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N. 3.584 - ore 17:00 - Lunedì 9 Gennaio 2023 - Tiratura: 31.127 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Le spiagge della Sicilia prese d’assalto nei giorni di Natale, i cappotti ben riposti nell’armadio, i termosifoni spenti, raccontano un inverno che sembra non iniziare mai, e che regala l’illusione di un godibilissimo clima caraibico. Illusione, appunto, perché dietro alla colonnina di mercurio che segna ogni giorno un nuovo record, si cela il dramma degli effetti del Climate Change sull’agricoltura e, ovviamente, sulla viticoltura. Tra i vignaioli francesi serpeggia già la paura, perché il caldo di queste settimane rischia di anticipare come non mai il germogliamento, esponendo la vite ai pericoli delle gelate (continua in approfondimento). |
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Non è stato un dicembre scoppiettante per i mercati azionari, che hanno chiuso il 2022 esattamente come ci si aspettava: in perdita. Una crisi, quella degli investimenti finanziari, che in realtà va ben oltre le Borse, finendo per coinvolgere petrolio e fine wines, risparmiando solo l’oro. L’ultimo mese dell’anno, infatti, ha registrato un calo dello 0,2% del Liv-ex 100: è il terzo mese consecutivo in territorio negativo per l’indice che analizza l’andamento dei prezzi dei 100 vini più ricercati sul mercato secondario. Anche il Liv-ex 1000 ha chiuso l’anno in calo: -0,4%, con l’Italy 100 che fa persino peggio, perdendo lo 0,6%. Passivi decisamente più contenuti di quelli registrati, ad esempio, dal Nasdaq, che a dicembre 2022 ha perso il 6,9%. Restando a Wall Street, fa un po’ meglio il Dow Jones, che limita le perdite al 2%, mentre il più importante indice azionario statunitense, lo Standard & Poor 500, chiude con il -3,6%. Sulla Borsa di Tokyo il Nikkei 225 segna il -7,6%, mentre l’indice azionario delle 100 società più capitalizzate quotate al London Stock Exchange, ossia il FTSE 100, ha chiuso l’anno in territorio leggermente positivo: +0,2%. L’investimento migliore, in generale, è stato quello su un bene rifugio senza età come l’oro, che a dicembre 2022 ha guadagnato il 2,8%, mentre il petrolio ha segnato il calo peggiore in assoluto: -11%. Le frenata dell’ultimo trimestre dell’anno, però, non deve trarre in inganno: nel 2022 puntare sui vini di pregio si è rivelato comunque un buon investimento. Il Liv-ex 100 ha guadagnato il 6,9%, il Liv-ex 1000 il 13,1%, l’Italy 100 il 9,2%. Nessuno ha saputo fare meglio, tanto meno l’oro, che in effetti viene da un biennio tutt’altro che semplice, e che lo scorso anno ha guadagnato appena lo 0,5%. Tra gli indici borsistici solo il FTSE 100 ha chiuso in territorio positivo (+0,9%), tutti gli altri - come raccontano plasticamente i crolli epocali di colossi come Apple e Tesla - hanno segnato cali importanti: il Nasdaq ha perso il 33,1%, lo Standard & Poor 500 il 19,6%, il Dow Jones l’8,8% ed il Nikkei il 9,4&. Si salva il petrolio, che nel 2022 ha guadagnato il 6,2%, anche se per il 2023 si prospetta un drastico calo delle quotazioni (continua in approfondimento). |
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Il vino è forse il settore produttivo più frammentario al mondo, per questo il rapporto con social è strutturalmente complesso e naturalmente complicato, come emerge dal rapporto tra mondo enoico e galassia dei social, al centro di una survey firmata da Wine Opinions, che ha chiesto ad un campione di wine lovers Usa - diviso sommariamente per fasce di età, sopra e sotto i 40 anni - che tipo di profili, pagine ed utenti, legati al vino, seguissero. Al primo posto ci sono i retailers, quindi i profili delle aziende, molto staccate le pagine ed i profili di ristoranti e locali, e ancora più in basso i canali social delle pubblicazioni dedicate al vino. Risultato ancora inferiore per i consorzi e le associazioni di territorio, ma l’ultimo posto è per la categoria dei critici e degli editorialisti: solo un wine lovers su 4 ne segue uno. |
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La percentuale di americani sopra i 18 anni che, negli ultimi due anni, hanno consumato alcol, è del 63% (mentre il 36% si definisce completamente astemio), ma sale al 65% se si considerano solo i maggiori di 21 anni, età legale per bere in qualsiasi Stato Usa. A dirlo l’ultimo sondaggio di Gallup, che vanta forse la serie storica più completa sul rapporto tra alcol e americani, a cui ha chiesto per la prima volta se avessero avuto occasione di bere vino o birra, o se invece fossero astemi, addirittura nel 1939. Gallup, inoltre, conferma quanto emerso anche da altre rilevazioni: è il reddito a guidare i consumi degli americani, ma il consumo di alcol differisce anche in base al livello di istruzione. Un altro fattore fondamentale è la religione, o meglio la religiosità del consumatore. I maggiorenni che frequentano la chiesa, o un altro luogo di culto, ogni settimana (50%) hanno meno probabilità rispetto ai frequentatori occasionali (63%) o ai non credenti (69%) di bere alcolici. Se reddito e religiosità rappresentano variabili di grande impatto sui consumi di alcol, lo stesso non si può dire per il sesso: il 66% degli uomini contro il 61% delle donne. Inoltre, il consumo di alcol è più comune tra i giovani che tra i più anziani (tutti i dati e i trend in approfondimento). |
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Addio ad uno dei produttori simbolo delle Langhe: WineNews saluta con profondo rammarico e dispiacere Luciano Sandrone, grande “uomo viticoltore” scomparso all’età di 76 anni, nei giorni scorsi, e nome leggendario e di assoluta eccellenza che ha scritto e sta scrivendo la storia delle Langhe, ed i cui Barolo, dal Cru Le Vigne al Cannubi Boschis e all’Aleste, hanno scalato negli ultimi anni più posizioni nei fine wine a livello mondiale, elevando con il loro contributo il prestigio di tutto il vino italiano. |
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Il Noma di Copenaghen, tre stelle Michelin eletto per diverse volte miglior ristorante del mondo, chiuderà i battenti nella sua formula attuale alla fine del 2024. Lo ha annunciato il suo creatore, René Redzepi - considerato uno degli chef più brillanti e innovativi dei nostri tempi - al quotidiano americano “The New York Times”. Noma diventerà a partire dal 2025 un laboratorio alimentare a tempo pieno, sviluppando nuovi piatti e prodotti per il sito di e-commerce Noma Projects, mentre le sale del ristorante saranno aperte solo per servizi pop-up, a Copenaghen e in altre parti del mondo. I motivi di questo radicale cambio di rotta sarebbero dovuti agli orari estenuanti, ai costi e alla frenetica cultura del lavoro che caratterizza l’alta ristorazione, definita dallo chef danese “insostenibile”. L’obiettivo di Redzepi è una totale riorganizzazione dei luoghi di lavoro e dello staff. |
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Dopo le Feste ed i piaceri del palato che ci siamo “regalati” a tavola, come sempre WineNews chiede consiglio per rimettersi in forma al più importante nutrizionista italiano: il professor Giorgio Calabrese. Che ci indica anche i cibi da mettere in dispensa per aiutarci ad affrontare i prossimi mesi invernali, il ruolo del vino nella sua “ricetta della salute”, e, ribadendo l’importanza dell’educazione alimentare dei più piccoli, suggerisce la sana e corretta alimentazione dei bambini per affrontare al meglio il rientro a scuola (credit: G. Mariottini). |
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