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N. 3.959 - ore 17:00 - Lunedì 13 Maggio 2024 - Tiratura: 31.211 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Guardare dritti al futuro, forti di un grande passato dietro alle spalle: Marchesi Antinori, la più antica famiglia del vino italiano (26 generazioni e oltre 600 anni di storia) diventa azionista di VitiBot, leader nei macchinari avveniristici per vigneti e parte di Sdf Group, capofila mondiale nella produzione di macchinari specializzati per la viticoltura. Antinori ha già iniziato ad utilizzare questi robot elettrici per la gestione del suolo negli interfilari dei vigneti, e condividerà con VitiBot il suo know-how secolare per lo sviluppo e l’ottimizzazione del progetto, tracciando la strada per una gestione all’avanguardia dei vigneti in Italia. | |
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| | In Sicilia, si può parlare di un “Rinascimento” della viticoltura, nel fare impresa, ma anche dell’immagine, frutto di un “miracolo” di quest’isola e della “sicilitudine”, per dirla come Leonardo Sciascia: la capacità degli imprenditori di guardare lontano, di non essere egoisti, ma di avere una visione comune che unisce nella diversità. Una visione che, negli Anni Novanta del Novecento, ha ispirato le idee “illuminate” e l’azione sinergica di Diego Planeta, Giacomo Rallo e Lucio Tasca, i tre “tenori” artefici della rinascita del vino siciliano, e che, trasmessa tra le generazioni, da 25 anni, continua ad ispirare Assovini Sicilia, le cui aziende si sono raccontate con i loro vini a “Sicilia en Primeur” 2024, nei giorni scorsi, a Cefalù. Quelle scelte, che sono state collettive, frutto di una contaminazione di idee diverse come il mare e il vulcano, ma che su quest’isola si fondono, e che si riflette nei vini, dove vitigni autoctoni ed internazionali si incontrano, e di una mentalità aperta al dialogo, un tempo tra popoli e culture, oggi tra il feudo antico e il resort contemporaneo, sono state la vera forza della Sicilia. Una squadra, quella di Assovini, che, oggi, conta 100 aziende, 47,6 milioni di bottiglie prodotte nel 2023, l’83% dei vini Doc, da cui si genera più dell’80% del valore del vino siciliano imbottigliato, e 11.000 ettari coltivati sugli oltre 95.760 vitati di tutta l’isola, secondo “vigneto d’Italia” e primo per superficie bio. L’export rappresenta oltre il 50% delle vendite, in alcuni casi, in oltre 100 Paesi, con il mercato europeo primo sbocco (98,6% delle esportazioni), seguito da quelli Nord americano, inglese, giapponese, cinese e australiano, che premiano soprattutto i vini bianchi. Imprese capaci di guardare al futuro, con il 78% che ha già integrato una nuova generazione under 40 nella gestione. Un futuro nel quale la Sicilia deve puntare ad accrescere il valore dei vini, che ne rifletta la qualità in crescita e la vera essenza dei territori, vero valore aggiunto e sempre più attrattori di turismo, in quanto espressione di biodiversità, cultura e bellezza, che si respirano e si condividono nella gioia di vivere tutta siciliana. È questo che fa sentire il turista ben accolto e coinvolto nei tanti “mondi” della Sicilia. È questo che cercano, soprattutto, i giovani di oggi. | |
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| | Da Agricola San Felice ad Allegrini, da Castello di Bolgheri a Castello del Terriccio, da Ferrari a Famiglia Cotarella, da Cusumano a Il Borro-Ferragamo, da Mazzei a Petrolo, da Antinori a Planeta, da Lungarotti a Tasca D’Almerita, da Tenuta Argentiera a Tenuta San Leonardo, da Argiolas a Bisol, da Collemassari a Fattoria dei Barbi, da Masi a Cantina Tramin, da Tormaresca a Diesel Farm, da Tenuta Sette Ponti a Zenato, da Folonari a Monteverro, da Tenuta dell’Ornellaia a Tenuta di Trinoro, da Frescobaldi a Rocca di Frassinello, da Podernuovo a Palazzone-Bulgari a Feudi di San Gregorio e Vespa Vignaioli. Sono alcune delle cantine che hanno donato lotti in vino per “In Auction For Smiles”, asta della Fondazione Operation Smile Italia, curata da Gelasio Gaetani dell’Aquila d’Aragona Lovatelli, domani, a Roma, per donare il sorriso ai bambini con malformazione al volto. | |
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| | | 1998: Diego Planeta, Lucio Tasca e Giacomo Rallo fondano Assovini Sicilia. Oggi, il sogno dei “padri fondatori” di attribuire valore culturale, di promozione e storytelling al vino siciliano è realtà. Il vento di cambiamento continua a soffiare su Assovini che, facendo squadra, “ha creduto nel vino come prodotto culturale prima che economico”, ha detto la presidente Mariangela Cambria, nei 25 anni dell’organizzazione e nei 20 anni di “Sicilia en Primeur”, nel confronto “Cultivating the future”, moderato dal giornalista Tg5 Giacchino Bonsignore. Quella, ha detto Alessandro Regoli, direttore WineNews, “era l’idea del “Rinascimento” della Sicilia del vino, che è stato anche nell’immagine, e frutto del vero “miracolo” di quest’isola: la capacità degli imprenditori di guardare lontano, uniti nella diversità, senza essere egoisti”. Gli ultimi 20 anni, per Monica Larner, Italian Reviewer “The Wine Advocate”, “hanno confermato la mia convinzione che il brillante futuro del vino italiano inizia qui, come modo contemporaneo di vedere il vino”. I figli dei fondatori Alessio Planeta, ceo Planeta Winery, Antonio Rallo, alla guida di Donnafugata e Consorzio Doc Sicilia, e Alberto Tasca, presidente Tasca d’Almerita e Fondazione SOStain Sicilia, hanno rinnovato l’idea iniziale dell’associazionismo di Assovini. E della Sicilia. | |
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| | | In Israele una speciale linea di vini, “Wines of Hope”, è stata dedicata ad alcuni ostaggi che, dal 7 ottobre, sono nelle mani dell’organizzazione terroristica Hamas. Lo scopo dell’iniziativa di “Wine on the Vine”, come riportato dal “The Jerusalem Post” (tra i principali quotidiani israeliani), è sensibilizzare l’opinione pubblica, ma anche raccogliere fondi. Un terzo dei profitti vengono infatti donati al “Forum Hostages and Missing Families”. Proprio le famiglie hanno promesso di aprire le loro bottiglie solo quando i loro cari saranno liberati. | |
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| | Preservare e semplificare la misura “Promozione” del Piano nazionale di sostegno nella riforma Pac, e rafforzare i fondi di sostegno agganciandoli a competitività e transizione ecologica e non agli espianti incentivati dall’Unione Europea: il mondo del vino consegna il suo messaggio alla politica e guarda interessato alle prossime elezioni europee, mettendo sul tavolo alcune istanze in un incontro tra l’Unione Italiana Vini (Uiv) e 12 candidati italiani all’Europarlamento. Secondo l’Uiv - che rappresenta con i propri associati l’85% dell’export italiano di vino - nel prossimo mandato europeo si dovranno fugare dubbi sulla centralità socioeconomica di un asset che solo in Italia vale l’1,1% del Pil. “Chiediamo ai candidati italiani di farsi promotori del riconoscimento della cultura del vino quale patrimonio identitario europeo”, dice Lamberto Frescobaldi, presidente Uiv. | |
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| | | Dal cibo stellato del Joia di Milano, al cibo per l’anima della Comunità religiosa di Raxa, che sorgerà a Centovalli, nei boschi del Ticino. È il nuovo viaggio dello chef Pietro Leemann, che tornerà nella sua Svizzera da monaco della religione indiana Krishnaita. Ma la comunità che lui stesso fonderà, nel 2025, sarà aperta al mondo ed ospiterà vari servizi, tra cui due ristoranti, per i quali Leemann ha già le idee chiare: “in fondo questo è qualcosa che tutti perseguono, perché tutti pensano: ad un certo punto della mia vita mi ritirerò o farò altro”, dice il maestro dell’Alta Cucina Naturale. | |
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