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N. 3.862 - ore 17:00 - Giovedì 28 Dicembre 2023 - Tiratura: 31.211 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Il calo dei consumi di vino, in particolare tra i giovani, è un trend ormai consolidato a livello mondiale: anche in Francia, Paese in cui il vino, come in Italia, rappresenta - storicamente e culturalmente - un prodotto che da sempre fa parte della tradizione alimentare, secondo gli ultimi dati, l’80% dei giovani (18-19 anni) non ne beve neppure una goccia. E se, per gli adulti, il vino resiste ai pasti, si tratta comunque di un consumo sempre più una tantum, surclassato dalla birra come aperitivo. Così l’indagine realizzata da Ipsos per “l’interprofessione” dei vini Dop e Igp (Cniv) e FranceAgriMer.
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| | La contrazione dei prezzi, le gemme nascoste, i vini che, nelle diverse annate, sono migliorati di più nel tempo, le etichette su cui investire, i produttori da seguire con più attenzione e non solo. Sono tanti gli spunti che arrivano dall’analisi “Wine Leagues” 2023 by Wine Lister, il celebre portale inglese dedicato ai fine wines (acquistato nel 2020 dal Groupe Figaro). Che, per iniziare, ha guardato all’andamento dei prezzi. E se il 2023 non ha brillato, in 10 anni la Borgogna fa +371%, seguita dalle due Regioni italiane più importanti quando si parla di grandi vini, ovvero Piemonte (+313%) e Toscana (+245%). Che, secondo Wine Lister, si sono difese anche in questo 2023, con un +2%, con l’Italia unico Paese in positivo, sul fronte dei prezzi, dietro alla Spagna (+5%). Sotto la lente anche le etichette cresciute di più, in quantità, secondo il “Quality Score”: ad essere aumentato di più, in percentuale, in assoluto, è il Brunello di Montalcino di Cupano (con un incremento di rating che sfiora il +15%), sul podio insieme ai Barolo di Giacomo Borgogno e Figli, e la Vigna Rionda di Luigi Oddero, e poi con incrementi di punteggio tra il +5% ed il +10%, in ordine, il Langhe Arte di Domenico Clerico, l’Oreno di Tenuta Sette Ponti, il Brunello di Montalcino di Lisini, il Barolo Vigna Enrico VI di Cordero di Montezemolo ed il Barolo Villero di Giacomo Fenocchio. Tra i “vini memorabili”, invece, secondo oltre 50 manager e responsabili di aziende che si occupano di fine wines nel mondo, ci sono due dei nomi più celebri del Brunello di Montalcino, ovvero Biondi Santi, con le Riserva 1999 e 2008, e Soldera Case Basse, con la 1993 e l’annata 2019, mentre nella “cantina dei sogni” figura il Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno, in particolare con l’annata 2002. Tra i “value picks” ci sono, invece, il Barbaresco di Pelissero, il Barolo Bricco Fiasco di Azelia ed il Barolo Arborina di Renato Corino, mentre tra i “buzz brand” Masseto, Sassicaia, Soldera e G. B. Burlotto, e tra le “hidden gems” Fenocchio, Elio Grasso, Produttori del Barbaresco e Pieropan. Ancora i vini “must buy”, su cui investire: da Castello dei Rampolla a Fontodi, da Masseto al Tignanello di Antinori, da Conterno a Vietti, da Isole e Olena (del Gruppo Epi, come Biondi-Santi) a Castello di Ama.
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| | Metti insieme un neurobiologo vegetale, Stefano Mancuso, un ingegnere ex team principal della scuderia Ferrari di F.1, Mattia Binotto, un Master of Wine, Andrea Lonardi, un eclettico professore di viticoltura, Attilio Scienza, e un antropologo, Paolo Scarpi, a ragionare sui fondamentali dei loro ambiti. Shakera il tutto e ottieni le “contaminazioni multidisciplinari per un’evoluzione necessaria” del “vino che verrà”. Così Uva Sapiens, società di consulenza nel settore vitivinicolo, fondata da Mattia Filippi, Umberto Marchiori e Roberto Merlo, ha voluto, nel suo decennale, dare un contributo alla visione del futuro del vino, con un convegno (“Il vino che verrà. Contaminazioni multidisciplinari per un’evoluzione necessaria”, nei giorni scorsi, al Castello di San Salvatore a Susegana-Treviso), in cui vite e vino sono stati visti da diverse angolature (in approfondimento).
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| | | Ormai, sempre di più, il fattore della gradazione alcolica, quando si parla di vino, è al centro dell’attenzione. E questo vale anche per le scelte dei consumatori, soprattutto di quelli più giovani che stanno cambiando approccio verso certi tipi di prodotti prediligendo scelte a bassa gradazione alcolica quando non addirittura “alcool free”. Non sorprende, pertanto, che il contenuto di alcol risulta essere anche l’informazione tecnica più importante emersa nel sondaggio pubblicato su “Wine Lister Leagues 2023”, il report del celebre portale inglese dedicato ai fine wines, che ha chiesto a 53 esperti del settore le informazioni tecniche sul vino a cui i consumatori sono maggiormente interessati. In cima alla classifica, c’è proprio il contenuto di alcol che ha ricevuto un punteggio di 8/10 per il 55% degli intervistati con il 14% che ha addirittura assegnato la valutazione massima (10/10). Viene anche citata nel report la frase di un importatore sudamericano che spiega come “il contenuto di alcol stia diventando una preoccupazione, con molti vini tradizionali sempre meno equilibrati” a causa della gradazione che sale. Al secondo posto, l’assemblaggio di un vino e quindi le varietà di uva utilizzate che precede la viticoltura biologica o biodinamica.
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| | | Se in Italia, ma non solo, si è fatto i conti con una vendemmia 2023 difficile, c’è anche chi, pur partendo da volumi bassissimi, va controcorrente festeggiando un raccolto da record. È il caso della Gran Bretagna che, con una stima di 20-22 milioni di bottiglie, supera la vendemmia del 2018 quando furono oltre 13 milioni le bottiglie prodotte. Numeri riportati da Wines of Great Britain (WineGB), l’associazione nazionale per l’industria vinicola inglese e gallese che abbraccia oltre 450 produttori con il report redatto dal Master of Wine Stephen Skelton.
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| | Senza dubbio, il Chianti Classico e l’Etna, negli ultimi anni, sono due dei territori italiani cresciuti di più. Ed una piccola conferma, l’ennesima, di questa crescita, arriva anche dalla singolare “Top Wines of 2023” stilata da Sotheby’s, realizzata dal team del wine store fisico della celebre casa d’aste a New York, con i vini più venduti e più amati dal pubblico proposti nel 2023. Tra i quali, accanto ad etichette di grande fama come i Bordeaux 2009 di Chateau Lynch-Bages e 2010 di Chateau d’Armailhac, il Gran Reserva 2016 di Cune, dalla Rioja, il Napanook Napa Valley 2019 di Dominus, il Russian River Valley Pinot Noir 2020 di Kistler o lo Champagne Grand Cuvée 170 edition di Krug, figurano in bellavista il Chianti Classico 2019 di Fontodi, una delle cantine simbolo del Gallo Nero, così come lo è, sull’Etna, la Girolamo Russo, con il suo Etna Bianco Nerina 2022. | |
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| | | A WineNews le riflessioni di Mario Cannella, lessicografo italiano e curatore del vocabolario Zingarelli, e tra i vincitori del Premio Masi. “Quella del vino è una lingua tecnica, e dobbiamo tenerne conto, ma la lingua cambia. Per esempio, il nome del vino ha conquistato la “maiuscola”, pensiamo ad “Amarone”, ed è tutto in evoluzione. Le parole tecniche vanno spiegate e tradotte in una lingua comprensibile alla persona che non le conosce”. | |
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