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WineNews
N. 3.839 - ore 17:00 - Mercoledì 22 Novembre 2023 - Tiratura: 31.211 enonauti,
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La News
Vinarius e i vini “per le feste” 
È lo Champagne il vino preferito dagli italiani per le feste natalizie: le bollicine francesi si collocano al primo posto delle vendite in enoteca, con un incremento del 15-20% negli ultimi 3 anni, seguite da Franciacorta e Trento Doc. Ma, nel triennio, crescono anche i grandi rossi, soprattutto i terroir più blasonati: in testa Barolo, Amarone della Valpolicella e Brunello di Montalcino. Leggera crescita, intorno al 3,5%, per i vini bianchi fermi. Ecco le tendenze del sondaggio Vinarius, l’associazione delle enoteche italiane, guardando al periodo che porta verso le feste di fine anno (in approfondimento).
Approfondimento su WineNews.it
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Primo Piano
Fine wine, giù tutti gli indici del Liv-Ex. Con il mercato che si “normalizza” dopo il boom
Continua senza sosta “l’anno nero” del Liv-Ex, che, dopo anni di crescita tumultuosa, vede una contrazione importante, spesso in doppia cifra di tutti gli indici principali. E lo testimonia la “Liv-Ex Power 100” 2023, appena pubblicata (vedi Focus), che sottolinea come il mercato si stia sostanzialmente normalizzando, con una contrazione intorno al -12% degli indici principali sul 2022. Guardando ai dati aggiornanti al 31 ottobre 2023, il Liv-Ex 100, indice di riferimento della piattaforma, è -12% da inizio anno. Un indice che contempla i 100 vini più ricercati del mondo, tra cui grandi etichette italiane, come il Sassicaia della Tenuta San Guido, annate 2017, 2018 e 2019, il Tignanello 2018 e 2019 ed il Solaia 2019 di Antinori, l’Ornellaia 2019 ed il Masseto 2018 e 2019 di Frescobaldi, il Barbaresco 2018 di Gaja, il Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno annate 2013 e 2014, il Barolo 2017 di Bartolo Mascarello, il Barolo Falletto Vigna Le Rocche Riserva 2016 di Bruno Giacosa, e ancora il Brunello di Montalcino 2017 di Poggio di Sotto del Gruppo ColleMassari di Claudio Tipa, ed il Redigaffi 2019 di Tua Rita. Nell’indice, solo 7 vini da inizio anno registrano performance positive, tra cui l’Ornellaia 2019 (+8,1%) ed il Barolo Monfortino Riserva 2013 di Giacomo Conterno. In un quadro più generale quello del Liv-Ex 1000, il più ampio degli indici del Liv-Ex, che fa -11,5% da inizio anno, il Belpaese enoico si difende, ma è comunque in negativo del -5,4% l’Italy 100. Un indice formato dal Barolo di Bartolo Mascarello (annate dalla 2009 alla 2018), dal Barolo Falletto Le Rocche Riserva di Bruno Giacosa (annate 2000, 2001, 2004, 2007, 2008, 2011, 2021, 2014, 2016 e 2017), dal Flaccianello della Pieve di Fontodi al Barbaresco di Gaja (entrambi annate dalla 2010 alla 2019), dal Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno (2001, 2002, 2004, 2005, 2006, 2008, 2010, 2013, 2014 e 2015), e ancora dalle annate dalla 2010 alla 2019 di Masseto, Ornellaia, Sassicaia, Solaia e Tignanello. Tra i quali, i top performer assoluti, da gennaio ad ottobre 2023, sono il Flaccianello della Pieve, con la 2011 (+42,9%) e la 2021 (+22,8%), il Barolo Monfortino Riserva 2001 (+40,1%), e poi, con incrementi tra il +13,2% ed il +18,1%, i Barbaresco di Gaia 2011, 2010 e 2015.
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Le griffe che crescono di più
Guardando ai territori al top per il segmento dei vini da investimento, secondo la “Liv-Ex Power 100” 2023, la Borgogna continua a dominare, con 37 etichette nei primi 100, ma ne perde 2 sul 2022, mentre Bordeaux è la Regione che ne guadagna di più, ben 5, per 30 in totale. L’Italia, come detto, cresce di una, e se tra chi ha scalato posizioni nel quadro delle prime 100 cantine ci sono Roagna, Biondi Santi, Giuseppe Rinaldi, Vietti e Montevertine, dietro di loro, si muovono altre griffe tricolore, come Isole e Olena, nel Chianti Classico, da giugno 2022 sotto l’egida del Gruppo Epi (come Biondi Santi), che sale al n. 137 (guadagnando 214 posizioni), Miani, dal Friuli Venezia Giulia, che sale al 170 (+204), ed ancora Stella di Campalto, a Montalcino, al n. 134 (+162), Lorenzo Accomasso, dal Piemonte, al n. 178 (+158), e Felsina al n. 257 (+137). 
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Focus
Gaja primo brand italiano della “Liv-Ex Power 100”
Se il top brand della “Liv-Ex Power 100” è Domaine Leflaive, 13 sono le etichette italiane nella lista, una in più del 2012. A partire da Gaja, primo brand italiano in classifica, al n. 7 (con una scalata importante, rispetto alla posizione n. 38, nel 2022), e unico nella “Top 10”. A seguire per l’Italia, c’è la griffe del Barolo Giuseppe Rinaldi in posizione n. 15 (era al n. 85 nel 2022), mentre sale al n. 20 il Tignanello di Antinori (n. 49 nel 2022). Posizione n. 27 per Giacomo Conterno, “la casa del Barolo Monfortino” (al n. 32, nel 2022), mentre sale al n. 34 (dal n. 80 nel 2022) Ornellaia, del Gruppo Frescobaldi, davanti a Biondi Santi, culla del Brunello di Montalcino e oggi del Gruppo Epi della famiglia Descours, al n. 35, con un balzo straordinario dalla posizione n. 134 del 2022. Posizione n. 44, invece, per Bruno Giacosa (sulla n. 60 del 2022), mentre al n. 46 (dal 158 del 2022) sale, ancora dalle Langhe, Roagna. Scorrendo ancora la lista dei brand tricolore nella “Top 100”, ecco Tenuta San Guido al n. 57, seguita, al n. 62, da Vietti (che sale dalla posizione n. 117 del 2022), e poi da Masseto, ancora di Frescobaldi al n. 73. Al n. 81, invece, sale Montevertine, sulla posizione n. 135 del 2020. Ultimo dei brand italiani, l’icona della Valpolicella, ovvero Giuseppe Quintarelli al n. 89 (rispetto al n. 84 del 2022).
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Roma Doc
Cronaca
I migliori spumanti d’Italia: “Sparkle 2024”
Da Ca’ del Bosco ad Uberti in Franciacorta, a Cesarini Sforza, Ferrari e Maso Martis per il Trento Doc: ecco i pluripremiati della spumantistica italiana, con le “Cinque Sfere”, tre a testa, per “Sparkle 2024”, edizione n. 22 della guida dedicata ai migliori spumanti secchi italiani, della storica rivista di enogastronomia “Cucina & Vini”, diretta da Francesco d’Agostino. 91 le etichette premiate con il massimo punteggio, di cui 32 dalla Lombardia (28 Franciacorta), 22 dal Trentino (tutti Trento Doc), e 17 dal Veneto (tutti Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg).
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Wine & Food
Piazza Duomo, Calandre, Osteria Francescana, Uliassi e Reale: i “5 Cappelli” de L’Espresso
Dal Piazza Duomo di Alba dello chef Enrico Crippa a Le Calandre a Rubano dei fratelli Alajmo, dall’Osteria Francescana di Modena di Massimo Bottura ad Uliassi a Senigallia di Mauro Uliassi, al Reale di Castel di Sangro dello chef Niko Romito. Ecco i cinque grandi nomi della ristorazione italiana, gli unici che hanno conquistato i “5 Cappelli”, il massimo riconoscimento della Guida de L’Espresso “I 1000 Ristoranti d’Italia 2024” curata da Andrea Grignaffini, con il vicedirettore Alberto Cauzzi (dopo la guida di Enzo Vizzari, durata ben 22 anni, che l’ha portata ad essere un punto di riferimento della critica, ndr), presentata, ieri sera, a Milano. Cinque anche i “Cappelli d’Oro”, per i ristoranti che si sono distinti nella storia della cucina italiana: Dal Pescatore a Canneto sull’Oglio, Antica Corona Reale a Cervere, Casa Vissani a Baschi, La Pergola del Rome Cavalieri, e Da Vittorio a Brusaporto.
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Castello del Terriccio
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Masottina Newsletter
Consorzio Vini di Romagna
Tenuta Sette Ponti
Bosca
WineNews.tv
I monaci-vignerons, primi a produrre vini più leggeri e a bassa gradazione alcolica
A WineNews, Francesco Salvestrini, professore all’Università di Firenze, esperto in storia della chiesa medievale e del monachesimo benedettino. “Fin dal Medioevo, il vantaggio dei monaci era di essere gli unici a poter unire teoria e prassi nello sviluppo dell’agricoltura, grazie agli studi della trattatistica antica. Più difficile attribuire loro vini arrivati fino a noi, anche perché producevano e privilegiavano vini più leggeri e a bassa gradazione alcolica per motivi liturgici, ma anche per berli nella quotidianità nel rispetto della regola benedettina. Che a volte veniva violata …”. 
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