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N. 2.861 - ore 17:00 - Mercoledì 18 Marzo 2020 - Tiratura: 31.103 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Ci ha lasciato Michael Broadbent, “the Gentleman of Wine”, autorità nel mondo del vino capace di segnare la storia della critica enoica e del mondo delle aste dei fine wine. Aveva 93 anni, il suo diploma di Master of Wine, nel 1960, fu firmato dalla Regina Elisabetta, ha guidato il Dipartimento Vino della casa d’aste Christie’s per 30 anni e, soprattutto, aveva messo in fila 90.000 note di degustazione, divise in 140 quaderni, raccolte nel mitico “The Great Vintage Wine Book”. Amante dei vini francesi, ma anche italiani, dal Sassicaia al Brunello di Biondi Santi, passando per il Barbaresco di Gaja, come raccontò, nel 2001, proprio a WineNews ... |
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Dall’Europa agli Stati Uniti, l’emergenza Coronavirus è diventata globale, ed anche chi all’inizio l’aveva presa sottogamba, è costretto a misure draconiane, seguendo l’esempio dell’Italia. A cominciare dagli Usa, con la chiusura di scuole, università, in molti casi musei e, soprattutto, attività di ristorazione negli Stati principali. Per le denominazioni al vertice della piramide produttiva italiana, così, si apre un nuovo fronte di crisi, dopo l’Asia - che dà i primi importanti segnali di risveglio - il mercato interno, e l’Europa, come hanno raccontato a WineNews i presidenti dei Consorzi dei grandi vini del Belpaese. A lanciare l’allarme è stato il presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci, che ha espresso “innegabile preoccupazione in chiave di mercato: in pochi giorni si è fermato il nostro maggiore canale di vendita, quello dell’ho.re.ca., in Usa e Italia, che valgono il 60% delle vendite di Brunello”. Per il presidente del Consorzio di Barolo e Barbaresco, Matteo Ascheri, “il rischio è che si possa ripetere in Usa, che per noi vale il 30% dell’export, la situazione dell’Italia, con il boom degli acquisti in Gdo che non riguarda però i grandi vini”. Sulla stessa linea Filippo Mobrici, presidente Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, che condivide “la preoccupazione per un’emergenza destinata a durare a lungo: gli Usa, che hanno preso atto per ultimi della situazione, iniziano già a mostrare i primi rallentamenti”. La speranza, per il presidente del Consorzio Chianti Classico Giovanni Manetti, “arriva dall’Asia, dove gli ordini stanno ripartendo con una certa celerità, ma per noi gli Usa valgono un terzo delle vendite”. Da Bolgheri, Cinzia Merli, vice presidente - con Priscilla Incisa della Rocchetta - del Consorzio guidato da Albiera Antinori, parla di “un limbo nel quale tutto il mondo del vino sta vivendo: in Italia il mercato è fermo, ci aspettiamo che avvenga altrettanto negli Usa”. Si prepara al peggio anche il presidente della Doc Sicilia, Antonio Rallo, con “i consumi on trade in Usa destinati al collasso”. Infine, Stefano Zanette, presidente del Prosecco Doc, che si aspetta “la stessa performance dell’Italia, ossia l’ho.re.ca. fermo e la Gdo in crescita”. |
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Con i soli supermercati e negozi di alimentari aperti, nel pieno dell’emergenza Coronavirus, a garantire gli approvvigionamenti sugli scaffali è un’industria dell’alimentare che funziona a pieno regime, capace in gennaio 2020 di segnare una crescita dei fatturati del +7,9%. Merito dei 3 milioni gli italiani che continuano a lavorare nella filiera, garantendo continuità alle forniture di cibo e bevande alla popolazione, che nella “dispensa dell’emergenza” - come raccontano i dati Coop - mettono più carne e legumi in scatola, farina, pasta e surgelati, meno creme spalmabili e vino, che comunque regge. A preoccupare, dopo un anno da record, sono le esportazioni del made in Italy agroalimentare, che nel 2019 hanno toccato i 44,6 miliardi di euro, ed ora devono fare i conti con una situazione mutata dappertutto, dall’Europa agli Usa. |
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Nei giorni in cui l’epidemia di Covid-19 stava diventando un’emergenza globale, con le Borse che entravano in una spirale negativa dalla quale non sono ancora uscite, il mercato secondario dei fine wine, analizzato e raccontato dall’andamento del Liv-ex, ha mostrato ancora una volta di saper resistere anche alla peggiore delle tempeste, e se dal 2 marzo il Ftse100 ed il Ftse250 - gli indici delle società più capitalizzate quotate al London Stock Exchang - hanno iniziato il loro crollo, il Liv-ex ha limitato i danni, con gli scambi essenzialmente in linea con il periodo precedente. Cambia sensibilmente, invece, il “paniere”: la quota dei vini di Bordeaux scambiati sul Liv-ex ha toccato, la scorsa settimana (dal 6 al 12 marzo), il 57,3% (a febbraio è stata del 45,3%), guidata dalle annate 2016, 2010, 2009 e 2005, particolarmente vivaci, staccando di molto Italia (12,3%) e Borgogna (12,2%). La buona notizia, per il Belpaese, è che il Barolo Riserva Monfortino 2013 di Giacomo Conterno non solo è stato il vino più scambiato in assoluto nella settimana, ma anche da inizio anno, sull’onda dei 99 punti di Antonio Galloni, che lo ha innalzato al livello di annate storiche come la 1996 e la 1999, arrivando ad una quotazione di 7.800 sterline a cassa. |
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In un momento delicato per tutto il Paese, il Gruppo Masi, griffe della Valpolicella guidata da Sandro Boscaini, ha messo a disposizione dei propri dipendenti nuove coperture assicurative sanitarie specifiche in caso di contagio da Coronavirus - che garantiscono indennità oltre il settimo giorno di ricovero ed assistenza post ricovero, dalla babysitter alla consegna della spesa a casa - che si vanno ad aggiungere ad altre misure come lo “smart working” e l’orario continuato in aiuto dei dipendenti con responsabilità genitoriali. |
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Nel 90% dei post sul made in Italy, in nove diverse lingue nei primi dieci canali social nel mondo, si parla di Fashion e Automotive, ma le conversazioni ed i trend più amati sono quelli in cui si discute di Food. A dirlo, il primo Social Luxury Index, l’Osservatorio sulle social media conversation relative ai brand di Altagamma, la Fondazione che riunisce le migliori imprese dell’Alta Industria Culturale e Creativa ambasciatrici dello stile italiano nel mondo, secondo cui molto si può e si deve ancora fare, per migliorare l’associazione con il brand “Italia”, specie parlando di food, universo nel quale generano molta attenzione i gourmet award, gli chef influencer, i circular food ed i tech food, intese come esperienze innovative volte a migliorare il coinvolgimento degli appassionati e l’efficienza della produzione alimentare. |
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Alla scoperta della cantina di Roberto Conterno (Giacomo Conterno), dove nasce il Monfortino, bluechip del vino italiano e sogno di collezionisti e wine lover di tutto il mondo, ma anche etichetta più scambiata sul Liv-ex. Un tête-à-tête tra le botti dove nasce uno dei 10 vini più ricercati del mondo nelle aste, riferimento qualitativo e valoriale di un territorio di pregio assoluto come il Barolo, parlando di vino, e riflettendo sul presente e sul futuro delle Langhe, uno dei pilastri dell’enologia mondiale, e non solo. |
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