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N. 3.086 - ore 17:00 - Mercoledì 3 Febbraio 2021 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Centri dedicati alle aziende agroalimentari, con esperti di settore e soluzioni mirate per sviluppare sinergie, individuare opportunità, ed elevare le competenze specialistiche: ecco gli obiettivi di Mps Agroalimentare, il nuovo progetto di Banca Monte dei Paschi di Siena per la valorizzazione delle imprese del settore agrifood, che parte con 12 centri specialistici dislocati nei principali distretti delle eccellenze italiane: Valdobbiadene, Asti, Suzzara, Modena, Firenze, Grosseto, Chieti, Sabaudia, Caserta, Battipaglia, Cerignola e Pachino. Un supporto per accompagnare le imprese verso il cambiamento, con soluzioni mirate all’innovazione e alla sostenibilità. |
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“Primo: l’introduzione dei dazi Usa sui vini Ue alla fine del 2019, a cui non sono stati assoggettati i vini italiani e gli Champagne, si è tradotto in un vantaggio sul valore di vendita; secondo punto è che vini di regioni come Borgogna e Bordeaux, ed i vini top level italiani, hanno incrementato il loro valore, spingendo i consumatori ad investirci. Terzo punto, l’ingresso nel mercato del Brunello 2015 e dal Barolo 2016, giudicate da critica e mercato come due annate particolarmente riuscite”: si spiega così il 2020 da sogno del vino italiano sul Liv-Ex, come raccontato a WineNews da Justin Gibbs, direttore e co-fondatore della piattaforma di riferimento del mercato secondario (la video intervista nei prossimi giorni), commentando un 2020 straordinario, che ha visto l’Italia star assoluta del mercato secondario dei fine wine, grazie a campioni come il Barolo Monfortino di Giacomo Conterno, in assoluto il vino che ha mosso più valore al mondo con l’annata 2013, e con il Belpaese capace di piazzare ben 4 etichette tra le prime 10 nella classifica di crescita delle quotazioni, come il Sassicaia 2013, il Tignanello 2013 e 2016 e di Solaia 2013, ancora firmati Antinori. Ancora, nei 12 mesi appena conclusi, l’Italy 100, l’indice dedicato ai grandi vini del Belpaese - formato dalle ultime 10 annate fisiche dei grandi Supertuscan, ovvero Sassicaia, Masseto, Ornellaia ed il grande “trittico” della famiglia Antinori, formato da Solaia, Tignanello e Guado al Tasso, e ancora dal Sorì San Lorenzo, dal Barbaresco, dallo Sperss (2005-2011 e 2013-2015) di Gaja, e Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno (con le annate dal 1999 al 2002, dal 2004 al 2006 e poi 2008, 2010 e 2013) - è cresciuto del 6,65%, tallonato solo dallo “Champagne” 50, a +6,24%. E se mai così tante, ben 17, sono le etichette italiane nella Liv-Ex Power 100 2020 (Gaja, Sassicaia, Ornellaia, Masseto, Solaia, Luciano Sandrone, la Tenuta Greppo di Biondi Santi, e ancora Tignanello, Giacomo Conterno, Bartolo Mascarello, Casanova di Neri, Poggio di Sotto, Vietti, Tua Rita, Bruno Giacosa e Quintarelli”, secondo Gibbs, “sebbene Supertuscan e Piemonte siano la guida, stanno crescendo anche i vini abruzzesi, il Chianti Classico, e ci sono segnali positivi, anche se più contenuti, da Sicilia, Sardegna, Campania e Trentino” (l’intervista completa nell’approfondimento). |
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Una “riapertura” (dopo lo stop nel 2020 per la pandemia) che coincide con la ripresa dell’export dell’agroalimentare italiano con i dati Istat elaborati da Federalimentare, con una sostanziale tenuta nel 2020 (+0,1% nei primi 10 mesi) che dovrebbe evolvere in una crescita significativa nel primo semestre 2021. Riparte da qui “Cibus 2021”, il Salone Internazionale dell’Alimentazione che, inizialmente previsto dal 4 al 7 maggio, slitta dal 31 agosto al 2 settembre 2021 a Parma. Una nuova data per l’edizione n. 20, fissata da Fiere di Parma e Federalimentare, al termine di due sondaggi, uno tra le aziende espositrici e l’altro tra i buyer nazionali ed esteri, ovvero i protagonisti della fiera di riferimento dell’agroalimentare italiano, e dopo “una valutazione sul processo di vaccinazione in Italia - sottolineano - e l’organizzazione dei corridoi aerei per i buyer esteri”. |
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Come anticipato da WineNews, oggi la Commissione Europea ha approvato lo Europe’s Beating Cancer Plan. Documento più che condivisibile nell’obiettivo, la lotta al cancro, ma che presenta criticità per la filiera del vino (e non solo), sebbene con toni più morbidi rispetto alla bozza circolata fino ad ieri. Il documento, ora, chiama in causa l’abuso di bevande alcoliche (letteralmente harmful alcohol consumption, il consumo dannoso di alcol, ndr) e non più il consumo, ma propone, comunque, la revisione della tassazione, limitazioni alla pubblicità e alle azioni di promozione, come per esempio l’Ocm Vino, e ancora modifiche nelle etichette, come la lista degli ingredienti entro il 2022, mentre si parla anche di avvisi sui rischi per la salute in etichetta, ma dal 2023. E ora arrivano le prese di posizioni ufficiali, più o meno nette, della filiera del vino, a livello europeo, firmate dalla Ceev, ed italiano, per voce di Unione Italiana Vini e Federvini. Che pur condividendo lo spirito del documento e dicendosi pronte a collaborare, si schierano nettamente contro le misure che in qualche modo equiparano vino e tabacco, per esempio, e che vogliono limitare la promozione di un prodotto il cui consumo moderato e consapevole, proprio dello stile mediterraneo, è considerato come uno dei migliori strumenti contro l’abuso. |
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Il prossimo Governo guidato da Mario Draghi (che ha accettato l’incarico in attesa di passaggi e verifiche in Parlamento), dovrà anche scrivere il piano per l’utilizzo dei 209 miliardi di euro del “Recovery Fund”. In cui, ad oggi, non si fa accenno alla ristorazione, settore che ha subito un danno enorme (nel 2020, ha perso quasi la metà del fatturato) e che torna a chiedere attenzione. In particolare sulla digitalizzazione, perchè, sottolinea Fipe/Confcommercio, “Il turismo 4.0, ad esempio, non può esistere senza uno sviluppo e una valorizzazione dei pubblici esercizi”. |
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La pandemia ha sconvolto le abitudini e i consumi degli italiani, che hanno imparato a vivere una quotidianità diversa, tra le mura di casa, tornando a cucinare e rinunciando al rito dell’aperitivo, ma anche ad uscire tra mille precauzioni, con la mascherina sempre sul volto e il gel igienizzante a portata di mano. Tutto questo si riflette anche sull’elenco dei prodotti del paniere Istat, in cui, nel 2021, entrano 1.731 prodotti elementari (1.681 nel 2020), tra cui la macchina impastatrice, un simbolo del primo lockdown, quando gli italiani si scoprirono popolo di panificatori e pizzaioli, ma anche la bottiglia termica, retaggio di quella rivoluzione green che la pandemia ha messo in secondo piano. E poi integratori alimentari, mascherine, igienizzante per le mani e così via ... |
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A WineNews il pensiero di Giacomo Mojoli, “disegnatore di idee” e tra gli ispiratori dei pensieri fondanti di Slow Food: “il consumo di vino cambierà, e soprattutto il vino dovrà sapersi legare sempre di più a “materie” come economia, sociologia e design, nel senso del saper pensare progetti che dovranno essere anche durevoli. Serve la consapevolezza che lo scenario non sarà lo stesso di prima: serve una “resilienza” che sia creativa”.
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