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N. 4.039 - ore 17:00 - Martedì 3 Settembre 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Tra i più importanti artisti della Transavanguardia, e tra i più quotati al mondo, Mimmo Paladino ha trovato ispirazione nel vino per la scultura del “Testimone” di Ca’ del Bosco in Franciacorta, l’etichetta del Chianti Classico Casanuova di Nittardi 2006 di Fattoria Nittardi, per il Morellino di Scansano dell’amico artista Sandro Chia ed è stato tra i “5 artisti per 5 stelle” (con Chia, Bertozzi & Casoni, Pino Deodato e Gian Marco Montesano) che hanno interpretato l’annata 2015 del Brunello di Montalcino. E ancora la trova, visto che è autore di tre opere per tre etichette, per un’edizione limitata, di Amarone della Valpolicella di Aneri, nei 25 anni della cantina. | |
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| | Certo, la situazione è cambiata, far tornare i conti alla fine del mese, per molte persone, non è cosa semplice o comunque scontata. Ma nel mondo si continua e si continuerà a bere vino, perché è una questione di cultura, di tradizione, di storia, ma anche di piacere, di condivisione con le persone a noi più care. Un rito che accomuna tanti nella quotidianità, un valore aggiunto, ovviamente se assunto con moderazione, per le ore trascorse a tavola, perché davanti ad un calice di vino ci si racconta, nascono amicizie, si impara qualcosa in più. E se per alcuni il vino non è più o non è mai stato un “compagno” di vita quotidiano, i motivi possono essere tanti: sicuramente il potere di acquisto delle persone, ridotto un po’ in tutto il mondo dall’inflazione, il salutismo crescente, le preoccupazioni della vita quotidiana sempre più pressanti, le drammatiche notizie che arrivano dai diversi fronti di guerra, la preferenza, soprattutto da parte delle nuove generazioni, verso altri prodotti più “freschi” e leggeri. Sono tanti ed importanti, come noto, i fattori che incidono sui consumi di vino. Ma anche in una fase più complicata come questa, tanti calici, nel mondo, continuano ad essere degustati, tanti brindisi celebrati, e tante bottiglie stappate. Ed il giro d’affari del settore, a fine 2024, toccherà i 339,1 miliardi di dollari per 24 miliardi di litri, di cui 175,9 miliardi derivanti dal consumo tra le mura di casa, e 163,2 spesi in ristoranti, bar, enoteche con mescita e locali in genere. Per continuare a crescere, poi, del +1,5% in valore, ogni anno, fino al 2029. È il “sogno di una notte di mezza estate”, per citare Shakespeare, o più prosaicamente la previsione, aggiornata a luglio, dal portale Statista, che ha pubblicato dati curiosi. I consumi domestici in volume, per esempio, nel 2024, dovrebbero attestarsi a 18,4 miliardi di litri, il che si tradurrebbe in un prezzo medio, per il consumo di vino “domestico”, a livello mondiale, di 9,5 dollari al litro, mentre nel fuori casa, dove i volumi sono stimati in appena 5,6 miliardi di litri, il prezzo medio si aggirerebbe sui 29,1 dollari al litro. I consumi, quindi, viaggiano sempre di più tra le mura di casa, un altro segno dei tempi che stiamo vivendo con un potere di acquisto più ridotto che incide, ovviamente, anche nelle scelte che facciamo nel tempo libero. | |
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| | Se in alcune parti del mondo si parla di estirpazione dei vigneti, in Toscana (dove ci sono 12.000 aziende del settore) se ne impiantano di nuovi: la Regione ha infatti comunicato che è in dirittura d’arrivo il provvedimento con il quale viene approvato l’elenco delle aziende toscane beneficiarie delle autorizzazioni per nuovi impianti di vigneti, con validità di tre anni a decorrere dalla data di approvazione dell’atto. Le nuove autorizzazioni per impianti viticoli vengono concesse alle 818 aziende che ne hanno fatto richiesta e consentiranno di impiantare un totale di 639 ettari (la quota destinata alla Toscana dal Ministero dell’Agricoltura, a fronte di una richiesta totale di oltre 4.877 ettari), corrispondenti all’1% dell’intera superficie toscana investita a vigneti (in approfondimento). | |
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| | | Se c’è un cantore della bellezza della natura, è Giosuè Carducci. Al grande poeta, è legata Bolgheri, tra i territori del vino più prestigiosi, il cui simbolo è il Viale dei Cipressi “che a Bólgheri alti e schietti van da San Guido in duplice filar” come recitano i versi della poesia “Davanti San Guido”, voluto nell’Ottocento dal Conte Guido Alberto della Gherardesca, cui si deve la scelta dei cipressi, bella, ma soprattutto pratica perché i bufali mangiavano tutte le altre piante (come raccontato, a WineNews, dal discendente Gaddo della Gherardesca). Una “sinestesia” del bello, del buono e della natura, quella architettata dall’ingegno umano, che il vino italiano racconta con “Bolgheri DiVino” 2024, l’“en primeur” delle nuove annate delle Doc Bolgheri e Doc Bolgheri Sassicaia voluto dal Consorzio guidato da Albiera Antinori, con la scenografica “Cena dei Mille” nel Viale (domani). Un’occasione per le griffe di Bolgheri per incontrare collezionisti, wine merchant e media anche nelle Tenute, da Ornellaia (con una “cena barbecue”) ad Orma (con il maestro pizzaiolo Franco Pepe), da Caccia Al Piano (con la mostra “Terre Rare”), ad Argentiera (con il bassista Saturnino e Martina Vincenti, alias La Tipografia Toscana), o Poggio al Tesoro, con una degustazione al mare al ristorante stellato La Pineta degli Zazzeri. | |
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| | | Tra le iniziative nei 100 anni dell’Oiv-Organisation Internationale de la Vigne et du Vin, guidata da Luigi Moio, c’è anche un francobollo da collezione (600.000 esemplari) svelato, oggi, alla Cité Internationale de la Gastronomie et du Vin di Digione, per festeggiare il centenario dell’“Onu del vino”, ma anche il Congresso Mondiale n. 45, che sarà proprio a Digione (14-18 ottobre), nuova sede Oiv. E che sarà in vendita in anteprima l’11 e 12 ottobre a Digione, Parigi e a Boulazac-Isle-Manoire, e, dal 14 ottobre, negli uffici postali di Francia. | |
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| | La prima Stella Michelin del mondo ad una gelateria è andata a Taiwan: Minimal è un locale raffinato che offre un menu degustazione di sette portate, tutto a base di gelati, granite e sorbetti. Peccato però che il gelato artigianale, così come lo conosciamo oggi, sia nato in Italia nel 1565, in pieno Rinascimento, alla corte di Caterina de’ Medici a Firenze, ad opera dell’architetto Bernardo Buontalenti. Evidentemente 450 anni di storia ed esperienza, oltre che gli innumerevoli primati e riconoscimenti conseguiti dalla gelateria made in Italy, una delle nostre eccellenze nel mondo, non sono bastati a convincere la Rossa. Per giunta l’Italia è ancora in attesa della prima pizzeria stellata, e adesso c’è da chiedersi se spunterà da un’altra parte nel mondo, e non nel Paese di cui rappresenta uno dei simboli più conosciuti ... | |
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| | | L’Italia deve molto ai contadini: la qualità dell’alimentazione, la bellezza del paesaggio, il diffuso patrimonio territoriale che ha generato economia e cultura. “Che ne siamo consapevoli quando parliamo dei successi del cibo e del vino, forse, è una parola grossa, ma è una chiave su cui bisognerebbe puntare di più”. Così, a WineNews, Filippo Ribani, medievista dell’Università di Bologna, autore del volume “Furti e insulti. Il conflitto città-campagna tra immaginario e realtà nell’Italia tardomedievale” (Editore Viella) sugli stereotipi e la satira sull’Italia contadina arrivati fino a noi. | |
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