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N. 4.158 - ore 17:00 - Lunedì 24 Febbraio 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Sarà perché c’è poca voglia di festeggiare, per una crisi che morde le tasche o per scenari di consumo che stanno cambiando, tra prodotti più a buon mercato, e strizzando l’occhio a low e no alcol. Fatto sta che anche lo Champagne non sta attraversando il suo miglior momento storico, con le esportazioni globali a -9,2% nel 2024, attestandosi a 271,4 milioni di bottiglie con un fatturato inferiore ai 6 miliardi di euro. Ma sarà anche che lo Champagne costa troppo? No, o non tutto, anzi, è “un vino di eccellenza, ma anche un lusso accessibile”. Almeno secondo i vertici del Comité Champagne, Maxime Toubart e David Chatillon. | |
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| | Non nascondere le difficoltà del settore, dal mercato al clima, ma ripartire da qui, dal concetto di “vino buono, pulito e giusto”, unito al cibo biologico e sostenibile, dal cambio di una narrazione con al centro il suolo, la biodiversità e il paesaggio, ma anche una nuova consapevolezza ambientale. Perché se è vero che le nuove generazioni non sono più innamorate del vino, lo sono, però, dell’ambiente, un aspetto sul quale il vino può pretendere, a buon diritto, per storia, cultura e custodia di territori e borghi, un ruolo da copertina. Una risposta positiva e proattiva, al calo dei consumi, ad un certo “terrorismo” salutistico, alla paura dei dazi e dei messaggi allarmistici da mettere in bottiglia, a cui si può rispondere giocando la carta della bellezza, del feeling con la natura, di un’ulteriore crescita del biologico (di cui l’Italia è già leader) e proponendo nuove soluzioni per alleggerire l’impatto ambientale. Una su tutte, l’alleggerimento delle bottiglie di vetro, al centro della “Call to Action” lanciata da Slow Food e Slow Wine, per una sostenibilità che non si fermi al pur fondamentale aspetto produttivo, alla vigna e alla cantina, ma vada oltre, arrivando allo scaffale, per un prodotto ormai globale, nei consumi, come il vino, che per oltre la metà viene bevuto fuori dal Paese in cui viene prodotto, e fa migliaia di chilometri per arrivare nei calici del mondo. Consapevolezza e fiducia, dunque, ma anche la capacità del vino di guidare una rivoluzione felice e sostenibile dell’agroalimentare, sono gli ingredienti del messaggio (in approfondimento) lanciato da Slow Wine Fair, a BolognaFiere, edizione n. 4 dell’evento organizzato da BolognaFiere con la direzione artistica di Slow Food (e con l’incontro mondiale della Slow Wine Coalition), e che quest’anno, per la prima volta, va a braccetto con il nuovo format Sana Food, lo storico salone del biologico e del naturale, giunto all’edizione n. 36, in un grande appuntamento per appassionati, horeca e retail specializzato per promuovere un nuovo modello di produzione e consumo, attento all’ambiente e alla salute. Con il mondo del bio, del naturale e del sostenibile in tavola e nel calice, che è anche un asset sempre più importante, con un giro d’affari di 6,5 miliardi di euro in Italia, e di 3,9 miliardi di euro all’export. | |
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| | Il mercato Usa, per il vino italiano, resta fondamentale. Altro non fosse perché vale da solo quasi un quarto delle esportazioni (1,7 miliardi di euro nei primi 11 mesi 2024, dati Istat, analizzati da WineNews). E grazie anche ad una grande qualità, alla degli americani per l’Italia ed ad una ristorazione tricolore fortissima negli States, continua a sorridere al vino italiano. Anche se non mancano difficoltà, da un’economia americana non in ottima salute che deprime i consumi, ad un rischio dazi che, però, secondo molti operatori non è ancora così concreto, tanto che, ad oggi, non c’è stata, pare una grande corsa a fare stock per prevenirli. Quadro di sintesi che arriva dalla Slow Wine Fair 2025 a BolognaFiere, “dipinto” (in approfondimento) da Mirella Menglide (Ice), Giuseppe Lo Cascio (Lucidity Wine), Luca Venturelli (Colangelo & Partners) e Alessio Piccardi (Fieramente). | |
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| | | Metti uno chef di fama mondiale come Ferran Adrià (fondatore di elBulli), grandi esponenti della ristorazione italiana come Bottura, Cannavacciuolo, Oldani, Romito, Colagreco, Cracco, Cerea, Alajmo, Assenza, Niederkofler, Scabin, Perbellini, Klugmann e molti altri, eccellenze del food made in Italy come il Parmigiano Reggiano, territori ricchi di giacimenti gastronomici come la Calabria, il “triumvirato” della Franciacorta (Ca’ del Bosco, Contadi Castaldi e Berlucchi), le nuove tendenze della mixology, i pizzaioli che il mondo ci invidia, come Franco Pepe, le anticipazioni su enoturismo e hospitality del futuro, la cucina contadina e il biologico, un’app (“Bollicine del Mondo”) che raccoglie il meglio della spumantistica internazionale, e molto altro: tutto questo è “Identità Milano”, fondato da Paolo Marchi e Claudio Ceroni, edizione n. 20, che si conferma sempre più un evento di caratura internazionale. Tra protagonisti di fama planetaria, numerosi spunti di riflessione, a partire dal tema 2025, “Identità Future, vent’anni di nuove idee in cucina”, un richiamo alla necessità di adattarsi a scenari in costante mutamento. E WineNews, tra i media partner dell’evento, ha intercettato gli spunti più interessanti (con video online nei prossimi giorni) sul futuro della cucina ed interviste a chef e gastronomi. | |
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| | | Argea, big del vino italiano da 449 milioni di euro di fatturato (controllato dalla società di private equity italiana Clessidra), ha annunciato di aver firmato un accordo vincolante per l’acquisizione del 100% di WinesU, storico importatore statunitense specializzato in etichette italiane e francesi. “Un passo fondamentale nel percorso di crescita internazionale di Argea, confermando il ruolo strategico degli Stati Uniti, primo mercato per vendite e fatturato”, ha commentato Massimo Romani, ad Argea. | |
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| | Il n. 1 in Italia e il n. 23 nel mondo. È il “rating” WineNews secondo il portale di analisi FeedSpot, il più grande database online su blog e podcast, che ha preso in esame le migliaia di blog e siti web che, a vario titolo, parlano di vino per traffico, follower sui canali social, autorevolezza e originalità, stilando la “45 Best Italian Wine Blogs & Websites”. Nella classifica dedicata all’Italia, sul podio troviamo anche “Vinoway di Davide Gangi”, e “Wine Blog Roll” di Francesco Saverio Russo. Nella classifica mondiale, al top assoluto ci sono realtà (tutte anglofone, naturalmente) del calibro di “Wine Spectator”, “VinePair” e JamesSuckling.com (ed il blog collettivo italiano, Intravino, al n. 14). | |
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| | | Le riflessioni dei vertici di Slow Food, BolognaFiere e Federbio, su un segmento in salute, e che guarda al futuro con ottimismo e con la consapevolezza della sua importanza, non solo economica, ma anche etica: la visione di Gianpiero Calzolari (BolognaFiere), Barbara Nappini (Slow Food Italia), Maria Grazia Mammuccini (FederBio), e Giancarlo Gariglio (Slow Wine Coalition). | |
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