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N. 2.516 - ore 17:00 - Martedì 23 Ottobre 2018 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Bellavista, griffe del Franciacorta del gruppo Terra Moretti, nel 2017, e ancora un bagno di bollicine, nell’edizione 2019, ma del Trentodoc: è Ferrari la “Cantina dell’Anno”, il più ambito premio speciale della Guida “Vini d’Italia 2019” del Gambero Rosso (presentazione il 27 ottobre a Roma, con la degustazione dei 447 vini con i “Tre Bicchieri”). Ennesimo riconoscimento per un marchio top della spumantistica mondiale, Ferrari, guidato dalla famiglia Lunelli, affermato grazie alla qualità riconosciuta dei suoi spumanti, e alla capacità di legarsi ad altri brand di primo piano (è il brindisi ufficiale di Juventus, Emmy Awards e “The World’s 50 Best Restaurants”). |
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175,6 milioni di ettolitri di vino, con un recupero sul 2017 del 22,1%, ed una crescita sulla media degli ultimi 5 anni del 5,1%: tanto dovrebbe essere la produzione di vino e mosti nei 28 Paesi dell’Unione Europea, a chiusura di una campagna vendemmiale ormai agli sgoccioli. A dirlo le stime della Direzione Generale Agricoltura e Sviluppo Rurale della Commissione Ue, aggiornate al 10 ottobre 2018. Dalle previsioni, l’Italia sarà il primo produttore in quantità, con un volume di 49,5 milioni di ettolitri, in recupero del 16% sulla scarsa vendemmia 2017, ma sostanzialmente in linea (+2%) con la media di produzione dell’ultimo quinquennio. Secondo Paese produttore, invece, sarà la Spagna, con 47 milioni di ettolitri, in crescita del 33% sul 2017, e dell’8% sulla media quinquennale. La Francia, invece, secondo la Commissione, a fine vendemmia metterà in cantina 46 milioni di ettolitri, a +28% sul 2018, e +6% sulla media, a completare un podio europeo che, ovviamente, sarà anche mondiale visto il peso sulla produzione complessiva della triade italo-iberico-francese. Quarto produttore di vino europeo sarà invece la Germania, con 9,7 milioni di ettolitri (+31% sul 2017), mentre la quinta piazza è ormai una lotta serrata tra il Portogallo, con 5,27 milioni di ettolitri (ma Paese con il calo più consistente, -22%), e la Romania, che grazie ad una crescita del 20% sul 2017, dovrebbe attestarsi a 5,22 milioni di ettolitri di vino, mentre più staccate seguono Ungheria (3,3 milioni di ettolitri), Austria (2,9 milioni di ettolitri), Grecia (2,1 milioni di ettolitri) e Bulgaria (1,1 milioni di ettolitri). Guardando i dati nel dettaglio, emerge che il Belpaese sarà primatista sia della produzione di vini Denominazione di Origine Protetta (Doc e Docg), con 23,3 milioni di ettolitri, sui 22,1 milioni di ettolitri della Francia ed i 15,1 della Spagna, che di vini a Indicazione Geografica Protetta (Igp) con 13,4 milioni di ettolitri, sugli 11,8 della Francia e i 4,5 della Spagna. Un quadro positivo nel complesso, dunque, dopo una vendemmia 2017 tra le più scarse di sempre, quando complessivamente, dai 28 Paesi membri, furono prodotti 143,7 milioni di ettolitri di vino. |
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L’Italia del vino in Cina fa sul serio e, con la campagna istituzionale di promozione “I love ITAlian wines”, firmata da Ice e Ministero per lo Sviluppo Economico, che chiude il primo mese di attività con numeri a dir poco confortanti, i dati Istat, analizzati dall’Ice di Shanghai, confermano la tendenza positiva delle esportazioni enoiche tricolore. I primi sei mesi del 2018, così, fanno segnare un +14,75% sullo stesso periodo dello scorso anno, a quota 73 milioni di dollari, con la Cina che, però, rappresenta ancora il 2,07% delle esportazioni italiane, con il Dragone che è ancora il mercato n. 12. Meglio i vini fermi, che crescono del +17,96%, ma l’aspetto migliore è che si tratta di numeri in netta controtendenza rispetto a due competitor fondamentali come la Francia, praticamente ferma (ma ancora lontanissima, ndr), e la Spagna, che perde invece il 5,56%. |
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Non solo sempre più in vesti di produttrici, enologhe, sommelier, esperte e comunicatrici: le donne che si appassionano al vino e lo consumano sono sempre di più, in tutto il mondo, e stanno influendo sul mercato e su alcuni trend importanti. Per esempio, sono più interessate degli uomini nello scegliere vini carichi di valori etici e più attenti al tema della sostenibilità, ma anche, in una sorta di solidarietà di genere, ai vini prodotti da donne, che prediligo soprattutto quando questo è in qualche modo dichiarato. Sono gli atout di un’indagine firmata da Wine Intelligence e dall’associazione Women of the Vine & Spirits, che ha indagato i comportamenti delle bevitrici di vino in 6 mercati strategici, come Usa, Regno Unito, Canada, Giappone, Cina e Australia. Un mercato, quello del vino che, almeno dal lato del consumo, ha raggiunto una certa parità di genere. Secondo la ricerca, il numero di consumatori e consumatrici di vino, nei mercati in oggetto, è identico (116 milioni di persone per ogni sesso), e la stessa proporzione vale per i 2 miliardi di persone che bevono vino del mondo. Anche a livello di conoscenza, inoltre, almeno se si parla di territori e marchi conosciuti, uomini e donne sono pari, sebbene i primi, soprattutto nel momento della scelta del vino al ristorante, siano ancora predominanti. |
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Scegliere è sempre difficile, specie quando si parla di vino, a maggior ragione di fronte a 14.000 etichette diverse. Tante quante ne conta l’enoteca online Tannico, che adesso, per togliere dall’imbarazzo i propri clienti, mette a disposizione un vero e proprio servizio di Personal Sommelier, con cui i wine lovers possono mettersi in contatto tramite WhatsApp, per approfondire il tema vino da ogni suo punto di vista: dai consigli di acquisto all’abbinamento con il cibo fino alle note di degustazione più tecniche. |
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Il colosso americano Constellation Brand, che controlla marchi di birra come Corona e Modelo, e tanti brand del vino (inclusa la storica realtà italiana Ruffino, ndr), starebbe pensando a vendere parte dei suoi marchi enoici americani (con incarico conferito a Goldman Sachs), per un affare il cui valore sarebbe stimato in 3 miliardi di dollari. A riportarlo i rumors raccolti dall’agenzia di stampa Reuters. Secondo le diverse fonti, il gruppo starebbe pensando alla cessione di brand come, tra gli altri, Clos du Bois, Mark West, Arbor Mist e Cooks, per un pacchetto che, negli ultimi 12 mesi, ha generato guadagni per 260 milioni di dollari (mentre tutta la divisione vino di Constellation, che conta anche marchi come Meiomi e Prisoner Wine, nei 12 mesi terminati a febbraio 2018, ha contribuito per il 38,6% alle vendite nette del gruppo, a quota 7,5 miliardi di dollari). |
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“Sulla promozione c’è ancora tanto da fare. Dobbiamo renderci conto di quanto siamo piccoli visti, ad esempio, dalla Cina, dove a mala pena distinguono i marchi della moda, figuriamoci le piccole denominazioni o i produttori. Anche in termini politici, c’è bisogno di lavorare molto da parte dell’Ice, quando si va all’estero dobbiamo essere prima di tutto Italia, poi avere i nostri marchi. Chi non usa la bandiera italiana - dice la coordinatrice del settore vino delle Cooperative Agroalimentari - non deve poter accedere ai fondi per la promozione”. |
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