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WineNews
N. 3.283 - ore 17:00 - Giovedì 4 Novembre 2021 - Tiratura: 31.116 enonauti,
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La News
Liv-ex Fine Wine 100 da record
Il Liv-ex Fine Wine 100, l’indice che traccia l’andamento dei prezzi dei 100 fine wine più pregiati sul mercato - di cui fanno parte anche Bartolo Mascarello Barolo 2014, Brovia Barolo Villero 2013, Gaja Sperss 2013, Giacomo Conterno Barolo Riserva Monfortino 2010, Masseto 2014 e 2015, Ornellaia 2013 e 2015, Sassicaia 2014, 2015 e 2016, Solaia 2015 e Tignanello 2015 e 2016 - ad ottobre 2021 è cresciuto del +2,2%, chiudendo a 372,44 punti, il massimo storico. Un record, al culmine di 20 anni di attività e di crescita (+272,4%) per quello che, da luglio 2001, è rapidamente diventato il riferimento per il mercato secondario dei fine wine.
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Primo Piano
La vendemmia 2021 nel mondo produrrà 250 milioni di ettolitri di vino. Sui livelli del 2017
Il vino nel mondo non mancherà, perché le scorte assicurano di soddisfare i livelli di consumo. Ma, in ogni caso, la vendemmia 2021 a livello mondiale è decisamente scarsa, con una produzione di vino intorno ai 250 milioni di ettolitri (esclusi succhi e mosti), di poco sopra ai livelli del 2017, una delle campagne più “povere” di sempre, e di qualche punto percentuale sotto anche al 2020 (-4%), ed alla media degli ultimi 20 anni (-7%). A dirlo le stime diramate oggi da Pau Roca, direttore generale dell’Oiv - Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino (il cui presidente è il professor Luigi Moio), che sono il risultato dei dati raccolti da 28 Paesi, che rappresentano l’85% della produzione mondiale di vino. Risultato, questo, di un calo importante nell’emisfero Nord, ed in particolare nei tre grandi produttori Europei, ovvero Italia, a 44,5 milioni di ettolitri (-9% sul 2020), Spagna, a 35 milioni di euro (-14%), e Francia, che soprattutto a causa delle gelate accusa un calo produttivo enorme, del -27% sul 2020, e si ferma a 34,2 milioni di ettolitri. Per una Unione Europea a 27, che vale oltre 60% della produzione mondiale, che accusa un calo complessivo del -13%, per un totale di 145 milioni di ettolitri, grazie anche agli 8,8 milioni di ettolitri della Germania, in crescita del +4% sul 2020, ai 6,5 del Portogallo, stabile, e ai 5,3 della Romania, che registra invece un balzo del +37%, per fermarci ai maggiori Paesi produttori Ue. Fuori dall’Unione Europea, ancora nell’emisfero Nord del mondo, virano in positivo gli Usa, a 24,1 milioni di ettolitri, in crescita del 6% sul 2020, è stabile la produzione in Russia, a 4,5 miliin di ettoltiri, e cresce la Georgia, a 2,2 milioni di ettolitri (+22%). Ma come detto, sopra l’equatore c’è stato un calo complessivo che non è compensato dalla buona crescita della produzione dell’emisfero Sud, che, nel totale, segna una produzione di 59 milioni di ettolitri, a +19%, grazie soprattutto al +30% di Australia (14,2 milioni di ettolitri di vino prodotti) e Cile (13,4 milioni di ettolitri), al +16% dell’Argentina (a 12,5 milioni di ettolitri), al +2% del Sudafrica (a 10,6 milioni di ettolitri) e al +60% del Brasile (che resta, però, su una produzione contenuta, intorno a 3,6 milioni di ettolitri).
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Il vino che unisce oltre le frontiere
Se la querelle Prosecco-Prosek divide, il vino, in fin dei conti, è fatto per unire. Magari, anche gli stessi “attori” che, in questo momento, sono in lite tra loro. E così succede che un progetto transfrontaliero guidato dal Friuli-Venezia-Giulia, ma che coinvolge anche Slovenia e Croazia, faccia sì che, dopo Barolo, nel 2021, la Città Italiana del Vino 2022 sia Duino Aurisinia, in provincia di Trieste (città in cui, ironia del caso, ricade la frazione di Prosecco). Il comune triestino, così, si è fatto capofila di un progetto di ampio respiro, che mette in rete altri Paesi del Friuli Venezia Giulia e delle vicine Slovenia e Croazia, in un’ottica europea e transfrontaliera, con un ricco programma di eventi culturali ed enoturistici per un anno, con uno sguardo rivolto a Gorizia e Nova Goriča 2025 (Capitale Europea della Cultura) e allo sviluppo sostenibile (Agenda 2030). 
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Focus
Pau Roca: “genetica e digitale per il futuro del vino”
“Questo è il terzo anno di fila che la produzione mondiale di vino è sotto la media. Tuttavia, l’impatto di questo calo per per il settore vinicolo - ha detto il dg Oiv, Pau Roca - è ancora da valutare, dato il contesto attuale in cui la pandemia di Covid-19 sta ancora generando un grado relativamente alto di volatilità e incertezza”. E se, secondo il direttore Oiv, il lavoro sulla genetica delle tante varietà di vite che esistono nel mondo sarà fondamentale per rispondere alle sfide del cambiamento dei dati, e il boom del digitale, visibile nel boom dell’e-commerce ma non solo, sarà strategico quanto più i dati raccolti dai diversi strumenti saranno trasformanti in informazioni utili tanto in vigna quanto in un mercato “sempre più settorializzato, polarizzato e dove la specializzazione sarà sempre più importante”, il 2021 che si sta per concludere è stato, comunque, pur tra mille incertezze, un anno di grande riscossa per il commercio del vino. “Nei primi 6 mesi 2021 le esportazioni mondiali sono cresciute del 9% in volume e del 21% in valore, sullo stesso periodo del 2020”. Superando anche i livelli pre-Covid. “Ed è per questo che possiamo guardare al futuro del mercato del vino con cauto ottimismo”, ha detto il dg Oiv, Pau Roca.
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Cronaca
“Merano Wine Festival”: Piwi protagonisti
Ancora una nicchia, ma sempre più conosciuti, coltivati e vinificati, i cosidetti vitigni Piwi, ovvero le nuove varietà di vite resistenti, sono uno dei fenomeni vinicoli più interessanti degli ultimi anni. E saranno anche protagonisti del “Merano Wine Festival” 2021, di scena dal 5 al 9 novembre a Merano, dove sarà presentata anche la prima rete di imprese italiana a loro dedicati. Ovvero “Resistenti Nicola Biasi”, guidato dall’ enologo Nicola Biasi, che riunisce sei cantine come Albafiorita, Ca’ Apollonio, Colle Regina, Della Casa, Poggio Pagnan e Vin de La Neu.
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Wine & Food
A Sara Vezza, produttrice di Barolo, il premio “Donne e sostenibilità” by Istat
Il futuro è donna, ed è fatto di innovazione e sostenibilità. Ed una delle tante conferme arriva ancora una volta dal mondo del vino. Come racconta la storia di Sara Vezza, produttrice di Barolo a Monforte d’Alba, che ha vinto il Premio nazionale “Donne e sostenibilità”, video contest promosso dall’Istat per il Censimento Generale dell’Agricoltura n. 7. Sara Vezza, si legge nella motivazione del premio, “si definisce figlia d’arte - mamma e papà entrambi professionisti del settore, ovvero la produttrice Josetta Saffirio ed il marito enologo, Roberto Vezza - ma soprattutto figlia della propria terra, le Langhe. Nel 2004 Sara trasforma la produzione dell’azienda dandole pieno indirizzo biologico fino a sposare la biodinamica. Il profondo legame con la natura e l’impegno culturale contraddistinguono il suo progetto, sviluppato grazie a un approccio virtuoso in ogni aspetto del lavoro”.
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Il futuro digitale del vino secondo Heini Zachariassen, fondatore del gigante Vivino
La visione del più grande marketplace digitale del vino, app con 50 milioni di utenti nel mondo, e un giro d’affari di 265 milioni di dollari. “In Italia negli ultimi 10 anni sono cresciuti bianchi e bollicine a discapito dei vini rossi. Gli utenti digitali usano le app per capire se un vino è buono o meno, e guardano a tre fattori: il nostro rating, che ritengo tra i più completi, il prezzo, ed il gusto. Il digitale, non solo per gli acquisti, avrà una crescita esponenziale”.
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