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N. 2.767 - ore 17:00 - Giovedì 31 Ottobre 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Nel 2018 TripAdvisor e TheFork hanno contribuito a generare 7,2 miliardi di euro di ricavi nei ristoranti di Stati Uniti, Regno Unito, Italia, Francia, Spagna e Paesi Bassi, di cui 2 miliardi di euro solo in Italia, creando 60.000 posti di lavoro: sono i numeri di “Studio dell’impatto economico di TripAdvisor e TheFork sul mercato della ristorazione 2019”, in partnership con Strategy&, svelando informazioni sulle dimensioni, la crescita e le tendenze chiave dell’industria globale della ristorazione. E dal quale emerge anche come i ristoranti che utilizzano le due piattaforme registrino un aumento della redditività. |
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I grandi classici dell’invecchiamento del vino italiano, dal Barolo al Barbaresco, dal Brunello di Montalcino al Nobile di Montepulciano, dai Supertuscan all’Amarone della Valpolicella, per citarne alcuni, ma anche espressioni rossiste come il Chianti Rufina, il Gattinara e l’Etna, e territori bianchisti che, da anni, stanno lavorando per smarcarsi dal concetto di “vino d’annata”, e sposare sempre più, con successo riconosciuto dalla critica italiana ed internazionale, quello della longevità, come Soave e Verdicchio: c’è tutto questo nella “Top 100 Cellar Selection” 2019 della celebre rivista Usa “Wine Enthusiast”, che segnala ogni anno i vini del mondo che escono sul mercato, e che secondo i critici del magazine (l’Italian editor è Kerin O’Keefe) daranno il meglio di loro dopo aver riposato in bottiglia per altri 10-15 anni. E così, se al n. 1 assoluto c’è il Porto Quinta do Seixto 2017 di Sandeman, e al n. 2 il Pauillac 2016 di Chateau Ponte Canet (entrambi valutati 100/100, come altri 6 vini nella classifica), primo dei 17 italiani, sul gradino più basso del podio, c’è il Barbaresco 2016 di Castello di Neive, seguito, nella “top 10”, dal Soave Classico Calvarino 2016 di Pieropan, al n. 6, e dal Brunello di Montalcino Pianrosso 2013 di Ciacci Piccolomini d’Aragona. E poi, via via, lungo la classifica, c’è il Chianti Rufina Vigneto Bucerchiale Riserva 2015 di Selvapiana, il Barbaresco Montestefano 2016 de La Ca’ Nova, il Barolo Cerretta 2015 di Ettore Germano ed il Barolo Sarmassa 2015 di Brezza, il Vino Nobile di Montepulciano Mulinvecchio 2015 di Contucci, il Terre Siciliane Contrada G Nerello Mascalese di Passopisciaro, il Soave Classico La Froscà 2016 di Gini, il Barolo Prapò 2015 di Paolo Scavino, il Cepparello 2016 di Isole e Olena, il Gattinara Riserva 2013 di Travaglini, il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Villa Bucci Riserva 2016 di Bucci, il Barbaresco Costa Russi 2015 di Gaja, l’Amarone della Valpolicella Classico Lena di Mezzo 2013 di Monte del Frà, ed il Tignanello 2015 di Marchesi Antinori. |
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“L’auspicio è che, d’ora in poi, vi sia una presa di coscienza dei singoli tornando a discutere in modo corale e più sereno della crescita di una denominazione tra le più apprezzate al mondo”. Parole del Consorzio dei Vini della Valpolicella, che commentano ufficialmente la sentenza del Tribunale di Venezia, anticipata da WineNews, che ha posto fine all’annosa “querelle Amarone” tra Consorzio e “Famiglie Storiche”, dando ragione al primo, ribadendo, tra le altre misure, il divieto dell’utilizzo del nome “Famiglie dell’Amarone d’Arte”, la nullità del marchio, e la pubblicazione della sentenza su due tra i principali quotidiani italiani con spese a carico delle Famiglie. Disposizioni a cui il cda del Consorzio ha deciso di “dare corso integralmente”. Nell’auspicio che si apra una pagina nuova per il futuro di uno dei territori del vino più importanti d’Italia.
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Il vino italiano saluta uno dei suoi personaggi più importanti di sempre: se ne è andato a 89 anni Giorgio Grai, uno dei più grandi enologi del Belpaese, fraterno amico di personaggi come Luigi Veronelli e Gualtiero Marchesi. Un decano degli enologi italiani, “lungimirante e visionario, capace di anticipare di decenni molti aspetti dell’enologia di oggi, dalla valorizzazione della longevità di alcuni grandi vini italiani - soprattutto bianchi - da uve autoctone, in tempi in cui solo i più conosciuti vini rossi delle zone storiche o i cosiddetti tagli bordolesi godevano l’attenzione dei più”, come si legge nelle motivazione del premio “Luigi Veronelli” nel 2014, tra i tanti riconoscimenti ricevuti nella sua carriera. Firma di grandi vini, in proprio in Alto Adige, e poi in Italia e in Francia, è ammirato dai colleghi di tutto il mondo, come André Tchelistcheff, forse il più grande enologo di tutti i tempi, leggenda in Napa Valley che, si racconta si sia addirittura inginocchiato davanti a Grai, in segno di stima, affetto, rispetto e amicizia. “L’ultimo nostro incontro è stato in agosto a Cortina - racconta il direttore WineNews, Alessandro Regoli - dove avevamo fatto una chiacchierata a tutto tondo sul vino italiano e fissato un’intervista che ... purtroppo è “rimasta nella penna”. Se ne va un mito assoluto del vino italiano”. |
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Un laboratorio permanente per sostenere giovani artisti e la riflessione sui temi ed i valori che animano il mondo del vino attraverso la ricerca fotografica: è la mission di Zenato Academy, della storica griffe veneta, che debutta a The Others a Torino (dal 31 ottobre al 3 novembre), la fiera a più alto contenuto di innovazione e scouting della Settimana dedicata all’arte contemporanea. Con la mostra “Vino. Oltre gli oggetti” realizzata dal Master di Fotografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera in Milano, ed il Premio Zenato Academy per la fotografia contemporanea di scena il 2 novembre. |
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“Sono a rischio disimpegno poco più di 444 milioni di euro di risorse comunitarie a valere dei Piani di Sviluppo Rurale regionali e nazionali; per una spesa pubblica complessiva di quasi 800 milioni di euro che verrebbe meno per il sistema agricolo nazionale”: a lanciare l’allarme è Confagricoltura, che accende il riflettore sulla possibile perdita automatica di fondi per lo sviluppo rurale, se non verranno impegnati entro il 31 dicembre 2019. L’80% delle somme a rischio, denuncia l'organizzazione, sono concentrate in Puglia, Sicilia, Campania, Basilicata e Sardegna. Tre le cause principali, “lentezze amministrative inaccettabili, in primo luogo, che hanno interessato l’emanazione dei bandi e le istruttorie delle domande, ma anche una programmazione che non ha tenuto conto dei reali fabbisogni delle imprese”.
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A WineNews Pau Roca, direttore dell’Oiv. Che ha lanciato le stime di produzione 2019, a livello mondiale, sui 263 milioni di ettolitri di vino. “Il cambiamento climatico non colpisce tutti i territori nello stesso mondo, anzi in qualche caso aiuta la produzione di vino. Ma senza dubbio in generale è un problema su scala globale, e l’industria del vino deve essere responsabile nell’affrontarlo, ma anche nel sapersi adattare”. |
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