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N. 2.773 - ore 17:00 - Lunedì 11 Novembre 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Con il cileno Puente Alto 2016 di Viña Almaviva al n. 10, ed il Bin 798 2017 di Penfols, top brand del vino australiano, al n. 9, si è aperto il “count down” che, da oggi a venerdì 15 novembre rivelerà i primi 10 vini della “Top 100” 2019 di “Wine Spectator”, la più ambita tra le classifiche internazionali del vino (lunedì 18 novembre la lista completa). Che, nel 2018, ha visto il trionfo dell’Italia, con il Sassicaia 2015 della Tenuta San Guido al n. 1 assoluto, il Chianti Classico Riserva 2015 di Castello di Volpaia alla posizione n. 3, e l’Etna San Lorenzo 2016 di Tenuta delle Terre Nere di Marco de Grazia, al n. 9, e 19 etichette italiane in classifica. |
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Scarsa, o addirittura avara, in quantità, in alcuni territori, addirittura generosa in altri, ma di assoluta eccellenza qualitativa ovunque, dal Piemonte alla Sicilia: è il sentiment diffuso, con le uve ormai tutte (o quasi) in cantina, tra i produttori dei più importanti territori “rossisti” del Belpaese, dalla Langhe alla Valpolicella, da Bolgheri a Montalcino, dal Chianti Classico all’Irpinia, da Manduria alla Sicilia, raccolto da WineNews, al Merano Wine Festival, il “salotto buono”, il “capodanno” del vino italiano. Con alcuni che parlano di una delle vendemmie migliori degli ultimi anni, e altri che la leggono addirittura come la migliore di sempre della loro esperienza. Una vendemmia che, in generale, è stata penalizzata nella quantità, in diversi territori, da una primavera piuttosto fredda e piovosa (talvolta anche con gelate e grandinate) che ha ritardato la fioritura e l’allegagione, facendo presagire una vendemmia molto ritardata. Come in parte, poi, è stato, in tante zone, anche se in molti casi grazie ad un’estate calda, e a piogge provvidenziali nelle fasi precedenti alla vendemmia, il ritardo è stato in parte recuperato. Per una maturazione ideale, lenta, e con grandi escursioni tra notte e giorno che, soprattutto per le varietà più tardive, ed in generale per tutti i grandi vitigni rossi, dal Nebbiolo al Nero d’Avola, dal Sagrantino alla Corvina, dal Primitivo al Nero d’Avola, passando per l’Aglianico, hanno dato uve perfettamente mature e sane. Come emerge dalle testimonianze (nell’approfondimento) di realtà come Marchesi di Barolo e Pio Cesare, nelle Langhe, di Allegrini, Tedeschi, Zenato in Valpolicella, insieme a Bertani Domains, che apre anche il fronte della toscana tra Chianti Classico, da cui arrivano anche le testimonianze di Folonari (con “escursione” a Bolgheri), Cecchi e Montevertine, Montalcino, insieme a Il Marroneto, e Montepulciano, con le Cantine Dei. Dall’Umbria, invece, arrivano le testimonianze di cantine come Caprai e Lungarotti, mentre dall’Irpinia la visione è quella di realtà come Quintodecimo e Feudi di San Gregorio, mentre del Molise parla Di Majo Norante. Dalla Puglia, invece, il racconto di Gianfranco Fino, mentre dalla Sicilia il giudizio su una qualità elevatissima è comune per realtà come Donnafugata e Baglio del Cristo di Campobello. |
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La coesione tra produttori e Consorzi, la revisione del sistema delle Denominazioni, gli investimenti sul digitale, l’e-commerce e sui nuovi linguaggi, tra tecnologia e vino, e la necessità di arrivare ad uno standard unico sulla sostenibilità: sono la priorità indicate dai “Millennials” ai vertici delle cantine italiane per affrontare ed anticipare le sfide del settore per il futuro, nel “Manifesto” del “Wine Generation Forum”, presentato al Merano Wine Festival. “Un manifesto che è il punto di arrivo di un percorso e l'inizio di un altro, che vedrà le aziende in campo per affrontare le sfide di oggi e di domani per il vino italiano”, ha detto a WineNews il vice presidente Agivi (Associazione dei Giovani Imprenditori Vinicoli Italiani di Unione Italiana Vini) Stefano Ricagno. |
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Il Chianti cerca il rilancio. Con un’iniziativa che, di certo, farà discutere, e con ogni probabilità scatenerà una levata di scudi dalla denominazione del Chianti Classico. Perché il Consorzio del Vino Chianti è pronto a lanciare la sua “Gran Selezione”, come già fatto, con successo, anni fa, dal Consorzio del Chianti Classico. In sintesi, spiega il Consorzio del Chianti, la “Gran selezione” in versione chiantigiana, prevede, tra le altre cose, una gradazione alcolica minima più elevata (13 gradi), un invecchiamento di almeno 30 mesi, potrà essere prodotta in tutto il territorio della denominazione, con divieto di utilizzare il fiasco. Parametri diversi, in parte, dalla Gran Selezione del Chianti Classico, che prevede, tra le altre cose, che il vino sia prodotto solo da vigneti di proprietà dell’azienda. L’istituzione di questa nuova tipologia, in ogni caso, è uno dei punti della revisione del disciplinare messa a punto dal Cda, e approvata “dai soci del Consorzio del Vino Chianti - si legge in una nota - e potrà, quindi, iniziare l’iter di approvazione da parte di Regione, Ministero dell’Agricoltura e Commissione Ue che, si stima, richiederà due anni. Le proposta di modifica agli otto articoli del disciplinare è stata approvata con percentuali favorevoli tra l’89% e il 99%. Il totale dei voti espressi in assemblea rappresentava il 70% dell’intero corpo sociale”. |
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145.800 gli euro raccolti all’Asta Mondiale del Tartufo d’Alba n. 20, in scena al castello di Grinzane Cavour: sotto al martelletto il prezioso tartufo, abbinato a Barolo e Barbaresco. Guidata da Enzo Iacchetti e Caterina Balivo, l’asta si è chiusa con una super pepita da 1.005 grammi, battuta per 120.000 euro. Tra i protagonisti, due ambasciatori del tartufo di Alba nel mondo: lo chef tristellato Max Alajmo, e Yong Zhang, alla guida del gruppo Xinrongji, che mette insieme più ristoranti stellati tra Shanghai e Singapore. |
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È stato uno dei grandi dell’agricoltura italiana, capace di mettere insieme, unendo le proprietà di 63 famiglie mezzadrili, una delle più belle tenute agricole e vinicole del Belpaese, Castello del Terriccio, a Castellina Marittima, in provincia di Pisa. 1.700 ettari di terreno con due grandi allevamenti di mucche e di cavalli allo stato brado, e 60 di vigneti dove nasce, tra gli altri il Lupicaia, tra i vini italiani più apprezzati nel mondo. Il cavaliere Gian Annibale Rossi di Medelana, si è spento nei giorni scorsi nella sua casa di Roma, all’età di 78 anni. Uomo da sempre impegnato nell’agricoltura (anche con una lunga militanza ai vertici di Confagricoltura), ma anche nella cultura, con il Premio Letterario, promosso a Castello del Terriccio, con la collaborazione del giornalista Paolo Mieli. |
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L’incontro al Merano Wine Festival: “a sognare si inizia con il vino, tante imprese pensate insieme agli amici intorno ad una bottiglia”, dice Messner, che ama farsi chiamare “montanaro”, più che alpinista, e che produce vino in Alto Adige con la cantina Unterortl-Castel Juval. “Amo più i rossi dei bianchi, mi piacciono molto i vini di Toscana, Piemonte, ma anche dalla Sicilia, dalla Puglia, dal Veneto. I vini italiani sono i migliori del mondo”.
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