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N. 3.201 - ore 17:00 - Venerdì 16 Luglio 2021 - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Sembra tornato a crescere in modo robusto l’export del vino italiano: secondo i dati Istat, aggiornati oggi, e analizzati da WineNews, le esportazioni enoiche del Belpaese nel primo quadrimestre 2021 hanno superato i 2 miliardi di euro, in crescita del 4,2% sul 2020 (con una netta inversione di tendenza sul -3,9% dei primi tre mesi), ma soprattutto del +5,8% sul 2019, anno del record, quando il valore complessivo delle esportazioni ha superato i 6,4 miliardi di euro. Un dato positivo, nel complesso, dal cui approfondimento per Paese, però, emergono dinamiche molto diverse, in un mondo che sta reagendo ad un pandemia più lenta da superare di quanto sperato. |
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La ripresa delle esportazioni di vino italiano, in questa prima fase del 2021, analizzando i dati Istat in maniera più approfondita, sembra essere trainato dalla crescita dei suoi mercati di “seconda fascia”, in termini di valori assoluti, come la Cina o la Russia, ma anche la Svizzera o la Francia, che sembrano compensare i segni negativi che invece si registrano in maniera più o meno intensa in mercati top Usa e Uk (con l’eccezione positiva del mercato tedesco). Mercati importanti ancora lontani dai livelli del 2020, in sofferenza, ma in leggero recupero rispetto ai mesi precedenti. Come gli stessi Stati Uniti, per esempio, ancora a -3,1% sui primi 4 mesi dello scorso anno, che restano comunque il primo mercato in valore con 510 milioni di euro (e dal quale negli ultimi mesi, come raccontato da tanti produttori a WineNews, sono arrivati segnali importanti di ripresa, ndr), o il Regno Unito, terzo mercato in valore a 170 milioni di euro nel primo quadrimestre 2021, ma con un importante -12,1% sul 2020. Frena anche il Canada, a -9,4% per 106 milioni di euro. Tra i mercati più importanti in valore, invece, cresce del +4,1% la Germania, a 359 milioni di euro, fa molto bene la Svizzera con un balzo del +23%, a 133 milioni di euro, e cresce del +11% la Francia, a 62 milioni di euro. Stesso valore della Svezia, uno dei mercati del Nord Europa più importanti per il vino italiano, che perde però il -12,8%. La crescita percentuale maggiore, però, si registra in Cina, che con un balzo del +73% ha importato vino italiano per 41 milioni di euro, e sembra tornata a correre la Russia, a +34%, per 37 milioni di euro. Dati nel complesso incoraggianti, dunque, seppur da leggere alla luce di qualche criticità e di una situazione legata alla pandemia che, come tutti abbiamo imparato in questi mesi durissimi, può cambiare radicalmente in breve tempo. Ma a far ben sperare è anche il dato aggregato delle esportazioni agroalimentari dei primi 5 mesi 2021, nei quali, secondo l’analisi Coldiretti, la crescita è stata del +8,9% sul 2020, per un valore complessivo record, intorno ai 17 miliardi di euro. |
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150 anni fa, nel 1871, in un’Italia unità da 10 anni e in pieno fermento identitario e creativo, alla Martini & Rossi nascevano le prime bottiglie di “Moscato Spumante d’Asti”. Ed oggi uno dei marchi storici del made in Italy, icona dello spumante e del vermouth, di proprietà della Bacardi, festeggia questo secolo e mezzo nel segno della sostenibilità, annunciando che tutti gli oltre 200 fornitori di uva Moscato Bianco per la produzione di Asti, entro il 2021, saranno tutti certificati Equalitas, il sistema di certificazione della sostenibilità della società controllata da Federdoc, Unione Italiana Vini, Csqa, Valoritalia, Gambero Rosso e 3Avino. Un segnale importante, da parte di un brand controllato da una grande multinazionale del beverage che investe in maniera chiara sul tema della certificazione della sostenibilità. |
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È un costo complessivo compreso tra gli 81 e i 99 miliardi di euro, in pratica la metà del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, quello che l’Italia potrebbe essere costretta a sostenere a causa della perdita dei servizi ecosistemici dovuta al consumo di suolo tra il 2012 e il 2030. Se la velocità di copertura artificiale rimanesse quella di 2 metri quadrati al secondo registrata nel 2020 i danni costerebbero cari e non solo in termini economici. Dal 2012 ad oggi il suolo non ha potuto garantire la fornitura di 4 milioni e 155.000 quintali di prodotti agricoli, l’infiltrazione di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana (che ora scorrono in superficie aumentando la pericolosità idraulica dei nostri territori) e lo stoccaggio di quasi tre milioni di tonnellate di carbonio, l’equivalente di oltre un milione di macchine in più circolanti nello stesso periodo per un totale di più di 90 miliardi di km. In altre parole due milioni di volte il giro della terra. È la situazione attuale e quella futura analizzata dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente nell’edizione 2021 del Rapporto sul “Consumo di Suolo in Italia”. “Nello spazio di una generazione è scomparso un terreno agricolo su 4 (-28%) seguendo un modello di sviluppo sbagliato che purtroppo non si è ancora arrestato”, commenta la Coldiretti.
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Con un mito del cinema e della tv: ecco con chi ha brindato questa volta WineNews. Terence Hill (con il direttore Alessandro Regoli) ha “battezzato” ieri sera con Francesco Rutelli, presidente Anica, e Vincenzo Mollica, il “Museo Italo-Trinità”, voluto a 50 anni da “Lo chiamavano Trinità ...” (1970) dalla famiglia Zingarelli a Rocca delle Macìe, l’azienda fondata in Chianti Classico dal produttore Italo Zingarelli, grazie al successo anche di questo film e della coppia Bud Spencer e Terence Hill, e al quale è dedicato. |
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Per guardare ad un futuro che sarà presto senza limitazioni anti-Covid, gli inglesi, in questa estate 2021, berranno anche vino. E a consigliare loro i migliori è la “The 100 Best Wines for Summer 2021” firmata dall’autorevole critica Jane MacQuitty per il “The Times”, uno dei più antichi, diffusi ed autorevoli quotidiani britannici. Cinque le etichette del Belpaese: dal Pinot Noir Veneto Igt 2019 di Gianni Tessari, cantina di Roncà che tocca tre territori come Soave, Colli Berici e Monti Lessini, al Badilante Igp Toscana di Podere 414, cantina della Maremma guidata da Simone Castelli, dal Bardolino Chiaretto 2018 di Monte del Frà, storica cantina che produce vini di tutte le più importanti denominazioni venete, a due private label, come lo Specially Selected Costa Toscana Igt Rosè 2020 firmato Castellore Organico, a La Carezza Pinot Nero di Mabis. |
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La produttrice della storica cantina di Valdobbiadene è la nuova presidente del Consorzio del Prosecco Docg. “Il mercato ha tenuto, il potenziale produttivo assestato sui 90-92 milioni di bottiglie è quello giusto, il lavoro da fare è quello sui prezzi delle bottiglie, sulla valorizzazione del nostro territorio Patrimonio Unesco, delle Rive e dei nostri valori identitari”. |
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