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WineNews
N. 4.060 - ore 17:00 - Mercoledì 2 Ottobre 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
Ocm 2024-2025, la graduatoria provvisoria
È stata pubblicata, ieri, dal Ministero dell’Agricoltura, la graduatoria provvisoria dei progetti nazionali dell’Ocm Vino 2024-2025 per la “Promozione nei mercati dei Paesi terzi”. Sono stati approvati 16 progetti, che coinvolgono oltre 100 aziende per iniziative in 20 Paesi, assegnando 28,5 milioni di euro, su un totale di 66,5 milioni. L’approvazione avviene con due mesi di anticipo dice Uiv, utili a consentire la programmazione delle attività promozionali che, spiega Confagricoltura, le aziende potranno avviare dal 16 ottobre, per migliorare la competitività ha detto il Ministro Lollobrigida. Al quale, Federvini, chiede un tavolo per migliorare ancora anche la misura.
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Primo Piano
Miguel Altieri, pioniere dell’agroecologia: “una scienza per sperare in un mondo diverso”
“L’agroecologia è la speranza di un mondo diverso, capace di affrontare le crisi climatiche ed economiche. Un sistema solidale tra produttori e consumatori, che io chiamo “bypass”, cioè capace di andare oltre all’economia di mercato, basato sulla solidarietà, e che si espande senza inseguire le logiche del capitalismo”. Parola di Miguel Altieri, professore all’Università della California di Berkeley, uno degli ospiti più attesi e acclamati dal pubblico presente a Terra Madre Salone del Gusto, nei giorni scoria, a Torino, l’evento mondiale di Slow Food dedicato al cibo buono, pulito e giusto. Sia nel panel in cui è intervenuto che ai microfoni di WineNews, Altieri ha spiegato il suo concetto di agroecologia: “i principi fondanti sono diversità, sinergia, efficienza, riciclo degli scarti, attivazione della biologia del suolo - ha detto - è importante perché è l’unica via che abbiamo per produrre cibo, che possa proteggere e conservare la natura, e resistere al cambiamento climatico”. Altieri è un pioniere dell’agroecologia, da anni ne studia le potenzialità: è l’arte del mettere a frutto la biodiversità, cogliere e sfruttare le funzioni degli organismi viventi per migliorare il sistema produttivo. Se nei sistemi convenzionali si ricorre a input esterni, come fertilizzanti e pesticidi, allora l’agroecologia promuove la rotazione colturale, le consociazioni, le varietà autoctone, le concimazioni organiche, il pascolamento, l’allevamento free range: “noi promuoviamo la sovranità alimentare, più diritti e meno costi per gli agricoltori. Un paradigma che si distanzia molto dai regimi tecnologici delle corporation e dall’agricoltura industriale. Come difendersi? Dobbiamo fare leva sulla conoscenza e l’esperienza di chi coltiva la terra. Serve un sistema alternativo in cui gli agricoltori non possono essere cooptati dal potere dominante. Dobbiamo dare una nuova spinta e favorire l’integrazione tra stakeholder per un sistema produttivo, salubre e corretto”. In un mondo in cui si va verso l’urbanizzazione e in cui i giovani fuggono dalle campagne, è necessario fare cultura: “l’agroecologia è un’idea che si concretizza a livello locale, noi dobbiamo creare degli spazi di speranza in cui credere. L’obiettivo è essere il faro da illuminare per incamminare il sentiero del futuro. Questi sono i progetti da coltivare”.
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Lo Chardonnay con le Tea
Nasce in Italia, in Veneto, la prima sperimentazione in campo di piante di vite Chardonnay realizzate con le Tea (le Tecnologie di evoluzione assistita che hanno l’obiettivo di migliorare geneticamente una pianta, resistenza in primis). Un progetto portato avanti dal gruppo di genetica agraria coordinato da Mario Pezzotti del Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona e reso possibile anche grazie a Edivite. Il campo è di 250 mq ed è inserito nel vigneto sperimentale dell’Università di Verona, a San Floriano in Valpolicella. La sperimentazione prevede la messa a dimora di 5 piante di Chardonnay Tea e 5 piante controllo con lo scopo di verificare la resistenza a uno dei principali agenti patogeni della vite, la peronospora e, di conseguenza, la possibilità di un minor utilizzo di prodotti fitosanitari (in approfondimento).
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Focus
Don Ciotti: “le agromafie sono sempre più forti”
“Da 170 anni parliamo di mafia, ma nonostante i notevoli passi avanti che sono stati fatti, l’Italia si è fermata alle stragi di Capaci e Via d’Amelio, quando ci fu una grande ondata emotiva. Non basta. Si dovrebbe investire di più nei controlli e negli strumenti. La politica non fa abbastanza, i provvedimenti sulla carta devono diventare carne”. A dirlo, è Don Ciotti, da “Terra Madre Salone del Gusto” 2024, a Torino, parlando, nei giorni scorsi, di migranti, caporalato, dignità del lavoro e della vita. “La legge contro il caporalato è eccellente, ma se non viene applicata e non ci sono risorse e uomini per i controlli, è una presa per il naso. Non basta tagliare la malaerba in superficie, dobbiamo estirpare il male alla radice, con un grande impegno educativo di politica sociale. I migranti non si possono tenere quando servono e mandare via. L’Italia è la culla della civiltà? Cosa ci impedisce di dare la cittadinanza a chi nasce, vive e studia qui? Vedo una grande emorragia di umanità in un Paese che amo: serve una rivolta delle coscienze, il problema non sono solo i mafiosi, chi sfrutta, ma i milioni di persone “neutrali”, siamo noi che permettiamo tutto questo. Non basta commuoversi, le emozioni passano, devono diventare impegno. Le agromafie crescono, le mafie sparano di meno, ma sono più forti di prima”.
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Cronaca
“La cucina aiuta nelle relazioni tra Stati”
“È un piacere incontrarvi, gli chef dei Capi di Stato aiutano nelle relazioni in maniera consistente, concreta, effettiva, e questo è un elemento che rende più solidi, anche in ambienti più accoglienti, gli incontri”. Parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che, nei giorni scorsi, al Quirinale a Roma, ha ricevuto una delegazione del “Club des Chefs des Chefs”, il sodalizio internazionale fondato nel 1977 dal Gilles Bragard, e che è composto dagli chef di 27 Capi di Stato di tutto il mondo. 
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Wine & Food
Lvmh amplia il proprio “vigneto” investendo nello spumante analcolico “French Bloom”
In un periodo dove il “no alcool” cresce, bollicine e analcolici possono rappresentare un’unione interessante, anche in ottica dei numeri, con i “top player” enoici che infatti stanno guardando sempre con maggiore interesse ad una diversificazione della gamma e puntando sempre sulla qualità. Succede ad esempio in Francia, dove a muoversi è anche Lvmh, colosso del lusso, oltre che proprietario di un “vigneto” di alta classe che conta brand iconici nei terroir di Champagne e Provenza (e non solo). E che ha siglato una partnership strategica con French Bloom, brand di punta negli spumanti analcolici di prestigio, attraverso l’acquisizione di una quota di minoranza. Lanciato nel 2019 da Maggie Frerejean-Taittinger e Constance Jablonski con un gruppo di investitori, French Bloom è in forte crescita nella fascia super premium (in approfondimento). 
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Castello del Terriccio
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Masottina
Consorzio Vini di Romagna
Tenuta Sette Ponti
WineNews.tv
Quanto conta la nostra opinione sul cibo che mettiamo ogni giorno nel carrello della spesa?
Il valore del cibo passa anche dalla nostra opinione, oltre che dall’artigianalità, dal legame con il territorio, dal rispetto dell’ambiente e del lavoro di chi lo produce. Per dimostrarlo, Coop ha messo attorno a un tavolo alcuni personaggi famosi, dal trasformista Arturo Brachetti ad Andrea Zalone, spalla storica di Maurizio Crozza, dalla manager Evelina Christillin, a Teo Musso, fondatore Birra Baladin, intervistati da WineNews, con Maura Latini, presidente Coop Italia. Che dal 2000 ad oggi, ha fatto lo stesso con 650.000 consumatori, chiedendo un’opinione su oltre 3.200 prodotti.
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