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WineNews
N. 3.045 - ore 17:00 - Mercoledì 2 Dicembre 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
Il futuro delle degustazioni, on e off line
“Io credo senza dubbio che le degustazioni on line possano rimpiazzare quelle fisiche, grazie alla loro efficienza e al focus sull’esperienza. E credo che quando ognuno di noi potrà tornare a viaggiare, vedremo una combinazione di entrambe. Non credo che le degustazioni fisiche spariranno del tutto, per come essere umani amiamo socializzare con un buon bicchiere di vino”. È la riflessione sul futuro del vino firmata da James Suckling, una delle voci più seguite della critica internazionale, al magazine francese “Vitisphere”. Serve, però, una preparazione curata come nelle degustazioni “fisiche”, e niente improvvisazione.
Approfondimento su WineNews.it
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Primo Piano
In viaggio, con WineNews, negli stellati Michelin di proprietà delle griffe del vino del Belpaese
Tra vino e cucina esiste un binomio naturale, che negli anni ha portato diverse cantine del Belpaese a puntare sulla ristorazione di qualità. Tanto che oggi, come rivela l’analisi di WineNews, si contano ben 17 ristoranti stellati Michelin legati ad una griffe del vino: il 5% del totale. A partire da Tenuta Carretta, a Piobesi d’Alba, nelle Langhe, con lo stellato Ristorante 21.9, di chef Flavio Costa. Quindi il Piazza Duomo di Alba, tre stelle di chef Enrico Crippa, nato dall’intuizione della famiglia Ceretto. Damilano, storica griffe del Barolo, in cantina ospita la cucina di Massimo Camia. Al Villaggio Fontanafredda, ai fornelli del Guido c’è Ugo Alciati. Sempre in Langa, alla Locanda del Pilone della famiglia Boroli, i piatti dello chef torinese Federico Gallo. E, a Serralunga d’Alba, il Ristorante La Rei di chef Alberto Bai è la tavola stellata del Boscareto Resort (Beni di Batasiolo). In Veneto, Villa Cordevigo, a Cavaion Veronese, si divide tra vino (Vigneti Villabella) e alta ristorazione, con lo stellato Oseleta dello chef Marco Marra. Simbolo del Trentodoc, Ferrari, guidata dalla Famiglia Lunelli, può contare su Edoardo Fumagalli ai fornelli di Locanda Margon. Bisol, griffe simbolo del Prosecco, ha mantenuto le redini di Venissa, con la cucina stellata di Chiara Pavan e Francesco Brutto. A Montalcino, terra del Brunello, chef Domenico Francone ha riportato la stella a Poggio alle Mura, borgo e relais di Banfi. Borgo San Felice (Agricola San Felice) ospita il Poggio Rosso: in cucina Juan Camilo Quintero, in collaborazione con Enrico Bartolini. In Val d’Orcia, il cuore gastronomico di Podere Forte è il Perillà di chef Marcello Corrado. Nel Parco della Maremma, c’è L’Andana, resort di lusso della famiglia Moretti che ospita la Trattoria Enrico Bartolini. Nel cuore del Chianti Classico, alla Badia di Passignano della Famiglia Antinori trova dimora l’Osteria di Passignano di chef Nicola Damiani. A Cortona, tra i filari di Baracchi Winery, c’è Il Falconiere, stellato guidato da Silvia Baracchi. In Calabria il Dattilo, ristorante stellato della Ceraudo, guidato da Caterina Ceraudo, chef ed enologa. Infine, in Puglia, il Vinilia Wine Resort di Pietro Lacaita (Trullo di Pezza), ospita il Ristorante Casamatta di chef Pietro Penna.
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Vino e finanza, nel segno del territorio
Il “pegno rotativo”, semplificando, trasforma in liquidità economica per le aziende il vino che riposa in cantina, garanzia di un prestito con il prodotto che, però, resta nelle disponibilità del produttore, e che può essere sostituito da quello delle annate successive. Una delle misure più apprezzate tra quelle varate in Pandemia, che sta diventando operativa. Talvolta con accordi a livello “nazionale”, come quello che vede in campo Federdoc, Valoritalia e Credit Agricòle Italia. Altre, come spesso accade nel vino, con logiche e legami “di territorio”. E così, i consorzi toscani di Chianti Classico, Brunello di Montalcino e Nobile di Montepulciano, hanno siglato accordi con la toscana Banca Monte dei Paschi di Siena, mentre il Consorzio di Barolo e Barbaresco ha chiuso, da qualche giorno, un accordo con la banca torinese Intesa San Paolo.
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Focus
La Valpolicella al top per Decanter, con Allegrini
L’Amarone della Valpolicella Classico Fieramonte Riserva 2012 della griffe Allegrini è il miglior vino rosso dell’anno, secondo Decanter. E’ il verdetto della più influente rivista enoica in Uk - mercato tra i più importanti per il vino italiano e storicamente trend setter nel mondo - che, nel suo numero in edicola a Gennaio 2021, come WineNews è in grado di anticipare, ha pubblicato la lista dei migliori vini rossi e bollicine. E così, il “cru” di Amarone di Allegrini (il vigneto nella foto) , azienda tra le più importanti della Valpolicella, è al vertice assoluto della classifica come “Top Red”. “È un grande riconoscimento per l’Amarone e per la Valpolicella, per me e per mio fratello Franco, sono orgogliosa per i miei colleghi produttori, per le Famiglie Storiche e per quello che facciamo per tenere alta la bandiera di questa denominazione”. Tanti i vini italiani in classifica, firmati da cantine come Ettore Germano, icone del Prosecco Docg come Ruggeri e Bortolomiol, grandi nomi di toscana come Frescobaldi, Il Poggione e Isole e Olena, da griffe come Passopisciario, in Sicilia, Tenuta San Leonardo, in Trentino, e La Tunella, in Friuli, e da realtà meno conosciute come Cigliuti in Piemonte, e Fattoria Montellori e I Luoghi, ancora in Toscana (tutti i vini nell’approfondimento).
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Cronaca
L’Amarone di Speri nel bicchiere di Lebron
Il vino, sempre alla ricerca di ambasciatori che lo avvicinino ai giovani, in tutti i mercati, può contare su un testimonial d’eccezione, tanto efficace quanto “inconsapevole”: Lebron James. La stella della Nba, aspettando l’inizio della stagione, coltiva con curiosità la passione per il vino, che gli ha fatto apprezzare, tra gli altri, il Sassicaia, il Brunello e, adesso, l’Amarone 2013 di Speri, immortalato su Instagram. Dove King James è seguito da 74,6 milioni di fan. Una platea sconfinata, raggiunta, almeno per qualche istante, anche dalle griffe dell’Italia del vino.
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Wine & Food
Rumors: spostamento in avanti per Prowein? Ad ora conferma ufficiale a marzo 2021
La Pandemia non dà certezze a chi deve organizzare grandi eventi internazionali. Non tanto per questione di gestione “in loco”, quanto per le enormi difficoltà a viaggiare da un Paese all’altro. E così, nel mondo del vino, si rincorrono le voci su Prowein, che, ad oggi, è confermata dal 19 al 23 marzo 2021, nella versione estesa a 5 giorni. Eppure, secondo rumors, non ci sarebbe da stupirsi se arrivasse la notizia di un rinvio. C’è chi parla di uno spostamento di poco, intorno a maggio, e chi di un rinvio in estate, come già fatto da Vinitaly a Verona, da Vinexpo Paris - Wine Paris, a giugno. Ma c’è anche chi, da fonti più ufficiali, fa sapere che sebbene sia difficile fare affermazioni certe, ad oggi non si immagina che la Prowein venga posticipata all’estate. Conferme o novità, da quanto apprende WineNews, dovrebbero arrivare nelle prossime ore.
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ColangeloMessaggio
Monte Zovo
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WineNews.tv
“Non bisogna avere paura di cambiare”: parla Stephanie Gallo (Gallo Winery)
La visione della crisi del colosso del vino Usa (realtà a oltre 4,3 miliardi di fatturato nel 2018) che tra ottimismo e digital, sprona il settore a guardare il “bicchiere è mezzo pieno”, nonostante le tante difficoltà legate alla Pandemia. “Abbiamo affrontato il Proibizionismo e la crisi del 1929. Ad oggi, in tempi di pandemia, l’ottimismo è l’unico motore che può muovere il nostro sforzo e ci può rendere capaci di affrontare le sfide”.
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