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N. 2.589 - ore 17:00 - Giovedì 7 Febbraio 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Nonostante un avvio poco brillante, il 2019, per il mercato dei fine wine, sarà un anno di ulteriore crescita. O almeno così la pensa la maggioranza dei 426 wine merchant sondati da Liv-Ex. Secondo il 60% di loro, sarà un anno di crescita per il Liv-Ex 100, l’indice di riferimento, che tiene conto dei movimenti dei 100 vini più ricercati (al momento per l’Italia si sono Sassicaia 2014 e 2015, Masseto 2014, Tignanello 2015, Ornellaia 2013 e 2015 ed il Barolo Monfortino Riserva 2010 di Giacomo Conterno, ndr) crescerà, ma c’è anche un 34% che, invece, prevede un calo, ed un 6% di wine merchant secondo cui, invece, sarà un anno all’insegna della stabilità. |
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Nonostante il Paese asiatico in cui, negli ultimi anni, si sono concentrate campagne di marketing ed investimenti da parte del vino italiano sia la Cina, il primo mercato orientale per le cantine del Belpaese, è tutt’oggi il Giappone. Secondo i dati dell’Ice di Tokyo forniti a WineNews, nel 2018 il Giappone ha importato vino italiano per un totale di 21,6 miliardi di Yen (intorno ai 173 milioni di euro, mentre il totale delle esportazioni in Cina nel 2018, secondo l’Ice di Pechino, è stato di 168 milioni di dollari, ovvero intorno ai 147 milioni di euro), per 39,6 milioni di litri. Un anno non brillantissimo, visto che, nel complesso, si è registrata una contrazione del 7,5% in volumi, a fronte di una sostanziale stabilità nelle quantità (-0,4%). A soffrire di più, come nel resto del mondo, sono i vini fermi in bottiglia, che valgono 16,8 miliardi di Yen per 30,2 milioni di litri, che hanno registrato una flessione dell’1,6% in valore e del 10% in volume, mentre crescono gli spumanti, che hanno messo insieme 4,2 miliardi di Yen (+4,2%) per 6,8 milioni i litri +4,2%. Italia che è secondo fornitore di bollicine del Paese, dietro alla lontanissima Francia, prima sia negli sparkling wine (con una quota di mercato dell’82,9% in valore) che nel totale vino, dove detiene una quota del 55% in valore (con l’Italia terza, nel complesso, con l’11,6% del mercato, di poco dietro al Cile, secondo, con il 12%). E dove il Belpaese, però, è già considerato un produttore di qualità, al pari della Francia: se la fascia di prezzo più gettonata per i vini giapponesi e cileni, infatti, è tra i 500 ed i 1.000 yen a bottiglia (tra i 4 e gli 8 euro, ndr), per i vini di Francia e d’Italia, il range di prezzo più gettonato è quello tra 1.000 e 1.500 yen. E molto, ora, ci si attende dagli effetti dell’accordo di libero scambio tra Giappone ed Unione Europea, in vigore dal 1 febbraio 2019. “Finalmente i vini italiani, ugualmente a quelli degli altri paesi europei, potranno beneficiare dell’esenzione fiscale, normativa già applicata ai vini provenienti dal Cile. L’Italia è sempre stata riconosciuta nel Mondo come il Paese del vino - spiega l’Ice di Tokyo - tuttavia, proprio la ricchezza di varietà e storia potrebbe creare difficoltà tra i consumatori ordinari, che rischiano di non cogliere pienamente tali grandi differenze”. |
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Da Macao alle Filippine, dalla Malesia all’Albania, oltre che dai grandi mercati consolidati: con il mondo a caccia delle perle della Toscana del vino (che muove un giro d’affari di 3 miliardi di euro), parte domani, con BuyWine, la settimana delle “Anteprime di Toscana”, a Firenze, nell’evento by Regione Toscana e PromoFirenze. Il 9 febbraio, poi, sarà “PrimAnteprima”, con le piccole denominazioni della Regione, ed il convegno con al centro trend e numeri, con l’Assessore all’Agricoltura Remaschi, ma anche sull’appeal della Toscana del vino nel mondo, nella ricerca di Fondazione Sistema Toscana. Ed il “bello”, con il video contributo dell’archistar Renzo Piano, dedicato al circuito “Toscana Wine Architecture”. E poi, dal Chianti al Morellino, dal Chianti Classico a San Gimignano, da Montepulcino a Montalcino, sarà la volta delle Anteprime nei territori. |
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“La Tensione”, interpretata dall’artista americana Shirin Neshat: ecco il tema dell’Ornellaia Vendemmia d’Artista, edizione n. 11 del progetto della celebre griffe di Bolgheri, che negli anni ha coinvolto artisti come Luigi Ontani, Ghada Amer, Rebecca Horn, Zhang Huan, Michelangelo Pistoletto, Rodney Graham, John Armleder, Yutaka Sone, Ernesto Neto e William Kentridge, e che quest’anno andrà a supporto della Fondazione Solomon R. Guggenheim a sostegno di un innovativo progetto dal nome “Mind’s Eye” (L’occhio della mente). Protagonista in bottiglia è l’Ornellaia 2016, con 111 grandi formati di cui 100 Doppio Magnum, 10 Imperiali (6 litri) e una Salmanazar (9 litri), che saranno venduti e battuti all’asta per raggiungere le cantine dei fortunati collezionisti e, dal 2019, il ricavato che ne deriva sarà devoluto alla Fondazione. “Oggi Vendemmia d’Artista giunge alla edizione n. 11 e continuano le donazioni per il restauro del patrimonio artistico internazionale, siamo riusciti a devolvere più di 2 milioni di euro in tutto il mondo, e vorremmo crescere ancora”, ha sottolineato Giovanni Geddes da Filicaja, Ceo di Ornellaia. |
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In principio è stato il francese Champagne. Poi la liaison con lo spagnolo Cava. Adesso è la volta dell’italianissimo Prosecco Doc, che sarà il brindisi dei più grandi campioni del motociclismo, da Valentino Rossi a Marc Marquez: la bollicina italiana più famosa del mondo, infatti, dopo aver già conquistato il podio del mondiale SuperBike, ora diventa il brindisi ufficiale anche del Motomondiale. L’annuncio ufficiale domani, da Barcellona, con Stefano Zanette, presidente del Consorzio Prosecco Doc, e Pau Serracanta, dg della Dorna. |
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La crescita del ruolo delle donne e della presenza di stranieri, nel mondo del lavoro, funziona. Tanto che, negli ultimi 15-20 anni, i processi di rimescolamento e di affiancamento di genere, di cittadinanze e tecnologico, hanno generato dal 6 all’8% di Pil in più. E così, succede che nel settore dell’agricoltura, le imprese agricole gestite da donne, possiedono il 21% della Sau (Superfice Agricola Utilizzabile) e producono il 28% del Pil agricolo nazionale, mentre nell’hotellerie e nella ristorazione, gli stranieri, pur rappresentando il 10,7% dei lavoratori, producono il 18,4% del Pil. E così in entrambi i casi l’aumento di Valore Aggiunto dovuto verosimilmente a forme di reinterpretazione del lavoro si aggira attorno al 7%. A dirlo il Censis, in una ricerca presentata oggi a Milano (per Tenuta Ornellaia).
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Dal secondo stato Usa per consumi, le parole di produttori ed importatori dal Simply Italian Great Wines by Iem, partito da Miami: Marina Nedic (Iem), Riccardo Ricci Curbastro (Federdoc), Mauro Maugliani (Italian Brand Specialist di Kobrand, che in Usa distribuisce griffe come Tenuta San Guido, Masi e Michele Chiarlo), Fabio De Filippi (Ceo di Imper Wine Distributors, con sedi in 19 Stati Usa) e Stefano Campanini, che a Miami, nel suo Wine by the Way vende e racconta chicche enoiche e vecchie annate. |
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