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N. 4.201 - ore 17:00 - Mercoledì 16 Aprile 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Vigneti difficili, “eroici”, in forte pendenza (oltre il 30%), in aree difficilmente raggiungibili (e con un’altitudine oltre i 500 metri), dove la manodopera richiesta è da 600 a 1.200 ore annue ad ettaro (contro le 100 della pianura). Vigneti che caratterizzano l’Italia del vino, che danno origine a vini unici e che sono presidio e motivo di attrattiva dei territori e che vivono, spesso, grazie al lavoro delle cooperative, senza le quali l’alternativa sarebbe l’abbandono. Tema che è stato al centro, nei giorni scorsi, de “I vini cooperativi eroici: qualità, presidio e sostenibilità di un territorio”, firmato da Confcooperative e VeronaFiere. | |
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| | Per il vino, il 2024, è stato un anno dal segno “meno”, dai consumi alla produzione, dalla superficie vitata fino all’export in valore. Ma anche con qualche segnale di ripresa e comunque da analizzare per singolo Paese, come dimostra il caso dell’Italia. Secondo il report “State of the World Vine & Wine Sector in 2024” by Oiv, l’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino, la superficie globale dei vigneti ha continuato a calare, per il quarto anno consecutivo, anche nel 2024 (-0,6%), attestandosi a 7,1 milioni di ettari. Un “declino” su cui ha inciso il fenomeno dell’estirpazione dei vigneti. Va giù anche la produzione vinicola, a causa delle condizioni climatiche estreme, e quindi delle malattie, ma anche delle pressioni economiche e di mercato. Fattori che, nel 2024, hanno portato la produzione totale a 225,8 milioni di ettolitri, il livello più basso degli ultimi 60 anni (-4,8% sul 2023). Guardando alla distribuzione geografica del vigneto, la Spagna, il più grande vigneto al mondo, copre 930.000 ettari nel 2024, ma ne ha persi 14.500 (-1,5%) sul 2023. Dietro c’è la Francia (-0,7%) con 783.000 ettari. L’Italia, unica tra le “big”, continua il suo trend positivo raggiungendo i 728.000 ettari di vigneto (+0,8% sul 2023). Al terzo posto c’è la Cina con 753.000 ettari (-0,4%), davanti proprio ad Italia, Turchia (402.000 ettari, -1%), Usa (385.000 ettari, -0,7%), Argentina (200.000 ettari, -2,4%), Romania (187.000 ettari, +0,1%), India (185.000 ettari, +1,8%), Portogallo (173.000 ettari, -5,1%). A livello produttivo, l’Italia è ancora leader e uno dei pochi Paesi con il segno positivo grazie a 44,1 milioni di ettolitri (+15% sul 2023) anche se, il volume del 2024, è inferiore del 6% rispetto alla media quinquennale. La Francia (n. 2) ha prodotto nel 2024 un volume di 36,1 milioni di ettolitri, ma 11,1 milioni di ettolitri (-23,5%) sono andati persi rispetto al 2023 (-17,9% sulla media quinquennale). La Spagna (n. 3) ha prodotto 31 milioni di ettolitri (+9,3%). Italia, Francia e Spagna rappresentano la metà della produzione di vino al mondo (49,3%). Posizione n. 4 per gli Stati Uniti (21,1 milioni di ettolitri, -17,2%, dato condizionato dalla vendemmia della California, la più scarsa dal 2004). | |
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| | Secondo il report dell’Oiv, il volume globale delle esportazioni di vino nel 2024 è rimasto al livello più basso dal 2010, attestandosi a 99,8 milioni di ettolitri, con un modesto calo dello 0,1% rispetto al 2023. Il valore delle esportazioni globali di vino viene invece stimato a 35,9 miliardi di euro (-0,3%). Analogamente, il prezzo medio all’esportazione si è mantenuto stabile a 3,60 euro al litro, mostrando un calo marginale dello -0,3% rispetto al 2023. L’Italia, il maggiore esportatore mondiale di vino in volume, ha invertito la tendenza al ribasso iniziata nel 2021, crescendo del 3,2% a 21,7 milioni di ettolitri e del 5,6% in valore, raggiungendo gli 8,1 miliardi di euro. Germania, Regno Unito e Stati Uniti, leader nell’import. | |
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| | | Il consumo mondiale di vino nel 2024, secondo il report dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (Oiv), è stato stimato a 214,2 milioni di ettolitri, -3,3% rispetto al 2023. Se la stima fosse confermata, si parlerebbe del volume più basso registrato dal 1961 (213,6 milioni di ettolitri): 15 dei primi 20 mercati al mondo hanno ridotto i consumi nell’ultimo anno. L’Ue con 103,6 milioni di ettolitri copre il 48% del consumo mondiale. (-2,8% sul 2023). Negli Stati Uniti, il più grande mercato vinicolo al mondo, il consumo è diminuito del -5,8% sul 2023, pari a 33,3 milioni di ettolitri. La Francia nel 2024 rimane leader tra i consumi di vino in Europa, stimati in 23 milioni di ettolitri (-3,6% rispetto al 2023 e del 4,9% sulla media quinquennale). Dietro c’è l’Italia con 22,3 milioni di ettolitri nel 2024, volume in linea con il 2023 (+0,1%) e inferiore del 3,6% rispetto alla media quinquennale. La Germania ha un volume di consumo stimato di 17,8 milioni di ettolitri nel 2024 (-3% rispetto al 2023), consumi giù anche in Uk (12,6 milioni di ettolitri, -1%) ma non in Spagna (+1,2% a 9,9 milioni di litri) e in Russia (8,1 milioni di ettolitri, +2,4%). Continua l’emorragia di consumi della Cina (5,5 milioni di litri, -19,3% sul 2023). | |
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| | | Da Giannola Nonino (Nonino, in Friuli Venezia Giulia), la “Nostra Signora della grappa”, alle produttrici di vino Josè Rallo (Donnafugata, in Sicilia) e Donatella Cinelli Colombini (Casato Prime Donne, a Montalcino), ad Olga Urbani (Urbani Tartufi, in Umbria): sono solo alcune delle imprenditrici del settore agroalimentare, tra le 100 selezionate per la mostra “Made in Italy impresa al femminile”, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy a Palazzo Piacenti a Roma (visitabile nei weekend fino al 25 maggio), inaugurata ieri, nella “Giornata Nazionale del Made in Italy”. | |
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| | È il cibo la prima ricchezza dell’Italia, con un valore della filiera agroalimentare allargata che vale 620 miliardi di euro, dai campi all’industria, dalla ristorazione alla grande distribuzione, e rappresenta il simbolo più noto del Paese all’estero. A ribadirlo la Coldiretti, secondo cui il made in Italy a tavola, nel complesso, dà lavoro a 4 milioni di occupati ed è sostenuto dall’impegno quotidiano di 730.000 imprese agricole e da un’agricoltura che è la più “green” d’Europa, diventata emblema di qualità e sicurezza. “Non è un caso che quasi un terzo dei prodotti alimentari in vendita - dice Coldiretti su dati Osservatorio Immagino - abbia in etichetta un segno distintivo dell’identità nazionale: dalla bandiera tricolore alla scritta “prodotto in Italia”, alle certificazioni per i prodotti a denominazione di origine”. | |
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| | | “Con i consumi in calo, dobbiamo applicare al vino la teoria adottata nella moda: la Crm-Customer Relationship Management (“gestione delle relazioni con i clienti”). Significa “educare” i clienti, fornire tutte le informazioni su chi sei, perché lo sei e che fai, ovvero l’amore che metti in un vino. Più informazioni dai al consumatore e più lo leghi a te. Lo abbiamo visto nell’abbigliamento, dove riusciamo a fare vendite perché alziamo lo scontrino medio e si compra di più perché fidelizzati”. Così, a WineNews, Renzo Rosso, patron Diesel, Only The Brave Group e Brave Wine, a Vinitaly 2025. | |
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