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N. 3.992 - ore 17:00 - Giovedì 27 Giugno 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Il vino francese è in crisi? In buona parte, come abbiamo raccontato spesso in questi ultimi mesi, sì. E lo confermano i broker d’Oltralpe, riunitisi in Provenza nel Congresso n. 78 della Fédération Nationale des Syndicats de Courtiers en Vins et Spiritueux de France. Secondo i quali, nel mercato di oggi, gli unici a non soffrire, o a soffrire di meno le difficoltà, sono la Champagne e la piccola produzione della Corsica, come riporta il magazine francese “Vitisphere”. Ma nel resto del Paese, da Bordeaux alla Borgogna, alla Provenza e non solo, gli addetti ai lavori (in approfondimento) dipingono un quadro molto più cupo. | |
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| | Dieci anni fa l’Unesco “consacrò” i paesaggi vitivinicoli di Langhe, Monferrato e Roero, con le sue colline da cui nascono Barolo e Barbaresco, nella lista dei Patrimoni dell’umanità. Due lustri dopo accoglieranno uno degli eventi sportivi più importanti, il Tour de France. Evento che renderà, a suo modo, un grande omaggio ai territori di eccellenza del vino e del cibo italiano. Piemonte ma non solo perché il “Grand Départ” dell’edizione n. 101 della “Grand Boucle”, per la prima volta, sarà tutto italiano, confermando un legame, quello tra Francia ed Italia, che unisce la tradizione per questo sport, paesaggio e, ovviamente, la produzione di vino dove Francia e Italia sono le due super potenze mondiali. Vino e non solo perché “il profumo del prossimo Tour sarà quello del tartufo bianco d’Alba”, disse Christian Prudhomme, direttore generale del Tour de France, ricevendo il premio consegnato dalla Fiera Internazionale del Tartufo bianco d’Alba. Si parte il 29 giugno con la Firenze-Rimini, due “culle” del Sangiovese ma declinate in modo diverso, più “nobile” e blasonato quello della sponda toscana, con i suoi Brunello di Montalcino, Chianti Classico, Vino Nobile di Montepulciano e non solo, più “pop” quello romagnolo. Da Firenze, la culla del Rinascimento, che “accoglie” nelle sue colline il Chianti Classico (insieme alla Siena del Medioevo), uno dei rossi “icona”, a quella Rimini simbolo del turismo balneare italiano, vitale anche per l’enogastronomia. Il 30 giugno, con la Cesenatico-Bologna, si entra nei territori della “Food valley” emiliana, dove la gastronomia italiana eccelle, antipasto ideale per la tappa più lunga del Tour, la Piacenza-Torino, 225 km, con il passaggio per Tortona, dove morì Fausto Coppi, ma anche zona di vino, grazie al Timorasso, tra il cui “Fausto”, prodotto da Azienda Vigne Marina Coppi, fondata da Francesco Bellocchio, nipote del Campionissimo. Una tappa che coincide con “la traversata delle Langhe, con i suoi prelibati tartufi e il suo paesaggio vitivinicolo classificato come Patrimonio mondiale dell’Unesco”, dice testuale la cartella stampa del Tour de France. E, da Firenze a Torino, saranno giorni di festa, idee e sapori, con il mondo del food italiano pronto a rendere omaggio al passaggio del Tour, raccontati da WineNews (in approfondimento). | |
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| | “La morte di Satnam Singh è solo l’ultima atroce tragedia, conseguenza di un sistema che produce schiavitù, sfruttamento e morte, insieme alla narrazione che lo sostiene in nome del profitto, che chiede di massimizzare la produzione al minor costo, e del consumo. Noi crediamo sia urgente essere onesti e mettere in discussione questo paradigma, perché se non lo contrastiamo, accettiamo lo sfruttamento degli esseri umani, degli animali, delle risorse naturali da parte dei grandi gruppi economici. Accettiamo lo spreco e la fame. Accettiamo il degrado ambientale e sociale a cui siamo arrivati”. È un “j’accuse” netto quello di Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, che si inserisce nel dibattito sul tema del caporalato. Intanto, arrivano i dati Inps, che, nel 2023, “ha annullato oltre 27.000 contratti irregolari e denunciato 425 lavoratori”. | |
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| | | “Il paesaggio del sistema delle ville-fattoria del Chianti Classico” è ufficialmente in corsa per il riconoscimento Unesco, con il dossier di candidatura che, in queste ore, è arrivato a Parigi, con grande soddisfazione espressa dalla Fondazione per la Tutela del Territorio del Chianti Classico. Uno step importante, per la valorizzazione di una icona di quel territorio del vino, tra i più belli e intatti del mondo, quello del Gallo Nero, definito da Piero Antinori “un paradiso terrestre” per la produzione di vino (con il Chianti Classico sempre più premiato da critica e mercato, ndr), che fa “innamorare la cultura”, come raccontato nei festeggiamenti per i 100 anni del Consorzio del Chianti Classico da Eugenia Falini, responsabile scientifica della candidatura Unesco. “Esprimo soddisfazione per la decisione odierna del Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco di inviare la candidatura de “Il paesaggio del sistema delle ville-fattoria del Chianti Classico” all’Unesco, affinché sia sottoposta ad una valutazione preliminare degli organismi consultivi ai fini dell’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale. È una candidatura che valorizza un paesaggio identitario della nostra nazione, che ha il pieno sostegno del Ministero della Cultura”, ha commentato il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. | |
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| | | Non importa che si preferisca il mare o la montagna, per gli italiani le vacanze perfette sono quelle in cui si mangia bene. Lo sostiene un sondaggio TheFork, piattaforma leader nella prenotazione dei ristoranti. La maggioranza degli utenti (88%) si metterà in viaggio per una meritata vacanza che, per quasi la totalità (96%) ed a prescindere dalla destinazione, deve essere all’insegna del buon gusto. Il 79% predilige ristoranti che offrono piatti tipici della cucina locale, a dimostrazione che il turismo è profondamente legato al territorio. | |
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| | Macaron, stelle, cappelli, forchette, ma anche “esperienziale”, “innovativo”, “avanguardistico”. Il vocabolario della comunicazione food degli ultimi vent’anni è tutto basato su simbologie e termini che puntano i riflettori quasi esclusivamente sulla narrazione della ristorazione. Sullo sfondo i temi della gestione della sostenibilità economica e dell’imprenditorialità. Si racconta una storia, piacevole e coinvolgente, ma non si approfondiscono gli argomenti che la rendono possibile. Se ne è parlato nel talk “Ma quanto mi costi? Sostenibilità economica nella ristorazione: di sole stelle non si sopravvive”, organizzato, nei giorni scorsi, dall’Accademia Gualtiero Marchesi (in approfondimento la sintesi) con gli chef stellati Elio Sironi (Ceresio 7) e Andrea Berton (Ristorante Berton), Giampaolo Grossi (Ceo Gruppo Giacomo) e Sergio Castelli (Ceo Areas Italia e Germania). | |
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| | | “Ancora tante difficoltà sui mercati, ma nella seconda metà del 2024 le cose dovrebbero migliorare e ridare fiato alle imprese. I consumi però cambiano, dovremo abituarci ad una riduzione strutturale delle quantità di vino bevute, anche perchè cambia sempre più profondamente il modo di mangiare. Difficile capire il futuro e quale fattore peserà di più sul mercato, ma le tensioni geopolitiche di oggi sono forse la maggiore incognita per tutti”. | |
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