Basilicata - che producono circa un quarto del vino prodotto in Italia, con la Puglia che contribuisce per oltre il 20%, seconda solo alla Toscana (23%). Un territorio, quello del Sud, che secondo lo Studio di UniCredit presenta una elevata specializzazione nei vini da tavola, e si colloca al primo posto in Italia nel segmento: la quota di produzione sul totale Italia è salita dal 35% del 2007 al 50% del 2019.
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Wine & Food
Via libera della Conferenza Stato-Regioni alla vendemmia verde
Via libera della Conferenza Stato-Regioni alla vendemmia verde: il decreto del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali contiene le procedure attuative, previste dal Decreto Rilancio, per l’erogazione del contributo da corrispondere alle imprese viticole che si impegnano alla riduzione volontaria della produzione di uve destinate a vini a denominazione di origine (Dop) ed a indicazione geografica (Igp). L’aiuto massimo concesso per ettaro è di 400 euro, in caso di uve destinate a vini ad Indicazione Geografica Protetta (Igp); 700 euro per i vini a Denominazione di Origine Controllata (Doc) con resa inferiore o uguale a 130 ql/ha; 600 euro per i Doc con resa maggiore a 130 ql/ha; 900 euro per i Doc con resa inferiore o uguale a 100 ql/ha e, infine, di 800 euro per i Doc con resa superiore.
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Teresa Bellanova: ecco le misure a sostegno del settore agricolo previste dal Governo
“L’agricoltura, nonostante non si sia mai fermata, ha bisogno di sostegno: nel DL Rilancio ci sono 1,15 miliardi di euro, oltre alle misure orizzontali a cui comunque le aziende agricole possono accedere. Il vino sta pagando più di tutti, ma è un prodotto grazie al quale esportiamo poesia nel mondo e che con la chiusura dell’Horeca sulla fascia alta si è fermato. Abbiamo destinato 50 milioni di euro alla distillazione e 100 milioni di euro alla vendemmia verde, così da sostenere le imprese e non intasare il mercato, difendendo la redditività del settore”.
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