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WineNews
N. 3.751 - ore 17:00 - Mercoledì 19 Luglio 2023 - Tiratura: 31.127 enonauti,
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La News
Champagne, spedizioni in calo nel 2023
Il mercato del vino mondiale frena anche per lo Champagne (-4,7% le spedizioni dalla maison nella prima metà del 2023) che, però, forte di anni di successi e di margini elevatissimi (una bottiglia parte dalla cantina mediamente intorno ai 19 euro), guarda con relativa tranquillità al futuro, a partire dalla prossima vendemmia, anche grazie ad una situazione in vigna decisamente buona (nessun danno da gelo e grandine, e malattie quasi assenti). Così il Comitè Champagne, dopo la riunione tra vigneron e le maison della Champagne ad Epernay, per definire le condizioni della prossima vendemmia (in approfondimento). 
Approfondimento su WineNews.it
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Primo Piano
Peronospora e caldo record preoccupano il vino italiano, mentre la vendemmia si avvicina
La peronospora in vigna è un problema serio e sentito in molte zone d’Italia, come già riportato da tempo da WineNews e come segnalato anche da organizzazioni agricole come Confagricoltura, con i produttori che, dopo le abbondanti piogge primaverili che si sono protratte fino a fine giugno, hanno dovuto forzatamente ritardare i trattamenti. Ed il caldo torrido e prolungato di questi giorni si fa sentire anche tra i vigneti dove si spera che le stesse piogge cadute in primavera aiutino, dopo aver consentito alle colture di accumulare importanti risorse idriche e di affrontare queste giornate di forte stress climatico. Un quadro complesso, con tanti rischi. E anche se i produttori confidano ancora nelle loro capacità e in quella della vite, pianta resistente, resiliente e sorprendente per antonomasia, emerge la necessità di gestire il vigneto ed affrontare un clima sempre meno prevedibile. Come raccontano alcune delle cantine che aderiscono a Federvini, da Leone de Castris a Tasca d’Almerita, da La Scolca a Gotto D’Oro (in approfondimento). “Le temperature superiori alla norma sono una situazione che si ripete ormai da quattro anni - ha dichiarato Piernicola Leone de Castris, ad Leone de Castris, cantina simbolo della Puglia, dove è nato il “Five Roses”, il primo e più famoso dei rosati italiani - nel 2021 abbiamo toccato i 45 gradi”. Ma se il caldo non preoccupa troppo, la peronospora si fa sentire: “ nel nostro caso, infatti, si stima una perdita tra il 10% e il 20%. Se guardiamo, invece, alla situazione generale del Nord Salento abbiamo una situazione più severa con picchi di perdite che sia aggirano intorno al 70-80%”. Sulla stessa linea Alberto Tasca, alla guida della griffe siciliana Tasca d’Almerita, che aggiunge: “È necessario incrementare gli sforzi verso la ricerca e la formazione scientifica dei tecnici per ottenere un’agricoltura sempre più sostenibile. Purtroppo, ancora oggi la peronospora non si riesce a controllare pienamente con le strategie di difesa biologica se non con elevati quantitativi di trattamenti, e l’unica possibilità per i viticoltori di salvare il raccolto è ricorrere a sostanze di sintesi. Queste molecole, seppur a basso impatto ambientale, richiedono comunque un attento dosaggio e una buona preparazione tecnica al fine di ridurre al minimo gli effetti sull’ambiente”. 
Approfondimento su WineNews.it
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Carne “sintetica”, stop dal Senato
Fa discutere, da mesi, la cosiddetta “carne sintetica”, o meglio “coltivata”, tra promotori e detrattori. Fatto sta che, all’insegna del “prevenire è meglio che curare”, almeno dal punto di vista del Governo, il Senato della Repubblica, con 93 voti favorevoli, 28 contrari e 33 astenuti, ha approvato il disegno di legge che vieta la produzione, l’immissione sul mercato e l’importazione in Italia di alimenti e mangimi “artificiali”, ma non la ricerca. Un provvedimento, quello approvato dal Senato, voluto dal Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che commenta così: “rivendichiamo la piena coerenza di questo testo normativo e il suo indirizzo di natura politica, a difesa delle nostre imprese e del futuro benessere dell’umanità, che passa per il buon cibo e non per i condizionamenti di chi immagina di fare business sullo sfruttamento delle fasce più povere della popolazione”.
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Focus
L’agricoltura onora le vittime di mafia
Dall’agricoltura arriva il riscatto di una società che, riappropriandosi delle proprie terre, onora chi ha speso la vita per combattere la mafia. E lo fa grazie a Libera, l’associazione che, dal 1995, ha dato nuova vita a migliaia di ettari di terreni confiscati alle mafie, dal 2001 con Libera Terra, che oggi riunisce nove cooperative sociali in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia in cui nascono prodotti dal sapore di legalità, dal vino all’olio, dalla frutta alla verdura, dalla pasta alle farine, dai legumi ai cereali, dai dolci al miele. Ma c’è ancora molto da fare, perché le ferite sono aperte e il ricordo della strage di Via D’Amelio in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e la scorta, il 19 luglio 1992, poco dopo l’attentato di Capaci che uccise il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e la scorta, nell’anniversario n. 31 che si celebra oggi, è vivo. “Borsellino ci ha insegnato che il bene personale è conseguenza del bene comune - ha detto il fondatore di Libera Don Luigi Ciotti, più volte intervistato da WineNews - che non si può essere cittadini a intermittenza. Che la prima mafia si annida nell’indifferenza, nella disinformazione, nella superficialità, nel quieto vivere, nel puntare il dito senza fare nulla, nel vedere il male e girarsi dall’altra parte. L’eredità che ci ha lasciato si chiama impegno e responsabilità”.
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Cronaca
Il Borro nel “Global Compact” Onu
Tra le tante iniziative e reti sul fronte della sostenibilità esistono anche network che spaziano tra settori diversissimi tra loro. Come il “Global Compact” delle Nazioni Unite, che riunisce più di 15.000 aziende in tutto il mondo, e di cui fanno parte anche realtà del food come De Cecco, Alce Nero, Lavazza, illycaffè, ma anche grandi realtà come Nestlè, Sky, Poste Italiane e non solo. Ed a cui ora, dal mondo del vino, aderisce Il Borro, la prestigiosa tenuta vitivinicola e agricola biologica di proprietà di Ferruccio Ferragamo nella Doc del Valdarno di Sopra.
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Wine & Food
La cucina made in Italy, candidata all’Unesco, vale 580 miliardi di euro
Dai cuochi ai ristoratori, dai contadini agli artigiani, dai negozianti ai tecnici di sicurezza alimentare, dagli addetti della logistica ai sommelier, la candidatura della cucina italiana a Patrimonio immateriale dell’Unesco tutela 4 milioni di lavoratori, occupati in una filiera nazionale del cibo che vale ben 580 miliardi di euro, un quarto del Pil: emerge dall’analisi Coldiretti, nei giorni scorsi in assemblea a Roma. E se tanti, e in crescita, sono “i tarocchi”, la ristorazione italiana è la più diffusa e apprezzata nel mondo, con un valore che raggiunge i 205 miliardi di euro e registra i maggiori livelli di penetrazione negli Usa, con il 33% del totale dei ristoranti, e in Brasile (28%), ma ottimi risultati si raggiungono anche in Francia (22%) e Spagna (24%), tra gli altri, secondo l’analisi Coldiretti sul Foodservice Market Monitor 2022 di Deloitte.
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WineNews.tv
Quasi dimenticata e oggi rediviva: la riscossa della Schiava, storia dell’Alto Adige del vino
Vitigno che dominava il territorio, che ha virato (con successo) sui bianchi, oggi torna sotto i riflettori, tra qualità e contemporaneità. Le riflessioni di Othmar Kiem, giornalista enogastronomico (firma di “Falstaff”) ed organizzatore del “Trofeo Schiava”, Andrea Lonardi (Angelini Wines & Estates), ed Eros Teboni (migliore Sommelier del Mondo Wsa 2018) e dello chef Daniel Sonin del Ristorante 1500 del Vigilius Mountain Resort.
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