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N. 2421 - ore 17:00 - Mercoledì 13 Giugno 2018 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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È un dominio scandinavo ai fornelli, quello emerso dall’edizione n. 6 del Bocuse d’Or Europe, di scena nei giorni scorsi al Lingotto Fiere a Torino, che ha visto trionfare la Norvergia guidata da Christian André Pettersen, seguita sul podio dalla Svezia, con ai fornelli Sebastian Gibrand, e dalla Danimarca, capitanata da Kenneth Toft-Hansen. È il verdetto della giuria presieduta dagli chef Jérôme Bocuse, Tamás Széll, Carlo Cracco ed Enrico Crippa. L’Italia, con lo chef Martino Ruggieri, sarà comunque presente alle finali di Lione, il 29-30 gennaio 2019, in quello che, creato dal più grande chef di Francia, Paul Bocuse, è considerato il “Mondiale” della cucina. |
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Gli Usa camminano, l’Italia resta in testa con una buona andatura, ma altri, come la Francia, corrono veloci e recuperano terreno. È la fotografia del primo quadrimestre 2018 delle importazioni di vino negli States, scattata dall’Italian Wine & Food Institute sui dati dell’Us Departement of Commerce. Nel complesso, gli Stati Uniti hanno importato 3,1 milioni di ettolitri (-4,3% sul 2017), per 1,5 miliardi di dollari, con una robusta crescita in valore (+11,3%). In questo quadro, l’Italia, che sui vini fermi imbottigliati resta leader tra i Paesi stranieri, con una quota di mercato del 26,3% in volume e del 31% in valore, ha fatto meglio della media, con una sostanziale stabilità nelle quantità spedite in Usa (+0,7%, per 838.270 ettolitri), ed una buona crescita in valore (+11,7%, per 428,9 milioni di dollari). Tra i competitor, però, spicca in positivo la performance della Francia, che cresce più del doppio del Belpaese: +14,2% in volumi (476.980 ettolitri) e +26% in valore (347,5 milioni di euro), la crescita più alta in assoluto. Ma c’è anche chi fa nettamente peggio. Se il Cile perde lo 0,4% in volume (515.530 ettolitri) ed il 4,2% in valore (91 milioni di dollari), l’Argentina e l’Australia crollano: il Paese sudamericano segna -24,3% in quantità (165.940 ettolitri) ed il -6% in valore (79,5 milioni di dollari), “i canguri” tracollano con un -27,7% in volumi (526.520 milioni di ettolitri) ed un -16,6% in valore (106 milioni di dollari). Boom della Nuova Zelanda: +17,9% in volume (305.690 ettolitri) e +25,7% in valore, a 174,3 milioni di dollari. Nell’analisi del Wine & Food Institute, guidato da Lucio Caputo, come sempre, capitolo a parte per gli spumanti, con le bollicine del Belpaese cresciute del 16,5% in volume (247.330 ettolitri) e del 31,3% in valore (140,8 milioni di dollari), con una quota di mercato che tocca il 63,1% in volume, ed il 43,4% in valore. Nel complesso, dunque, numeri confortanti in un mercato fondamentale per il vino italiano, che da solo vale un quarto delle nostre esportazioni. Nel 2017 1,86 miliardi di dollari, secondo i dati dell’Ice, che ha scelto proprio gli States come primo target della campagna istituzionale “Italian Wine - Taste the Passion”, in corso, con un investimento di 8 milioni di euro. |
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Contrordine, wine lovers, conservare le bottiglie in cantina in posizione orizzontale non serve a niente, anzi, rischia di accelerare il processo di deterioramento del tappo. Messa così sembra una boutade sconclusionata, e invece a mettere in dubbio una delle poche certezze dei collezionisti e degli amanti di vino, è il direttore del Dipartimento ricerca e sviluppo di Amorim Cork, il primo produttore di tappi in sughero al mondo, Miguel Cabral. “Il tappo, con un’umidità del 100%, come nello spazio in testa alla bottiglia, non si asciugherà mai, neanche tenendo la bottiglia in verticale, per cui non si pone la necessità di conservare le bottiglie distese”. E non è tutto, perché di miti smentiti dalla ricerca scientifica ce ne sono almeno altri due: l’umidità in cantina è del tutto inutile, e il deterioramento del tappo è dovuto più al contatto con il vino che al suo contrario ... |
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Il mercato del biologico cresce a ritmi frenetici. In Italia il suo valore supera i 2,5 miliardi di euro in valore, e coinvolge 72.000 operatori. 6 italiani su 10, sottolinea la Coldiretti, comprano biologico, con una crescita del 15% nel 2018 sul 2017. E la crescita della domanda spinge alla conversione degli ettari coltivati a bio, 1,7 milioni nel Belpaese, con l'aumento maggiore registrato nei terreni destinati ad ortaggi, cereali, vigneti ed oliveto, con la Sicilia primatista assoluta con 363.693 ettari. Un fenomeno che riguarda anche il vino, come racconta l’Osservatorio Bio 2018 di Nomisma, su dati Nielsen, analizzati dal “Corriere Vinicolo” di Unione Italiana Vini. Solo tra gennaio e febbraio 2018, le vendite di vino biologico, in gdo, hanno toccato 21,6 milioni di euro, l’88% in più sullo stesso periodo 2017, e le referenze sono passate da 212 a 336 (+118%). Ma di pari passo, tra regolamenti ancora poco efficaci ed un business che sta esplodendo, aumentano le frodi, come racconta il maxi sequestro di 15 tonnellate di prodotti falsamente biologici, in tutta Italia, messo a segno dai Carabinieri del Reparto Speciale per la Tutela dell’Agroalimentare, con controlli in 45 aziende, soprattutto nelle Province di Ravenna, Reggio Emilia, Catania, Messina e L’Aquila. |
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L’Italia è leader nelle tecnologie per vigna e cantina, con un export di 2 miliardi di euro all’anno. Ed ora, nel panorama fieristico di settore, dominato dal Simei, kermesse tra le più importanti al mondo, firmata Unione Italiana Vini (19-22 novembre 2019, Fiera Milano) un altro marchio storico, Enolitech, di Veronafiere (fino ad oggi in concomitanza con Vinitaly) vivrà di vita propria. Grazie alla new.co Vpe (Verona Parma Exibition) di Veronafiere e Fiere di Parma. La prima edizione autonoma a Verona (30 gennaio-1 febbraio 2019). |
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Dovrebbe arrivare, ma non arriva, ancora, il bando 2018-2019 per la misura “Promozione nei Paesi Terzi” dell’Ocm vino, con i ritardi di quest’anno che si accumulano al caos delle ultime campagne. E così, uno dei consorzi più grandi ed importanti del vino italiano, a tutela di uno dei marchi enoici più conosciuti e famosi nel mondo, quello del Chianti, lancia l’allarme: “è a rischio l’intera promozione all’estero, stiamo accumulando troppi e gravi ritardi. I nostri concorrenti ringraziano”, dice il presidente del Consorzio del Vino Chianti Giovani Busi, rivolgendo un appello al neo Ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio. “Non abbiamo più tempo, rischiamo di compromettere seriamente l’attività promozionale autunnale che come sempre è diretta verso i Paesi asiatici, come Cina e Giappone”. |
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Il n. 1 degli chef star: “anche nei ristoranti stellati stiamo tornando a guardare ad una proposta più tradizionale. E ci sarà un riposizionamento generale dell’alta cucina. Si parla già di un mio possibile ritorno in tv? Tutte sciocchezze. Se volessi potrei farlo anche domani, ma dico di no”. E se la proposta arrivasse dell’estero? “Neanche”. Ora Cracco ritorna solo in cucina. |
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