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N. 3.576 - ore 17:00 - Martedì 27 Dicembre 2022 - Tiratura: 31.183 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Metti una sera a cena con amici, o al supermercato a scegliere una bottiglia: serve un consiglio rapido su un’etichetta o un abbinamento, e non sai a chi chiedere. La soluzione, come accade spesso, è nello smartphone: basta interpellare Alexa, Google o Siri. Ma chi fornisce i migliori consigli sul vino tra i tre più famosi assistenti virtuali? Se lo sono chiesti gli esperti di Vinepair, che con l’aiuto di tre sommelier hanno “interrogato” e messo a confronto le risposte delle tre tecnologie. Il vincitore è risultato Google Assistant, a quanto pare il miglior esperto virtuale a cui chiedere consigli e suggerimenti sul vino, disponibile in ogni momento e in ogni evenienza. |
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Nonostante la frenata degli ultimi due mesi, da inizio 2022 il Liv-ex 1000 - l’indice più completo per il monitoraggio dell’andamento dei prezzi dei fine wines di tutto il mondo, che raccoglie tra gli altri sottoindici anche l’Italy 100, insieme a quelli dedicati a Bordeaux, Champagne, Rodano, Borgogna e Resto del Mondo - è cresciuto del 13,6%, con i vini italiani che hanno invece fatto segnare un più modesto +9,8%. Nello stesso periodo, per capire la bontà delle performance del mercato secondario dei vini di pregio, specie in una fase tanto complessa per l’economia globale, il Dow Jones ha perso l’8,7%, il Nasdaq addirittura il 31,9% e l’S&P 500 il 19,1%. Ovviamente, proprio come per il mercato finanziario, anche su quello dei fine wines ci sono stati “titoli” che hanno fatto meglio, in alcuni casi anche molto meglio, della media, ed altri che hanno invece vissuto un passaggio a vuoto. In termini assoluti, al top in termini di rivalutazione dei prezzi medi ci sono, senza grosse sorprese, cinque etichette di Borgogna, con un podio, questo sì piuttosto sorprendente, di bianchi: Domaine Leflaive Batard-Montrachet Grand Cru 2014 (+122,2%), Domaine Bonneau du Martray Corton-Charlemagne Grand Cru 2012 (+109,1%) e Domaine Bonneau du Martray Corton-Charlemagne Grand Cru 2012 (+100,6%), seguiti da Domaine de la Romanee-Conti Grands Echezeaux Grand Cru 2008 (+99,7%) e Domaine Leflaive Batard-Montrachet Grand Cru 2012 (+81%). Rivalutazioni di assoluto rispetto, cui fanno da contraltare le cinque etichette che, al contrario, hanno perso di più, di griffe che (come racconta anche la la classifica dei 102 vini italiani quotati sui principali indici del Liv-ex, in approfondimento a questo articolo), hanno messo in fila crescite importanti con altri vini o con altre annate, aspetto che racconta bene quanto, nel mercato dei fine wines, siano spesso i dettagli e i momenti a fare la differenza: Vieux Telegraphe Chateauneuf-du-Pape La Crau Rouge 2013 da inizio 2022 ha perso il 22,7%, E. Guigal Cote Rotie La Landonne 2014 il -21,6%, Domaine de la Romanee-Conti, Romanee-Conti Grand Cru 2018 il -20,7%, Bartolo Mascarello Barolo 2017 il -19,7% e Bartolo Mascarello Barolo 2008 (-19,3%).
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Consumatori e commercianti britannici possono tirare un sospiro di sollievo: il Governo di Londra ha infatti deciso di prorogare per altri sei mesi il congelamento dell’aumento dell’imposta sugli alcolici, che sarebbe dovuto scattare l’1 febbraio. Non se ne riparla fino all’1 agosto, ed è una buona notizia per tutti perché se l’aliquota - come inizialmente previsto - avesse seguito l’aumento del “retail price index” (Rpi), gli aumenti, sommati a quelli dovuti all’inflazione (+10%), per il settore sarebbe stata una mezza catastrofe. Ovviamente, la misura resta sul tavolo, ma dovrebbe entrare in vigore seguendo un nuovo sistema basato su una tassazione progressiva proporzionata al grado alcolico della bevanda: il vino sarà tassato come se fosse tutto da 12,5 gradi per i 18 mesi successivi all’entrata in vigore delle modifiche. |
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A svelare l’andamento in questo 2022 delle etichette italiane presenti sull’Italy 100 è l’analisi di WineNews sul database Liv-ex. In vetta, quattro etichette di Soldera Case Basse: la 2014 (+50,4%), la 2006 (+41%), la 2013 (+39,9%) e la 2009 (+39,7%). In quinta posizione troviamo quindi il Bartolo Mascarello Barolo 2011 (+35,1%), seguito dall’Ornellaia 2010 di Frescobaldi (+31,2%) alla posizione n. 6 e dal Gaja Barbaresco 2014 (+28,2%) alla posizione n. 7. A completare la top ten degli italiani più performanti del 2022 sul Liv-ex, Poggio di Sotto Brunello di Montalcino 2016 (+26,9%) alla posizione n. 8, Tignanello 2012 (+26,2%) alla posizione n. 9 e Solaia 2013 (+24,6%), entrambi di Antinori, alla posizione n. 10. Il balzo in avanti del Soldera Case Basse 2006 lo porta, anche in termini di quotazione assoluta, sempre più vicino al podio: una cassa da 12 bottiglie ha toccato infatti le 13.600 sterline, non troppo distante dalle 15.500 sterline del Giacomo Conterno Barolo Monfortino Riserva 2004 (+10% da inizio anno), in vetta, con il Monfortino Riserva 2010 sul secondo gradino a 14.092 sterline (+9,9%) ed il Monfortino Riserva 2002 sul terzo, con una quotazione di 14.000 sterline a cassa sul Liv-ex (+20,7% da inizio anno). Continua in approfondimento.
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Nuova vita per Robbie Williams? La star del pop internazionale sembra pronta a lanciarsi nel business del vino, nonostante sia sobrio da 20 anni, come ha lui stesso dichiarato più volte. Il cantante ha registrato il marchio “Rude Rise” - un riferimento al suo famoso album del 2006 “Rudebox” - per un’ampia gamma merceologica di bevande, che comprende oltre al vino anche alcolpops e liquori. Per ora si tratta solo di una domanda, ma il mondo del gossip si è già scatenato … |
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Tra i progetti che negli anni hanno saputo legare cultura e vino, quello della “Vigna di Leonardo” nella Casa degli Atellani a Milano, dove è stato riprodotto anche il “Vino del Genio”, grazie da un lavoro di ricerca storica e scientifica condotta dalla Facoltà di Scienze Agrarie di Milano, in collaborazione con il professor Attilio Scienza, che ha scoperto e identificato il Dna originario della vite, rendendone possibile il reimpianto. Ora, questo piccolo gioiello eno-culturale (dal quale per beneficienza è già stato prodotto vino), insieme alla dimora di altissimo pregio, visitabile dai turisti e che comprende anche appartamenti da affittare, sarebbe passata nelle mani dell’imprenditore francese Bernard Arnault, cofondatore, presidente e amministratore delegato del gruppo del lusso Lvmh. |
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Il 2022, anche grazie al ritorno del turismo internazionale, ha consacrato la ripresa dell’alta ristorazione italiana. Ma sarà stato così anche per il vino, sulle tavole degli stellati del Belpaese? Lo abbiamo chiesto ai sommelier e degli hotel più importanti: Hotel Principe di Savoia, Gruppo Enrico Bartolini, Da Vittorio, Santa Elisabetta, Imàgo, Il Glicine, Campo del Drago, Dattilo, Four Seasons Hotel e il procuratore dei sommelier Andrea Biagini (32 Consulting). Tra tendenze e modalità di consumo, con il vino al calice che ormai conquista anche le etichette più prestigiose. |
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