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N. 4.318 - ore 17:00 - Venerdì 3 Ottobre 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Mentre l’Italia si prepara a celebrare lo Champagne, di cui il Belpaese è il quinto mercato mondiale, con la “Champagne Experience” 2025, di scena il 5 e il 6 ottobre, per la prima volta (dopo tante edizioni a Modena), a BolognaFiere, con la regia di Excellence Sidi, che riunisce 21 tra le più importanti realtà di distribuzione di vino in Italia (con fatturato di 327 milioni di euro), tra i filari si tirano le somme della vendemmia 2025. Che se soddisfa tutti per qualità, non vede altrettanta soddisfazione su aspetti quantitativi ed economici, come spiega il Syndicat Général des Vignerons de la Champagne (in approfondimento). | |
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| | “Immagina di svegliarti con la luce dorata che filtra tra un uliveto o un vigneto secolare, produrre il tuo olio o il tuo vino da frutti raccolti a mano e condividerlo a cena sotto un cielo stellato”. È l’incipit del paragrafo “Valore vintage: coltivare rendimenti duraturi” inserito nell’“European Lifestyle Report” di Knight Frank, l’agenzia di consulenza immobiliare globale con sede a Londra: una ricerca - che si occupa esclusivamente di persone il cui patrimonio netto è superiore a 30 milioni di dollari disponibili per essere investiti - che racconta come, entro fine 2025, il 46% del campione analizzato prenderà in considerazione l’idea di trasferirsi nel territorio dell’Ue, spinto dalle opportunità di business (principalmente proprio nel comparto agroalimentare), la stabilità finanziaria, gli incentivi fiscali, il riparo dalle tensioni geopolitiche internazionali, dai cambiamenti climatici e, non ultimo, anche dal fenomeno dell’overtourism. Tendenzialmente la preferenza è rivolta alle grandi città d’Europa, ma anche la campagna attrae: soprattutto, secondo lo studio, piace molto a quegli investitori stranieri (che per l’Italia sono principalmente svizzeri, americani e britannici) a caccia di proprietà immobiliari di lusso con la prospettiva di investire in un vigneto o in un uliveto, valutati dai “paperoni” del mondo come asset tangibili con ritorno “ibrido”, e cioè, sia finanziario che come stile di vita. Non a caso - tra i 704 intervistati provenienti da 11 Paesi e rappresentanti di 30 nazionalità diverse - la Toscana, tra i territori più famosi al mondo grazie anche alla sua campagna, occupa il terzo posto nella graduatoria globale delle scelte dei super ricchi del pianeta per quanto riguarda i “centri non urbani”. La ricerca spiega che 1 cliente su 8 di Knight Frank chiede informazioni su proprietà con potenziale per attività secondarie come viticoltura e olivicoltura. I due settori stanno infatti attirando sempre più investitori che vedono vino e olio non solo come prodotto di lusso, ma come bene patrimoniale. Tra i territori su cui investire consigliati dallo studio - capaci di incarnare sia la vocazione vitivinicola che olivicola - figurano quindi Toscana, Piemonte e Puglia in Italia, Bordeaux e Provenza in Francia, Andalusia e Baleari in Spagna, Alentejo e Douro in Portogallo e Corfù per la Grecia. | |
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| | Ci sono dei luoghi in Italia, in tutte le regioni, dal Nord al Sud, dove passato e presente si incontrano allo stesso tavolino, e dove un tempo erano soliti sedersi i personaggi più illustri che hanno scritto la storia italiana, o le celebrities di ogni epoca che amavano trascorrervi le loro vacanze italiane, e, oggi, ci siamo noi. Come al Ristorante - Caffè Del Cambio a Torino, dove Camillo Benso Conte di Cavour, primo Premier del Regno d’Italia, faceva la storia in punta di forchetta; o il settecentesco Caffè Florian a Venezia, tra i più antichi al mondo, o il Caffè Giubbe Rosse a Firenze, il “salotto culturale” che fu la culla del Futurismo; ma anche, in piccoli borghi, il Caffè Fiaschetteria Italiana 1888 a Montalcino o il Caffè Poliziano a Montepulciano, tra i tanti. Che saranno in festa, domani 4 ottobre, nella “Giornata Nazionale dei Locali Storici d’Italia” 2025. | |
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| | | Dopo Julie Cavil (Krug), Séverine Frerson (Perrier-Jouët), Alice Tétienne (Henriot), Nathalie Laplaige (Joseph Perrier), Caroline Latrive (Deutz) e le “pionieristiche” Monique Charpentier, la prima donna a ricoprire il ruolo di chef de cave in una grande maison di Champagne (nel 2000 da Mercier), Sandrine Logette-Jardin (Duval-Leroy); Isabelle Tellier, per Champagne De Venoge e il marchio Tsarine (Chanoine Frères); Elisabeth Sarcelet e Carine Bailleul, che condividono il ruolo in Castelnau, prosegue la conquista del titolo di chef de cave da parte delle donne della Champagne, una trasformazione maturata nella filiera, fondata sulla competenza, sull’esperienza e sul sempre maggior numero di ragazze che scelgono gli studi enologici per costruire il loro futuro. Donne che, con competenza e passione, assumono un ruolo fondamentale: la guida dei team enologici da cui dipendono l’interpretazione delle annate e la continuità stilistica delle cuvée d’assemblage, ma anche la loro innovazione. Al prestigioso elenco si aggiunge Caroline Fiot (foto), nominata come chef de caves da Maison Ruinart, la più antica Maison de Champagne (fondata nel 1729 da Nicolas Ruinart, ndr), prendendo il posto di Frédéric Panaïotis, che ha ricoperto questo ruolo dal 2007, prematuramente scomparso quest’anno. | |
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| | | Il vino è anche questione di calice. E Italesse, griffe della cristalleria italiana che da tempo ha investito nella valorizzazione dei vini di territorio anche attraverso bicchieri da degustazione ad hoc, lancia quello per l’Amarone della Valpolicella. Il bicchiere per il grande rosso veronese - dopo quelli per Brunello di Montalcino, Barolo, Vermentino di Sardegna e Gallura e Ribolla Gialla di Oslavia - è stato presentato nei giorni scorsi, alla Bottega del Vino di Verona, delle Famiglie Storiche, che hanno collaborato al progetto. | |
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| | Dai “Caseifici Aperti” del Consorzio del Parmigiano Reggiano per scoprire i segreti di uno dei simboli del made in Italy più amati al mondo, alla “Champagne Experience”, la più grande kermesse italiana dedicata alle bollicine francesi firmata Excellence Sidi di scena per la prima volta a BolognaFiere; da “Come in famiglia” al Convento della Santissima Annunciata in Franciacorta, alla “Milano Wine Week”, con appuntamenti come il “Wine Lab” di Partesa, con i professionisti del fuoricasa e cantine da tutta Italia e dal mondo; da “La Vendemmia di MonteNapoleone” con grandi vini nelle boutique, nei ristoranti e negli hotel “Quadrilatero della moda” e non solo, a Inycon” a Menfi, la storica rassegna di territorio che racconta uno dei distretti del vino e del cibo più importanti di Sicilia, fino a “Il Nizza E'” a Nizza Monferrato: sono alcuni degli eventi segnalati nell’agenda WineNews. | |
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| | | A WineNews, il presidente della fiera bolognese Gianpiero Calzolari: “le fiere non sono solo commercio, ma luoghi della politica economica di un Paese. Sul vino (con le partnership con Slow Wine per Slow Wine Fair, Fivi per il Mercato dei Vignaioli Indipendenti ed Excellence Sidi per la Champagne Experience, e con United Experience), come BolognaFiere, possiamo dire di avere un ruolo da protagonisti, giochiamo un ruolo molto dinamico e attivo sul mercato, in una sana e leale competizione come succede in tutti i comparti”.
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