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WineNews
N. 3.915 - ore 17:00 - Mercoledì 13 Marzo 2024 - Tiratura: 31.211 enonauti,
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La News
 Hospices de Nuits-Saint-George, l’asta
Quando il vino fa rima con solidarietà. Va in archivio l’asta n. 63 degli Hospices de Nuits-Saint-Georges, andata in scena allo Château du Clos de Vougeot, e che ha raccolto un totale di 2.281.500 euro, diventando la terza migliore asta nella storia degli Hospices de Nuits. La “Cuvée des Bienfaiteurs” ha raggiunto il record di 68.330 euro in favore della Fondazione Clément-Drevon, il cui “ambasciatore” è l’attore Éric Laugérias, un ente di beneficenza che sostiene la ricerca medica nella regione della Bourgogne-Franche-Comté, e che lavora per migliorare l’accesso all’assistenza sanitaria, nonché la qualità, la pertinenza e la sicurezza di tale assistenza.
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Primo Piano
Politica, economia, curiosità e tendenze: gli spunti di ProWein 2024
Politica, economia, curiosità e trend che animeranno il mercato enoico dei prossimi anni. Anche se è stata un’edizione a detta di molti sottotono, riflettendo le difficoltà del vino, la ProWein 2024, che si è chiusa ieri, a Düsseldorf, di spunti da offrire ne ha lasciati. Se molti produttori italiani hanno sottolineato la voglia di tornare a correre, anche da parte dei buyer (meno presente che in passato, con l’Asia quasi assente), i consumi in calo e le economie poco fiorenti un po’ ovunque, si fanno ancora sentire per il vino tradizionale, ad ogni latitudine. A rubare la scena, con buona pace della critica che non li apprezza, e di una normativa italiana che ancora non consente di produrli, i vini no e low alcol, trend cavalcato anche dalle aziende italiane, e che, nei primi 2 mesi 2024 hanno già fatto +91% sul 2023, in crescita del 7% annuo fino al 2026 per Iwsr, e di cui la stessa Germania è primo mercato in volume, seguita da Spagna, Usa, Giappone e Uk. Altro tema sempre più impattante sul mercato, è la sostenibilità che se per molti continua a fare rima con biologico, per altri è un concetto più ampio, che parte fin dalla bottiglia, sempre più leggera e riciclabile. Altro piccolo trend che prende campo, i vini, anche rossi, pensati per essere bevuti freschi e andare incontro ai gusti dei giovani, verso i quali il settore non solo comunica ma con i quali “dialoga”. Tra le curiosità, i vini realizzati completamente con le indicazioni dell’AI. Tra le conferme, la passione dei tedeschi e dei consumatori del mondo per il vino italiano, il più presente, seppur meno che in passato, con più collettive, qualche defezione tra le aziende medio-piccole, i top brand e i Consorzi, perché la Germania resta un mercato-chiave e ProWein un’opportunità eccellente per consolidare la presenza (ma meno presente è stata anche la Francia, che, in futuro, punta molto sull’evento “di casa”, Wine Paris & Vinexpo a Parigi, ndr). Una passione, per i nostri vini, cresce anche nell’abbinamento con il cibo made in Italy. Per il futuro, “a meno di 100 giorni dal rinnovamento del Parlamento Ue”, l’Arev, l’Assemblea delle Regioni Vitivinicole Europee, ha chiesto “una reale volontà politica per invertire la situazione per un settore che vede la viticoltura europea davanti ad un bivio critico”, e Messe Düsseldorf ha annunciato ProWein 2025 (16-18 marzo). 
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“Cantina Italia”, scorte di vino in calo
Calano, anche se lievemente, le scorte di vino nelle cantine italiane: al 29 febbraio 2024, le giacenze ammontano a 56,1 milioni di ettolitri, in calo del 4,2% sul 31 gennaio 2024. È, invece, del -10,9% la variazione sul 28 febbraio 2023. A dirlo, l’ultima edizione di “Cantina Italia” by Icqrf, per il quale il 59,3% del vino è al Nord, prevalentemente in Veneto (26,3%) e nelle province di Treviso (11,5%) e Verona (8,7%). Il 55% è a Dop, in prevalenza vini bianchi (49,2%). Il 26,3% è a Igp, in prevalenza rosso (58%), mentre i vini varietali sono solo l’1,2%. Nonostante il gran numero, le giacenze di Ig sono molto concentrate: le prime 20 denominazioni contribuiscono al 58,8% del totale. Il Prosecco conta 5,7 milioni di ettolitri, il 12,6% dei vini Dop e Igp detenuti in Italia, davanti alla Puglia con 2,2 milioni di ettolitri, a seguire, 1,6 milioni del Salento.
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Focus
Export del vino italiano, il Veneto resta leader nel 2023
L’export del vino italiano ha chiuso il 2023 con una leggera flessione sul 2022 (-0,8%), pari ad un valore di 7,77 miliardi di euro. Guardando ai risultati delle singole Regioni, secondo i dati Istat, analizzati da WineNews, le tre “big”, e quindi Veneto, Piemonte e Toscana, che insieme sommano il 67% dell’export del vino italiano, continuano a perdere seppur con “pesi” diversi. Il Veneto, con 2,8 miliardi di euro, rimane vicino ai numeri 2022 (-0,2%), mentre è più sostanzioso il calo di Piemonte (-5,6%) con l’export che vale 1,21 miliardi di euro e Toscana (-4%) di poco sotto a 1,19 miliardi di euro. Dietro le tre principali “potenze” enoiche ci sono, comunque, realtà in grado di compensare il calo. Ad iniziare dal Trentino-Alto Adige/Südtirol che continua a crescere toccando quota 631,4 milioni di euro (+3,7%), superando l’8% delle esportazioni nazionali. Bene anche l’Emilia Romagna (+3%) con 465,8 milioni, la Lombardia (+3,1%) a 327,9 milioni, l’Abruzzo (+6,2%) a 232,4 milioni. Segue la Puglia, alla posizione n. 8 (+4,8%) a 214,7 milioni, tallonata dal Friuli Venezia Giulia (+8,4%) a 214,3 milioni. Chiude la top ten la Sicilia con 163,5 milioni (-2,3%), mentre crollano la Campania (-21,5%) a 49,7 milioni e la Calabria (-25,7%) che scivola sotto i 6 milioni in un Sud, Isole comprese (-7,4%, la Sardegna, di poco sotto i 24 milioni), completamente in “rosso”.
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Cronaca
Enoturismo, il 7% del fatturato delle cantine
Un fenomeno grande per l’Italia grazie soprattutto alle piccole cantine “familiari” (39%), che già registrano 15 milioni di accessi ogni anno e ricavano sul fronte enoturistico in media il 7% del business, che per il 46% non supera 500.000 euro di fatturato annuo, e nel quale il vero introito resta la vendita diretta (6-14%). È la fotografia del turismo del vino italiano di “Enoturismo 4.0 - Osservatorio Enoturismo: Evoluzione del digitale”, manuale di Dario Stefàno e Donatella Cinelli Colombini con un’ampia analisi di Nomisma Wine Monitor.
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Wine & Food
Il ruolo del paesaggio nei corsi per sommelier e come criterio di descrizione di un vino
Promuovere il ruolo del paesaggio come valore aggiunto non riproducibile nei percorsi di formazione dei sommelier e nei criteri di valutazione e descrizione di un vino (aspetto fondamentale che WineNews sostiene da sempre, ndr), al fine di adottare azioni e strategie per migliorare la competitività del vino italiano a livello globale e valorizzare i territori che hanno saputo coniugare qualità della produzione e del paesaggio. È l’obbiettivo del protocollo d’intesa (che sarà presentato, domani, al Ministero dell’Agricoltura a Roma) firmato da Ais-Associazione Italiana Sommelier, con il presidente Sandro Camilli, e la Cattedra Unesco “Paesaggi del Patrimonio Agricolo” del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (Dagri) dell’Università di Firenze, con il professore titolare Mauro Agnoletti.
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“Nel cinema c’è un filone gastronomico, ed il cinema stesso è nutrimento emozionale”
A WineNews, da “Identità Milano”, Gianni Canova, storico del cinema e direttore dell’Università Iulm: “ci sono molti film che parlano di cibo, dal “Pranzo di Babette” fino ai tanti dei giorni nostri su chef, progetti di cucina e non solo. Ma penso che il cibo sia più interessante al cinema non quando viene tematizzato, ma quando si insinua in tutti i meandri della narrazione. Anche la cucina ha capito che, come il cinema, ha bisogno di icone e di stelle, non a caso si parla di stelle del cinema e di stelle della cucina”.
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