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WineNews
N. 2.821 - ore 17:00 - Mercoledì 22 Gennaio 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
Vino e tartufo, una nuova alleanza
Due eccellenze italiane, il vino ed il tartufo, da sempre legate, e che ora stringono un'alleanza ancora più intensa, per valorizzarsi e valorizzare il made in Italy, con iniziative culturali, la creazione di una rete di “ristoranti del tartufo” in tutta Italia, ed un ruolo da protagonisti nella missione italiana ad Expo 2020 a Dubai: sono gli obiettivi del “patto universale per il made in Italy: tartufo e vino alfieri dell’Italia nel mondo”, quello firmato dall’Accademia Italiana del Tartufo e dall’Ais Associazione Italiana Sommelier, a Roma in Cia-Agricoltori Italiani, un protocollo che finirà, a stretto giro, al Ministero degli Affari Esteri.
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Primo Piano
Meno conoscenza, ma più coinvolgimento, con l’etichetta al centro: dove va il vino nel 2020
Nel mondo del vino le tendenze che ne guidano i consumi durano, spesso e volentieri, anni, come dimostrano, tra gli altri, il concetto di sostenibilità  e la moda dei vini naturali, esplosi di recente, ma individuati da tempo, come spesso accade, dai “Global Trends in Wine” di Wine Intelligence. Che, per il 2020, ha messo in fila dieci tendenze, divise in 4 aree tematiche, “Le quattro R”. Relationship, Retail, Repertoire e Responsibility. La “Relationship” definisce un cambiamento nel rapporto dei consumatori con il vino: nonostante un calo dei livelli di conoscenza, cresce la percentuale di persone coinvolte nel mercato dei consumi enoici. Il primo trend, quello della “Rising involvement - reducing knowledge”, riguarda il cosiddetto “cognitive off loading”, ossia la dipendenza dall’ambiente esterno per ridurre la nostra domanda cognitiva: sono finiti i giorni in cui ci dovevamo ricordare le etichette o gli stili produttivi che più ci piacciono, adesso basta scorrere tra le foto, o cercare su Google, senza spendere energie mentali. Eppure, i consumatori si sentono sempre più coinvolti dal mondo del vino, ma con una evidente divisione di genere: nonostante le donne abbiano una conoscenza pari, o a volte superiore, a quella degli uomini, il loro coinvolgimento nel mondo del vino e dei suoi consumi rimane inferiore. Il secondo trend, “Increasing visual impact”, racconta l’importanza della prima impressione, particolarmente vera quando si tratta di packaging ed etichetta del vino. In un mondo sempre più “visual” ci affidiamo sempre più spesso ad immagini accattivanti per trasmettere informazioni in modo rapido e chiaro, attraverso cui formiamo i nostri processi decisionali. Attraverso quanto emerge dallo studio dei mercati di Wine Intelligence, il fascino del design della bottiglia e dell’etichetta è sempre più importante per i wine lover quando scelgono quale vino acquistare, specie se si parla di consumatori uomini di mezza età. Così, in futuro i produttori più reattivi raddoppieranno gli investimenti in etichette e design, e sul mercato troveranno spazio così forme, icone e colorazioni più creative, tutte pensate per distinguersi e orientate a catturare, visivamente, il consumatore, rimanendo però nei confini rassicuranti dell’estetica classica.
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Dazi sul vino, prime risposte dalla Ue
Portare dal 50 al 60% il cofinanziamento europeo per i programmi di promozione dell’Ocm, con la possibilità di modificarli ed estenderli oltre l’attuale limite di 5 anni: ecco la prima risposta di Bruxelles, con due proposte di semplificazione, che hanno già ottenuto il via libera dei Ministri agricoli europei in attesa che si concluda il dibattito in Commissione Agricoltura, ai dazi Usa sul vino scattati ad ottobre 2019, che hanno colpito le produzioni di Francia, Spagna e Germania, risparmiando, almeno per ora, le produzioni enoiche italiane. Un primo passo, accolto positivamente da Paolo De Castro, che adesso auspica “un fondo specifico per rafforzare le misure di promozione di tutti quei settori che sono stati colpiti dai dazi”. In Francia, intanto, infiamma la polemica, con i produttori che hanno chiesto al Ministero dell’Agricoltura - ricevendo un secco no - 250 milioni di euro di aiuti.
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Focus
L’agricoltura italiana, da leader, verso il “Green Deal” Ue
Grazie alla sua agricoltura, sempre più green, l’Italia è il Paese con i cibi più sani e sicuri del Vecchio continente, il più attento agli sprechi e alle emissioni di gas serra; uno Stivale che, negli ultimi 10 anni, ha diminuito l’utilizzo della chimica nei propri campi (con punte del 50% in favore di un’agricoltura più biologica), la prima in Europa per seminativi e colture permanenti. Per contro, il primario italiano paga alcune lacune strutturali del Paese, come la carenza e la gestione di acqua, oltre all’erosione del suolo. Ancora, l’agricoltura italiana è in testa nel panorama produttivo europeo come valore aggiunto (32,2 miliardi di euro, media dell’ultimo biennio), al secondo per valore della produzione (56,7 miliardi di euro), mentre è più indietro nell’export, a 7,6 miliardi di euro. Cala, però, il reddito delle imprese: negli ultimi 5 anni, in Italia, si parla del -1%, contro una media Ue a +6%, e a Paesi come Spagna e Francia a +11%. A dirlo i dati dell’Osservatorio Fieragricola-Nomisma, nella presentazione di Fieragricola 2020, edizione n. 114 della più antica fiera dell’agricoltura italiana, di scena a Verona, dal 29 gennaio al 1 febbraio (con la Croazia Paese ospite). Una fiera in cui, ufficialmente, l’agricoltura italiana raccoglierà, da leader, la sfida del nuovo “Green Deal” lanciato dall’Ue.
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Cronaca
Vino, ancora frodi in Oltrepò
Le frodi sul vino non si fermano mai. In queste ore, le cronache riportano di un’operazione dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, nell’Oltrepò Pavese, in Lombardia, e con perquisizioni anche in Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige, con 5 arresti e 2 persone fermate con obbligo di firma, “responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere, frode in commercio, contraffazione di Dop e Igp, fatture false” e non solo. Risultato di un'inchiesta partita già nel 2018, dalla cantina sociale di Canneto Pavese.
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Wine & Food
Gli Italiani ed il pane: se ne mangia meno, ma cercando la qualità e l'artigianalità
Fresco, acquistato giornalmente, che duri per più giorni e a base di materie selezionate: è questa la “ricetta” del pane, che gli italiani prediligono, secondo i dati dell’ultima ricerca Cerved sul settore presentata a Rimini da Aibi, l’Associazione Italiana Bakery Ingredients, al Sigep  di Bologna. Ricerca, che sottolinea come l’85% dei consumi degli italiani, anche in tempi di crisi economica, si concentri sul pane fresco artigianale. Rispetto a dieci anni fa se ne mangia di meno (75-80 grammi pro-capite al giorno), ma si pretende gusto e qualità. I consumatori hanno le idee chiare, pur cambiando spesso tipologia di pane e chiedono prodotti con grani antichi, farine poco raffinate, preparati con lunghe lievitazioni e modalità ecosostenibili.
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WineNews.tv
I fine wine, le Langhe, il passaggio generazionale: la famiglia Boffa, guida della Pio Cesare
Da Pio Boffa, decano del Barolo e tra i grandi osservatori del mercato del vino, alla figlia Federica Boffa (nella foto con Cesare Boffa). Pio Boffa: “i fine wine quando sono tali non conoscono crisi, anche se tutti subiremo le scelte scellerate di certa politica. Il cambiamento climatico esiste, e va affrontato nel bene del territorio, non del portafoglio”. Il Piemonte tra le migliori mete enoturistiche per “Wine Enthusiast”, Federica Boffa: “ormai l’accoglienza non è più un attività secondaria”.
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