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N. 2.973 - ore 17:00 - Mercoledì 26 Agosto 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Gli affari nel vino vanno avanti, anche in pandemia. E fa notizia, in queste ore, la mossa di una delle realtà più grandi del vino d’America, Jackson Family, che possiede diverse tenute in California ed in Oregon, ma anche in Francia e Sudafrica, in Italia (Tenuta di Arceno, a Castelnuovo Berardenga, nel cuore del Gallo Nero) e in Australia, dove a Yangarra e Hickinbotham Clarendon Vineyard, nella McLaren Vale, ha appena aggiunto Gian Step, uno dei brand più quotati del Paese, nella Yarra Valley, con 75 ettari di vigna. “Un segnale di fiducia non solo nel vino australiano, ma in tutta l’industria del vino mondiale”, ha commentato Jackson Family. |
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La crescita tumultuosa dei vini italiani nel mercato dei fine wine, ormai, è un fatto. Ma in questa nicchia piccola e preziosissima, ci sono dinamiche nuove che emergono, come spiega l’ultima analisi del Liv-Ex. Per esempio, se negli ultimi 10 anni il valore del mercato secondario è cresciuto del 9% all’anno, il vino italiano ha messo a segno un +28,5% anno su anno, e proprio ieri, 25 agosto, il valore delle compravendite dei grandi vini del Belpaese scambiate sul Liv-Ex ha superato il totale dell’intero 2019. Ma in questo quadro, emerge che, per la prima volta, da inizio 2020, sono stati i vini piemontesi, Barolo e Barbaresco in testa, a muovere più valore, rispetto ai grandi Supertuscan, che, invece, hanno dominato la scena, sul fronte italiano, dal 2016 al 2019. Questo, sottolinea il Liv-Ex, non vuol dire che i grandi bolgheresi (e non solo) non stiano facendo bene, tanto che se se l’Italy 100, indice dedicato all’Italia, è in crescita del 2,3% da inizio anno e del 4,2% in 12 mesi, i Supertuscans hanno messo a segno una crescita del 4,2% nel 2020, e dell’8,8% nell’arco di un anno intero. Ma la crescita dei piemontesi è stata imponente, guidata dal Barolo Monfortino di Giacomo Conterno 2013, etichetta che ha mosso più valore in assoluto, mentre il Barbaresco 2016 dei Produttori del Barbaresco è quella più scambiata in volume. Ma la crescita dell’appeal dei vini italiani è confermata da tante denominazioni top. Insieme al Barolo, anche il Brunello di Montalcino ed il Chianti Classico hanno registrato un +300% nei primi 7 mesi 2020, secondo il codice Lwin, (codice numerico univoco di referenza). Intanto, ricorda ancora il Liv-Ex, settembre sarà un momento importante per il mercato dei fine wine, perché “La Place de Bordeaux”, dopo i grandi vini bordolesi, vedrà i rilasci (e le quotazioni) di alcuni dei vini più ricercati del mondo che si sono conquistati uno spazio nel prestigioso sistema di distribuzione dei wine merchant di Bordeaux. Un sistema che vede anche due mostri sacri del vino italiano, il Masseto, ed il Solaia della Marchesi Antinori, oggetto di una specifica analisi del Liv-Ex. In termini di dinamicità del mercato, fatto 100 l’indice di ognuno dei due vini a luglio 2017, in tre anni, il Solaia ha messo a segno una crescita del 24,9%, mentre Masseto è rimasto sostanzialmente piatto sui suoi livelli, a +1,1%. |
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Qualche segnale positivo, soprattutto nei giorni centrali di agosto, per la ristorazione si è registrato. Giorni che sono stati una boccata di ossigeno per i ristoratori delle località di mare e di montagna, grazie al turismo italiano, come ricorda la Fipe, mentre nelle città d’arte, senza stranieri, è ancora durissima: alcuni non hanno riaperto, altri registrano perdite, nei primi 8 mesi dell’anno, dal 40% all’80%. Del resto, l’emergenza Covid pesa ancora, e tra mancanza di turismo dall’estero, ma anche di minori disponibilità nelle tasche degli italiani che pur non hanno rinunciato alle vacanze, la spesa turistica per la tavola ha registrato cali del 30%, secondo Coldiretti, con un totale previsto, a fine anno, inferiore ai 20 miliardi di euro speso dai turisti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, dopo un decennio di crescita costante. |
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La ristorazione, come tutto il resto dell’economia, vuole superare la crisi Covid. Percorso non semplice, che come detto in mille analisi vedrà diversi tavoli restare vuoti, e qualche serranda destinata a non riaprire. Ma qualche segnale positivo, nonostante tutto, si può cogliere. E proprio nelle ore in cui l’Oms annuncia che la pandemia sta rallentando la sua corsa nel mondo, dall’analisi del “barometro” lanciato a fine lockdown dalla Guida Michelin, emerge che al 18 agosto aveva riaperto nel mondo l’83% dei ristoranti stellati (2.627 su 3.172). Un segnale importante, anche per il vino di alta qualità, d’Italia e non solo, che nel “fine dining” mondiale ha un canale fondamentale. Una percentuale, quella delle riaperture stellate a livello mondiale, vicina a quella che l’Italia aveva già raggiunto intorno alla metà di luglio, con l’87% dei ristoranti top del Belpaese che avevano riaperto le loro porte (dato simile alla Francia, già all’epoca all’84%). Buoni i dati in Europa (73% di ristoranti riaperti in Uk, 80% in Spagna), e in Asia, dove in diversi Paesi si è superato il 90% delle riaperture, come in Giappone o in città come Pechino, in Cina. Più difficile la situazione in Usa, dove ha riacceso i fornelli solo il 14% dei locali che si fregiano di almeno una stella Michelin (29 su 209). |
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Il rapporto tra le due ruote e la natura è forte da anni: la conferma arriva da un grande territorio del vino (ma non solo), quello di Montalcino, dove nasce il prestigioso Brunello. Il 30 agosto, torna di scena l’Eroica, edizione n. 4 della “festa a pedali”: mentre i vignaioli si preparano alla vendemmia, Montalcino aspetta i mille ciclisti “eroici”, che prenderanno parte ai percorsi tra le colline vitate, ma anche quelle Patrimonio Unesco della Val d’Orcia e i calanchi delle Crete Senesi, in un connubio di sport, natura, bellezza del territorio, ricco di arte e tradizione enogastronomica. |
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In Italia il prezzo del pane è 15 volte più grande di quello del grano, per effetto delle speculazioni e delle importazioni selvagge di prodotto dall’estero, con pagnotte e panini spacciati come italiani all’insaputa dei consumatori. A denunciarlo è la Coldiretti, in riferimento agli ultimi dati diffusi da Eurostat che evidenziano come il Belpaese sia nella top 10 dei paesi Europei per il caro pagnotta, con prezzi del pane superiori del 14,5% rispetto alla media (prezzo più alto in Danimarca, il più basso in Romania). Oggi, sottolinea la Coldiretti, un chilo di grano tenero è venduto a meno di 21 centesimi, mentre un chilo di pane è acquistato dai cittadini a valori variabili attorno ai 3,1 euro al chilo, con un rincaro quindi di quasi 15 volte. Il risultato, sottolinea Coldiretti, è che gli agricoltori devono vendere ben 5 chili di grano per potersi pagare un caffè o una bottiglietta di acqua al bar. |
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A WineNews le parole di Giuseppe Caviola, uno degli enologi più affermati del Belpaese, con consulenze importanti dal Piemonte (Damilano, Vietti, Borgogno, Fontanafredda) alla Sicilia (Feudo Maccari), passando per Toscana (Castiglion del Bosco, Terenzi, Tenuta Sette Ponti), Marche (Umani Ronchi) e non solo: “condizioni molto buone in generale in tutti i territori, solo qualche situazione di stress in qualche zona, ma confidiamo che arrivi qualche millimetro d’acqua”. |
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