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WineNews
N. 3.958 - ore 17:00 - Venerdì 10 Maggio 2024 - Tiratura: 31.211 enonauti,
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La News
 Lo spirito delle “sorelle della grappa” 
“La grappa è talmente parte della nostra vita che è diventata una quarta sorella: ne custodiamo la tradizione, aggiungendo la nostra parte all’incredibile racconto che chiamiamo Nonino”. Quella grappa, è la prima Grappa Monovitigno, nata con i genitori, Benito e Giannola Nonino, il 1 dicembre 1973, e queste sono le parole delle “sorelle della grappa”, Cristina, Antonella ed Elisabetta Nonino, che, oggi, di fronte ad un parterre delle grandi occasioni, ricevono per il merito imprenditoriale, il prestigioso “Premio Guido Carli” 2024, a Roma. Che, restando nel mondo del food, assegna un Premio speciale a Nico Acampora, fondatore PizzAut.
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Primo Piano
L’export 2023 degli sfusi: crescono Italia, Australia e Portogallo, giù Spagna e Francia
I vini sfusi rappresentano, per molti Paesi, soprattutto dell’Emisfero Nord del mondo, una parte minoritaria del mercato del vino, con qualche importante eccezione. Ma a loro modo, in ogni caso, ne sono uno specchio, e soprattutto dicono di come, ancora, ci sono volumi importanti che si muovono a prezzi bassissimi. Eppure, in un contesto di mercato con consumi ed esportazioni in calo, il vino sfuso, soprattutto da alcuni Paesi, nel 2023 ha visto una vera e propria impennata delle esportazioni, Italia in testa, come raccontano i numeri evidenziati dalla “World Bulk Wine Exibithion”. Il Belpaese, nel 2023 (con un export complessivo, secondo dati Istat, a 7,7 miliardi di euro, a -0,8% in valore e -0,9% in quantità), ha visto un aumento del 12% delle esportazioni di vino sfuso, per 408,5 milioni, soprattutto verso Germania, Francia, Regno Unito e Svezia. Con prezzi sostanzialmente stagnanti, a +0,5%, per un valore di appena 0,73 euro al litro, in media. Anche il Portogallo ha visto crescere le esportazioni di vino sfuso, con un aumento del 5,5% in volume (a 39 milioni di litri) e del 14% in valore, con un prezzo medio al litro di 0,88 euro. Ad arretrare anche nelle esportazioni di vino sfuso, sono stati gli altri due grandi Paesi produttori, ovvero la Francia, a -1% in volume e -4% in valore (a 115,5 milioni di litri), con un valore di 1,55 euro al litro, e la Spagna, a -0,7% e -3% a 1,1 miliardi di litri, per appena 0,45 euro al litro. Nell’Emisfero Sud del mondo, invece, solo l’Australia ha marcato un segno positivo, con un +5% sul 2022, a 392 milioni di litri, per un prezzo medio di 0,73 euro al litro, mentre si sono registrati cali a doppia cifra (anche per le scarse vendemmie) in Nuova Zelanda, Argentina, Cile e Sudafrica. Da notare che la somma di sfuso e bag-in-box pesa molto sul totale delle esportazioni in volume dei Paesi al di sotto dell’Equatore, in molti casi intorno al 40%, in media, tra il 21,8% per l’Argentina ed il 67,3% per l’Australia. Una situazione tutta diversa rispetto al Nord del mondo: eccezion fatta per la Spagna, che vede sfusi e bag-in-box valere il 59,7% delle sue esportazioni, la quota si riduce al 12,5% per la Francia, al 21,5% per l’Italia, e al 24,5% per il Portogallo.
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Vino e formazione, business che cresce
Per passione, per lavoro, per business (anche dal punto di vista di chi insegna), la formazione internazionale nel vino cresce di anno in anno. E se ha raggiunto il numero di 416 membri da 31 Paesi il Masters of Wine Institute, che conferisce il titolo più ambito, quello di Master of Wine (tra gli italiani, Gabriele Gorelli, Andrea Lonardi e Pietro Russo), continua a crescere a colpi di centinaia di diplomati ogni anno anche il Wset, altra istituzione britannica che è ormai diventata uno “standard” internazionale. 695 in nuovi diplomati con il livello 4 del Wset, il più alto in assoluto, nell’anno accademico 2022/2023, da 20 Paesi, il numero più alto dal primo anno, il 1969, premiati nei giorni scorsi, a Londra, su un esercito di 143.000 candidati in 75 Paesi. E corsi che partono dalle 210-250 sterline per il primo livello, per arrivare a 2000-2700 sterline a semestre per il quarto.
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Focus
Per gli italiani l’agroalimentare è il miglior ambasciatore
L’industria alimentare italiana è sempre più sinonimo di sviluppo sociale ed economico, tanto che gli italiani la considerano uno dei principali ambasciatori del made in Italy. Consumatori del Belpaese che sono sempre più attenti al contenimento degli sprechi e alla sostenibilità, aspetti che orientano le scelte dei prodotti da mettere nel carrello della spesa. Sono alcuni dei principali temi discussi a Cibus, l’evento di riferimento dell’agroalimentare italiano, a Fiere di Parma fino al 10 maggio. In particolare, secondo la ricerca Federalimentare-Censis “L’industria alimentare tra Unione Europea e nuove configurazioni globali”, presentata nell’Assemblea Pubblica di Federalimentare, per il 93% degli italiani l’industria alimentare è sinonimo di sviluppo sociale ed economico, e per il 94% il made in Italy è uno dei principali ambasciatori dell’italianità nel mondo e un traino per l’economia grazie all’export (53 miliardi di valore nel 2023). Inoltre, quasi il 93% degli italiani ritiene importante tutelare e potenziare le industrie italiane, come quella alimentare. L’87% esprime, poi, apprezzamento per le iniziative di tutela di marchi e imprese per evitare che finiscano sotto il controllo straniero. 
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Cronaca
Il primo vino dolce affinato sott’acqua
È lo Sciacchetrà delle Cinque Terre il primo vino dolce al mondo invecchiato in mare, grazie alla sperimentazione della cantina Possa con Jamin, prima società italiana ad aver investito sui vini subacquei e ad aver ottenuto il brevetto a livello mondiale. Settecento le bottiglie dell’annata 2021 “immerse davanti a Portofino, a 52 metri di profondità, per un anno. Sembra invecchiato in cantina per 12-15 anni” dice il produttore Samuele Heydi Bonanini, che, per il futuro, pensa alla creazione di una cantina “subacquea” in un’area della riserva naturale.
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Wine & Food
I migliori Pinot Nero? Elena Walch, Rohregger, Seeperle, Tiefenbrunner e Peter Solva
I migliori Pinot Nero dell’Alto Adige dell’annata 2021? Il Pinot Nero Ludwig di Elena Walch, n. 1 assoluto, il Pinot Noir Riserva Vom Lehm della Tenuta Rohregger, e in terza posizione (a pari merito) il Pinot Noir Arthur Rainer della Tenuta Seeperle, il Pinot Noir Riserva Linticlarus di Tiefenbrunner ed il Pinot Nero DeSilva Private Reserve di Tenuta Peter Sölva. Ecco i vincitori del Concorso Nazionale del Pinot Nero, premiati al via dell'edizione n. 26 delle Giornate Altoatesine del Pinot Nero a Egna e Montagna, da oggi al 13 maggio. Premiati anche i migliori rappresentanti delle rispettive regioni vinicole: Grosjean Vins (Valle d’Aosta), Castello di Spessa (Friuli), Conte Vistarino (Lombardia), Bricco Maiolica (Piemonte), Fattoria San Felo (Toscana), Tenuta Volpare (Trentino), Azienda Agricola Poggio Petroso (Umbria), Borgo Stajnbech (Veneto) ed Elena Walch (Alto Adige). 
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Bosca
WineNews.tv
Vino e Gdo, dopo il calo in volume nel 2023, il trend negativo continua, con poche eccezioni
L’analisi di un canale fondamentale nelle parole di Virgilio Romano (Circana) e Francesco Scarcelli (Coop Italia). Tra economia, cambiamenti dei consumi e calo demografico che disegnano uno scenario in cui i produttori dovranno fare i conti con una “torta” sempre più piccola da spartire, lavorando su valori e margini. Mentre la private label si difende meglio del resto dell’offerta che si trova allo scaffale. Dove gli unici in leggera controtendenza sono, ancora una volta, gli spumanti.
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