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N. 3.230 - ore 17:00 - Giovedì 26 Agosto 2021 - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Distanti su tutto, ai lati opposti di ogni tavolo, dalla politica estera all’economia, Cina e Usa condividono curiosamente un dato, preoccupante dal punto di vista del mondo enoico: il fuggi fuggi dei consumatori più giovani dal vino. Negli Stati Uniti la fascia 21-34 anni, che nel 2010 consumava il 28% di tutto il vino bevuto nel Paese d’Oltreoceano, oggi rappresenta appena il 18% dei consumi, mentre in Cina la Z Generation mostra più di qualche difficoltà nell’approccio a Bacco. Per i 18-24enni del Dragone il vero ostacolo è culturale, con la popolarità di cocktail e ready-to-drink - più semplici da capire e promossi da influencer e social media - doppia rispetto a quella del vino. |
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Le sue colline sono meno conosciute della costa, che qui è “la Riviera” simboleggiata dalla Rimini di “Amarcord” e “Otto e mezzo”, de “I Vitelloni” e “La strada” di Federico Fellini. Ma anche per questo i Colli della Romagna sono ancora intatti e da scoprire, seguendo le rotte del Sangiovese, che li tocca tutti, con le sue 16 sottozone, del Trebbiano e dell’Albana, a cui si affiancano chicche come la Cagnina, il Pagadebit o la Rebola, che disegnano i territori delle Romagna. Scrigno di vini antichi ma anche di città d’arte e dei borghi dell’entroterra, dove si esprime l’anima romagnola, concreta e operosa, che si ritrova nell’architettura, nella bellezza dei paesaggi, nell’eccellenza dei motori e della cucina ovviamente. Intreccio virtuoso tutto da raccontare, ancora, su cui ha puntato il Consorzio di Romagna, guidato da Ruenza Santandrea e dal direttore Filiberto Mazzanti, che mette insieme 114 soci, 7 cooperative, 5 imbottigliatori, 102 produttori di vino, e una filiera fatta da 5.200 vignaioli, in un territorio in cui si produce il 62% del vino di tutta l’Emilia Romagna (Regione che esprime un valore alla produzione di oltre 320 milioni di euro, per un export che nel 2020 ha superato i 335 milioni di euro, ed è in crescita nel 2021, dati Istat). E che in questi giorni si racconta, in modo itinerante, in “Vini ad Arte 2021 - Quando l’uva è un capolavoro”, dal 26 al 30 agosto. “Abbiamo fatto un lavoro importante con produttori ed esperti esterni, lavorando sullo studio e sul racconto del suolo, del sottosuolo, dei vitigni, della storia, della cultura e dell’architettura della Romagna - spiega, a WineNews, Ruenza Santandrea - che come territorio del vino è ancora sconosciuta. Questo ha fatto sì anche che le nostre colline siano rimaste intatte, ma ora vanno fatte conoscere e raccontate”. Intanto, dopo le difficoltà comuni a tanti del 2020, il mercato dei vini romagnoli sembra tornato a tirare: “il sentiment è positivo, ci sono buone possibilità di recuperare quanto perso nel 2020. All’estero i nostri vini stanno andando bene in Usa, in Uk, in Germania e anche in Cina, e sul territorio il turismo è tornato, i nostri agriturismi sono tutti pieni anche di tanti turisti europei, ed è un segnale importante e che fa ben sperare nel futuro”. |
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Dalle novità che verranno presentate a “Cibus 2021”, il salone dell’alimentare di scena a Parma dal 31 agosto al 3 settembre, dopo un anno e mezzo di pandemia che ha messo il mondo delle fiere in stand-by, così come il panorama del settore del cibo, fermo al 2020, emergono tre tendenze: quella salutista, con prodotti bio, vegetariani e vegani; quella della tradizione storica della produzione e della gastronomia italiana; quella flexitariana, sensibile alle tematiche del mangiar sano, ma che non rinuncia alla carne, al pesce e ai formaggi. Trend che molto hanno a che fare con i grandi obiettivi dell’industria alimentare che, come ha ricordato a WineNews il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio, deve affrontare sfide, tutte europee, che rischiano di rivelarsi un colpo terribile per la Dieta Mediterranea ed i suoi prodotti. |
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Riaperture e “revenge spending” (ossia la voglia di spendere dopo i mesi di chiusure e coprifuoco, ndr) portano ad un nuovo record per le vendite di vino italiano tra i top 12 Paesi buyer esteri nel primo semestre 2021, con le importazioni in crescita a valore del +7,1% sullo stesso periodo 2020, ma anche del +6,8% sul 2019, prima che scoppiasse la pandemia di Covid-19. Così l’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, che ha elaborato gli ultimi dati doganali sulle importazioni dei 12 principali mercati mondiali della domanda di vino. Dove fa comunque bene anche la domanda globale di vino, in crescita nell’ultimo anno dell’8,1%, con la Francia che vola a +26,2%. Ma, rispetto all’ultimo periodo pre-Covid (primo semestre 2019), è l’Italia a fare meglio: +6,8%, a quasi 2,6 miliardi di euro, contro la Francia a +2% (3,3 miliardi di euro) e le importazioni totali ancora in terreno negativo (-1,7%, a quasi 10 miliardi di euro). Tornando alle importazioni di vini tricolori, sul 2020 l’Italia sovra performa rispetto al mercato in Cina (+36,8%), in Germania (+9,3%) e in Russia (+29,4%), mentre è sotto la media negli Usa (+1%), in Uk (-0,4%) e in Canada (+2,5%). Crescono le importazioni dei vini fermi (+6,9%), mentre gli sparkling incrementano le vendite dell’11,1%. |
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Anche la Reggia di Caserta, il palazzo reale voluto da Carlo di Borbone, re di Napoli e di Sicilia, nella seconda metà del XVIII secolo, ha un suo vigneto. Nel 2018, l’allora direttore Mauro Felicori, affidò a Tenuta Fontana un ettaro di terreno nel Bosco di San Silvestro, nel Parco della Reggia, dove l’azienda del Sannio impiantò una vigna di Pallagrello bianco ed una di Pallagrello nero, quasi scomparso con la fillossera e oggi protagonista del pieno recupero della “Vigna del Re”, che si prepara alla sua prima, storica, vendemmia. |
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Guardare oltre la pandemia, con la consapevolezza della forza del made in Italy agroalimentare, e della necessità di tornare a fare programmazione ed investimenti, anche grazie ad un rinnovato rapporto tra imprese e mondo finanziario. Ma anche ad una maggiore formazione delle imprese agricole sul fronte del rapporto con le banche, e con la creazione di figure professionalizzate e di supporto. È il messaggio lanciato da Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura. “Per il settore agroalimentare il 2021 potrebbe chiudersi con il record di 50 miliardi di euro di export. Un risultato importante, ancor più perché dà forza a tutto il sistema economico. Per questo è fondamentale impostare, in una logica nuova, i rapporti tra finanza, credito e imprese del settore. Bisogna tornare a programmare lo sviluppo e ad investire”. |
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Continente enoico dalle mille anime, crocevia di popoli e culture e Regione pioniera in passato del mercato, e oggi della ricerca e della sostenibilità. A WineNews, pensieri e parole di Laurent Bernard de la Gatinais (Assovini Sicilia e Rapitalà), Antonio Rallo (Consorzio Doc Sicilia e Donnafugata), Alessio Planeta (Planeta), Alberto Tasca (Tasca d’Almerita e Fondazione SOStain Sicilia), Diego Cusumano (Cusumano) e Federico Lombardo di Monte Iato (Firriato). |
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