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WineNews
N. 4.241 - ore 17:00 - Martedì 17 Giugno 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
Peter Kern investe ancora a Montalcino
Peter Kern, ceo Expedia Group, leader mondiale nel settore dei viaggi online, e che di recente ha salvato il marchio della lingerie di lusso made in Italy “La Perla”, investe ancora a Montalcino, terra del Brunello, insieme alla moglie Kirsten (che guida le tenute): dopo aver comprato, nel 2023, prima la tenuta gioiello Il Palazzone, e poi la confinante Albatreti, ora, come WineNews è in grado di anticipare, arriva anche Lo Scalone, azienda ancora una volta confinante, con 8,5 ettari di terreno complessivi, di cui circa mezzo ettaro vitato a Brunello e 1,5 a Rosso di Montalcino. A curare l’affare è stato lo Studio Linguanti dell’avvocato Giulio Linguanti.
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Primo Piano
Bordeaux “En Primeur”: altra campagna deludente. I grandi ribassi non rilanciano la domanda
Anche il mito di Bordeaux, Château Margaux, conferma le difficoltà non solo del grande territorio francese, ma del mercato del vino nel complesso, seguendo il trend generale e quanto fatto da tutti gli altri big, con un prezzo di rilascio dell’annata 2024, comunicato nei giorni scorsi, a 276 euro a bottiglia “ex-négociant”, il più basso dal 2014 ad oggi, e a 3,240 sterline a cassa sulla piazza di Londra, il -25% sul 2023. Un segnale forte e chiaro, e tutt’altro che positivo, quello della “En Primeur” di quest’anno, che emerge dai rilasci degli Châteaux, e anche dalle diverse analisi su un territorio, Bordeaux, che pesa tantissimo sul mercato del vino per volumi e valori, e che in qualche modo è lo specchio di molte tendenze del commercio del vino in generale, ad ogni livello. Perché come evidenzia, per esempio, uno studio di Wine Lister, i prezzi di uscita dell’annata 2024 dei 105 vini rilasciati fino al 3 giugno, mostrano un calo medio del -30% anche rispetto a prezzi medi di mercato a tre mesi delle 10 annate precedenti. E se il “peggiore” è Leoville Las Cases, con un -48%, nella “Top 10” di questa peculiare e poco prestigiosa classifica, ci sono anche nomi importantissimi come Margaux, Lafite Rothschild e Mouton Rothschild. In più, a raffreddare gli entusiasmi, c’è anche un giudizio della critica che, pur rimanendo elevato, in media, è meno lusinghiero rispetto all’annata 2023, con l’eccezione dei vini bianchi (i punteggi analizzati sono quelli di Antonio Galloni e Neal Martin per Vinous.com, Bettane + Desseauve, JancisRobinson.com ed Ella Lister de “Le Figaro”). Ebbene, il giudizio medio della critica è di 94,61 punti per i vini 2024, un punto in meno dei 95,61 del 2023,in un trend che riguarda tutte le “Appellation di Bordeaux”, con Pomerol che spunta di poco il risultato migliore (94,83 punti), ma comunque con un giudizio più severo sull’annata 2023, e soprattutto sulla 2022. Tra i singoli vini, gli unici a superare i 95 punti sono Latour, il migliore in assoluto (95,75), Montrose, Haut-Brion Blanc, Lafite, Ducru Beaucaillou, La Conseillante, Mouton, Margaux e La Mission Haut Brion Blanc. Ma, come detto, nonostante un ribasso dei prezzi mai visto, la domanda per i vini di Bordeaux non riparte, anzi: secondo l’analisi della piattaforma inglese Liv-Ex, sembra crescere il disinteresse (in approfondimento).
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Giù l’export del vino italiano in Usa
Il 2024 è stato l’anno dei record per l’export del vino italiano, ma nel 2025 la strada appare in salita. E se marzo è stato un mese complicato, aprile non mostra segnali di guarigione. L’export di aprile del vino italiano verso gli Stati Uniti ha registrato, infatti, un calo del 7,5% a volume e del 9,2% a valore (a quasi 154 milioni di euro), con un decremento del prezzo medio del 2%. Lo rileva l’Osservatorio di Unione italiana vini (Uiv) che ha elaborato i dati export relativi al primo mese soggetto ai dazi dell’amministrazione Trump. Il mese di aprile ha generato un valore di quasi 154 milioni di euro per le esportazioni verso gli Usa, 666 milioni di euro nel primo quadrimestre 2025. I volumi ad aprile sono a 29,1 milioni di litri, 118 milioni nei primi quattro mesi 2025 con il prezzo medio a 5,64 euro al litro.
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Focus
Christie’s, 28,8 milioni di dollari per la cantina di Koch
Doveva fare epoca, e così è stato: 28,8 milioni di dollari di incasso complessivo, con il 100% dei lotti aggiudicati, e un incremento su base d’asta del 154%: è il risultato clamoroso dell’asta “The Cellar of William I. Koch: The Great American Collector”, battuta da Christie’s, nei giorni scorsi, al Rockefeller Center di New York. Come da attese, il prezzo più alto lo ha realizzato la Mathusalem del mito di Borgogna Romanée-Conti 1999 di Domaine de la Romanée-Conti, aggiudicata per 275.000 dollari, mentre tre magnum dello stesso vino hanno raggiunto i 237.500 dollari, più del doppio della stima massima. Bene anche i grandi nomi d’Italia, con aggiudicazioni spesso ben oltre le stime. Il top lot tricolore è stato quello da 4 bottiglie di Sassicaia della mitica annata 1985, battute a 12.500 dollari, mentre 10.625 dollari è il valore spuntato da un altro lotto da 3 bottiglie del vino icona della Tenuta San Guido, sempre 1985, ma anche da 6 bottiglie del celeberrimo Barolo Monfortino Riserva 1990 della cantina Giacomo Conterno. Nella “top 5” italiana ancora il Sassicaia 1985, questa volta con una Magnum aggiudicata per 8.750 dollari, e il lotto dedicato a Gaja, con 1 magnum di Barbaresco Sorì San Lorenzo 1985 e 4 Magnum di Barbaresco Sorì Tildìn 1985, battute a 5.625 dollari.
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Cronaca
La Giornata della Gastronomia Sostenibile
Una vigna ritrovata nel cuore di Roma da visitare, oppure le camminate nell’oliveta o quelle tra le Colline del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg e dentro il Museo Internazionale dell’Etichetta del Vino di Cupramontana; l’ospitalità e le attività previste dagli agriturismi, le esperienze da condividere tra i Distretti del Cibo. Sono alcune delle best practice di sostenibilità per la Giornata Mondiale della Gastronomia Sostenibile del 18 giugno, con la CarTes e l’iniziativa “La Strada verso la Sostenibilità”.
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Wine & Food
“Wine is a Contemporary Story”, Manifesto culturale che racconta il vino con parole nuove
Riprendendo il concetto di contemporaneità del filosofo Giorgio Agamben, secondo cui “il contemporaneo è l’intempestivo”, il vino, simbolo di convivialità, capace di unire le persone e arricchire le relazioni umane, favorendo la condivisione e il dialogo, ha saputo reinventarsi, restando sempre contemporaneo, tanto che, per molti, non è mai stato così buono come oggi. Ma “è come se fosse messo in discussione, sotto attacco da tanti punti di vista, in primis il calo dei consumi, con una narrativa che prima era tutta in positivo e ora appare più critica e negativa”, sostiene Alessio Planeta, ad Planeta, e ideologo del Manifesto culturale “Wine is a Contemporary Story” per raccontare il vino con parole nuove (il cui testo pubblicheremo nei prossimi giorni), con il contributo di opinion leader di diversi settori, tra cui WineNews, riuniti alla cantina Buonivini a Noto.
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Consorzio Vini di Romagna
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“Il Parmigiano Reggiano è più di un formaggio: è una grande filiera ed un grande territorio”
A WineNews il presidente del Consorzio, Nicola Bertinelli: “è un simbolo del made in Italy, come lo è il vino. L’economia di distretto tiene, nel 2024, anno da record, la domanda ha superato la produzione, con un fatturato al consumo di 3,6 miliardi di euro. Guardiamo al contesto economico con preoccupazione, soprattutto in Usa, ma consapevoli del nostro valore. Lavoriamo molto sulla promozione, anche per far diventare il territorio del Parmigiano Reggiano, che è per due terzi collina e montagna, una destinazione turistica”.
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