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N. 4.088 - ore 17:00 - Martedì 12 Novembre 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | In testa c’è Domaine de la Romanée-Conti, che, con un assortimento di 12 bottiglie dell’annata 1996, tocca i 39.680 euro; a completare il podio, però, c’è il tricolore italiano con una bottiglia da 15 litri 2016 di Masseto, battuta per 28.520 euro, e una verticale di Sassicaia, annate dal 2020 al 1980, che supera anche la sua stima più alta arrivando a 13.020 euro, davanti ad un lotto di 7 bottiglie di Champagne Salon di diverse annate, battute per 11.780 euro. Sono i “top lot” di Pandolfini, la più antica casa d’aste d’Italia, che con il catalogo “Alchimia”, mandato sotto il martello il 7 e l’8 novembre, ha raccolto 1,05 milioni di euro (in approfondimento).
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| | Over 55, senza più figli a carico in casa e, spesso (6 volte su 10) con un reddito sopra la media nazionale. Un universo di 11,3 milioni di famiglie tricolori che è al tempo stesso l’identikit del consumatore casalingo di vino lungo lo Stivale, con il 59% della spesa totale della categoria nella grande distribuzione italiana. Protagonisti di una spesa enologica pari a 1,83 miliardi di euro l’anno, questi Boomer (con una coda di Gen X), lasciano quasi le briciole agli altri 2 grandi cluster individuati: le famiglie con figli (7,8 milioni) non arrivano al 24% della spesa complessiva, mentre le famiglie under 55 senza figli a carico si fermano a meno del 18%. È lo spaccato che arriva dall’analisi presentata dall’Osservatorio Unione Italiana Vini (Uiv) e da Niq (Nielsen Iq) Italia, a Simei, il Salone internazionale leader mondiale per il settore delle macchine per enologia e imbottigliamento (12-15 novembre, Fiera Milano Rho). “Assistiamo a una tendenza che si va affermando - rileva Eleonora Formisano di Niq Italia - la prima tribù è in crescita sempre più evidente, le altre invece faticano, in particolare i segmenti a basso reddito. Una polarizzazione dei consumi di vino basata su discriminanti divenute strutturali, come l’età e la disponibilità economica”. Ad un’area retail, dedicata ai consumi casalinghi, si contrappone un canale fuoricasa con altrettanti trend sempre più nitidi. Secondo il panel interrogato da Niq Italia per Simei, oggi, sono di più i consumatori di spumanti (63,4%) di quelli di vino fermo (61%). Un sorpasso fino ad ora impensabile, se si considera che i fermi e frizzanti costituiscono da sempre l’ossatura del vigneto Italia con circa i 4/5 della produzione. Uno specchio dei tempi che si riflette anche nelle mutate occasioni di utilizzo: oggi l’aperitivo è diventato - ai danni dei pasti - il dominus del consumo di alcolici non solo per i giovani Gen Z o Millennials, ma è passato in cima alle abitudini anche tra i 45-54enni (aperitivo e pasti entrambi al 31%) e si avvicina sempre più a conquistare lo scettro tra gli over 55. Una tendenza cocktail, infine, che si evidenzia plasticamente nell’affermazione di come il 37% dei suoi consumatori (non solo giovani) ne scelga la tipologia in base alla fotogenicità social.
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| | Sono giovani e preparati. Hanno le idee chiare e hanno respirato e vissuto nel vino. E guardano ad aspetti del futuro, come la “questione vini no-alcohol” senza pregiudizi. Una categoria, quella dei no-alcohol in crescita, che è una sfida e un’opportunità, nella loro visione, perché risponde all’evoluzione delle tendenze dei consumatori e offre una nuova strada per coinvolgere la Gen Z e i Millennials attenti alla salute. Ne hanno parlato, nei giorni scorsi, a “Wine2Wine” a Verona, Luigi di Majo, che affianca il padre Alessio di Majo alla guida della cantina di famiglia, la Di Majo Norante, in Molise, e Leonardo Moretti Polegato, figlio di Giancarlo Moretti Polegato, ai vertici di Villa Sandi, una delle realtà più importanti del mondo del Prosecco, insieme ad Alojz Felix Jermann, sommelier e comunicatore del vino (in approfondimento).
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| | | La vendemmia 2024, particolarmente attesa, non è stata esente da difficoltà a causa delle condizioni climatiche in primis. Secondo un’ultima stima quantitativa della Commissione Europea, sulla base dei dati trasmessi dagli Stati membri produttori di vino (18 Paesi) al 30 settembre, le previsioni per la campagna 2024/2025, sono di 146,5 milioni di ettolitri (-1,49% sul 2023/2024), numero inferiore anche su una media quinquennale di 160 milioni di ettolitri. L’Italia sarà, probabilmente, il primo produttore europeo in quantità, con una stima di 41 milioni di ettolitri, il 7% in più sul 2023/2024, ma un numero comunque più basso se confrontato con i 47 milioni di ettolitri della media degli ultimi cinque anni. Nel Belpaese, poco più di 22 milioni di ettolitri stimati per la campagna 2024/2025 sono a Dop, e 11,8 milioni di ettolitri classificati Igp. La Francia, sempre secondo le stime, è il secondo produttore, a livello di volumi, per la campagna 2024/2025 con 39, 3 milioni di ettolitri (-18% sul 2023/2024). A seguire c’è la Spagna, con le stime che parlano di quasi 38,1 milioni di ettolitri (+19% sul 2023/2024). Tutti e tre i Paesi “big” del vino hanno livelli inferiori rispetto alla media degli ultimi cinque anni. Ma si parla, appunto, di stime, che possono discostarsi da altre pubblicate anche recentemente (in approfondimento).
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| | | Continua con un altro vino californiano, il Pinot Noir Russian River Valley Eastside Road Neighbors 2022 di Williams Selyem al n. 8, e uno francese, lo Châteauneuf-du-Pape La Crau 2020 di Domaine du Vieux Télégraphe, al n. 7, la scalata verso il vino dell’anno della “Top 100” 2024 di “Wine Spectator”, la classifica più influente sul mercato. Per ora, dunque, il Barolo Albe 2020 di G.D. Vajra, al n. 9, annunciato ieri, resta l’unico vino italiano in “top 10”, davanti allo Chardonnay Russian River Valley 2022 di Ramey, al n. 10. | |
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| | Dalla famiglia Tommasi, riferimento della Valpolicella e non solo, alle Tenute Lunelli della famiglia Lunelli, dalla produttrice Elena Casadei (“Le Anfore”) alla Cantina Librandi, fino all’Associazione Vignaioli Colline di Riparbella: sono i riconoscimenti speciali (“Honour Award”), assegnati a “Merano WineFestival” n. 33, dal “patron” Helmuth Köcher, insieme ad Andrea Radic, alle cinque aziende che si sono contraddistinte per elementi come “Genialità”, “Famiglia”, “Innovazione”, “Conquista” e “Territorio”. Premi che si sono aggiunti ai “The WineHunter Award Platinum” (86 i vincitori complessivi, in approfondimento), riconoscimento assegnato ai prodotti, vino, ma anche food, beer e spirits, che hanno ottenuto oltre 95 punti su 100 nella selezione della guida “The WineHunter”, curata da 14 commissioni di assaggio coordinate da Köcher.
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| | | A WineNews Daniele Liurni e Silvia Angelozzi, tra i vincitori (categorie “Mescita” e “Asporto”) del Concorso Miglior Enotecario Professionista d’Italia di Aepi (Daniele Leopardi è il “Migliore Enotecario italiano all’Estero”, a Parigi, e Mattia Manganaro il “Miglior Enotecario Under 30”. Espressioni di un mestiere che attira i giovani, e che è un presidio culturale del mondo del vino, tra la capacità di scegliere i vini, di interpretare il mercato, i clienti, e di raccontare quello che c’è dietro una bottiglia, facendo cultura.
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