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N. 4.142 - ore 17:00 - Venerdì 31 Gennaio 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | La Toscana - con i suoi vini iconici, le cantine-mito, i vigneti che sono ormai parte integrante di paesaggi conosciuti in tutto il mondo - è stata nominata migliore località europea per gli amanti del vino. La regione ospita 6.680 aziende vinicole e produce ben 32.280 vini diversi, di cui il 44% è di alta qualità. Ed è proprio l’Italia ad essere stata eletta secondo miglior Paese per le regioni vinicole di lusso, con tre diverse località che si classificano tra le prime cinque, tra cui Toscana, Piemonte e Veneto. Lo dice lo studio redatto da “The Luxury Travel Book” (sito specializzato nell’affitto di ville di lusso per vacanze). | |
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| | Sarà che i grandi rossi soffrono, che si cerca più freschezza e meno alcol. Ma ci sono vini che sono unici, peculiari, campioni che sanno andare oltre i trend e oltre le mode del momento. E l’Amarone della Valpolicella - la “Vallis-polis-cellae”, la “valle dalle molte cantine” nelle colline disegnate dalle marogne - sembra essere tra questi. Una conferma arriva dal suo valore economico, stabilmente, da qualche anno, superiore ai 1.000 euro ad ettolitro, secondo i dati della Camera di Commercio di Verona, che in questo momento vede le quotazioni del prodotto “sfuso”, franco cantina, arrivare anche a 1.150 euro nella zona Classica. Numeri che fanno dell’Amarone il vino, in assoluto, più prezioso d’Italia. E che è il “re” di un territorio grande, quello della Valpolicella, che abbraccia 19 Comuni, per più di 8.600 ettari di vigneti, di cui oltre 3.500 certificati green o sostenibili. Un vino sempre più apprezzato dai consumatori del mondo e dalla critica enologica, anche per la tecnica di appassimento delle sue uve (in lizza per il riconoscimento Unesco), che finisce sui mercati di tutto il mondo, Canada, Usa e Nord Europa in testa, con l’export che si beve oltre il 60% della sua produzione (nel 2023, aspettando l’aggiornamento dei dati, pari a 14,2 milioni di bottiglie, sui 67 milioni dei vini prodotti nella denominazione Valpolicella, con Recioto, Ripasso e lo stesso Valpolicella). E un vino capace di spuntare un prezzo medio, franco cantina, di 35 euro a bottiglia, architrave economico di un territorio in cui il giro d’affari enoico è stimabile in oltre 600 milioni di euro, di cui la metà grazie all’Amarone, con i filari di Corvina, la varietà principe del grande rosso veneto, e degli altri vitigni della denominazione, come la Rondinella, che sono tra i più preziosi d’Italia, con valori stimabili tra i 500.000 ed i 600.000 euro ad ettaro. Merito anche del lavoro del Consorzio Vini della Valpolicella che, guidato da Christian Marchesini e che rappresenta oltre 2.400 aziende tra viticoltori, vinificatori e imbottigliatori, all’ombra dell’Arena a Verona ha aperto “Amarone Opera Prima” (31 gennaio-2 febbraio), svelando la nuova annata 2020 dell’Amarone che arriva sul mercato, e dando il via alle celebrazioni per i 100 anni dalla sua fondazione nel 1925, riunendo al Palazzo della Gran Guardia 78 aziende, un record di partecipazione. | |
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| | A dispetto dei dati dell’export, i consumi reali di vino italiano negli Stati Uniti chiudono il 2024 in calo e i paventati dazi dell’amministrazione Trump assumono così un significato ancor più preoccupante: lo sottolinea l’Osservatorio dell’Unione Italiana Vini (Uiv), che ha analizzato i numeri delle vendite nell’off e on trade. Secondo l’analisi, il 2024 si è chiuso con un calo a volume nelle vendite di vino italiano negli Usa del 4,4%, a fronte di un deficit generale del totale mercato a -7,2%. Pagano maggiormente - nelle rilevazioni targate Sipsource presso il retail e l’horeca a stelle & strisce - i bianchi e i rossi, entrambi a -6,4%, mentre tengono gli spumanti italiani (+1,5%), che guadagnano importanti quote di mercato sui competitor. In difficoltà le principali denominazioni, fatta eccezione per Prosecco, Brunello di Montalcino e Barolo. | |
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| | | Solo i grandi vini possono vantare delle “library” tanto ricche di vecchie Riserve, testimoni della loro evoluzione qualitativa nel tempo, desiderate dai collezionisti e presenti nelle wine list dei migliori ristoranti al mondo. Tra questi c’è l’Amarone della Valpolicella - come WineNews racconterà in un video prossimamente online - le cui vecchie annate sono state protagoniste delle masterclass ad “Amarone Opera Prima” (condotte dal Master of Wine e vice presidente del Consorzio, Andrea Lonardi, e dall’esperto Jc Viens, con l’intermezzo della cucina tre stelle Michelin dello chef Giancarlo Perbellini), a partire dalla bottiglia più antica certificata, l’Amarone di Bolla (oggi di proprietà del Giv-Gruppo Italiano Vini), frutto della vendemmia 1950 uscita sul mercato nel 1953. Accanto, gli Amarone Montresor 1969, Bertani 1975 (la cui annata 2015 è il “Vino dell’Anno” 2024 per il wine critic James Suckling), Santa Sofia 1983, Cecilia Beretta 1985 di Pasqua (che celebra 100 anni come il Consorzio dei Vini della Valpolicella), Mazzi 1997, Bussola 2000, Marion 2007 e Cesari 2010. Ma anche, Meroni Il Velluto 2011, Ca’ La Bionda Vigneti di Ravazzol 2012, Monte dall’Ora Stropa 2013, Zymé 2013, Buglioni Il Lussurioso 2016, Tezza Brolo delle Giare 2016 e l’icona Quintarelli 2017, tra i fine wine più quotati e battuti nelle aste. | |
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| | | Simbolo dell’eccellenza enologica piemontese, con una crescita media annua della produzione del +24,7% dal 2018, e un giro d’affari che, in quello stesso anno era di 32 milioni di euro, e oggi ha chiuso il 2024 a quota 172 milioni di euro, il Vermouth di Torino è sempre più di tendenza in Italia e nel mondo, amatissimo dagli appassionati e richiestissimo dai locali, con 5 milioni di bottiglie prodotte, un export in oltre 80 Paesi, e consumi in crescita. È la fotografia scattata dal Consorzio, guidato da Roberto Bava. | |
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| | Le anteprime del vino italiano accendono i riflettori su “Amarone Opera Prima” del Consorzio Vini Valpolicella al Palazzo della Gran Guardia a Verona, che apre le porte ai wine lovers domani e il 2 febbraio, e sull’“Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano” con il Consorzio che accoglie gli appassionati il 2 e il 3 febbraio nella Fortezza della “città del Poliziano”. Ma nell’agenda WineNews sta per aprirsi anche “Go!2025”, il programma di Gorizia e Nova Gorica prima “Capitale Europea della Cultura Transfrontaliera” 2025, con l’enogastronomia protagonista, inaugurato l’8 febbraio dai Presidenti della Repubblica Italiana Sergio Mattarella e di Slovenia Nataša Pirc Musar nella loro piazza a metà, e arriva “Taste”, il Salone delle eccellenze del food di Pitti Immagine, da un’idea del Gastronauta Davide Paolini, alla Fortezza da Basso a Firenze (8-10 febbraio). | |
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| | | Alta qualità ed un pubblico di appassionati, e non solo “generalista” fanno la differenza. Parola di produttori e manager, da “Grandi Langhe” 2025. Le riflessioni di Paolo Gagliardo (Poderi Gianni Gagliardo), Giuseppe Visconti (Vicara), Cesare Benvenuto (Pio Cesare), Lucrezia Scarsi (Monchiero Carbone), Annalisa Chiavazza (Fortemasso - Agricole Gussalli Beretta), Alessandro Storgato (Montalbera), Roberto Bruno (Fontanafredda) e Matteo Sardagna Einaudi (Poderi Luigi Einaudi). | |
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