Se questo messaggio non è visualizzato correttamente clicca qui
|
N. 3.136 - ore 17:00 - Giovedì 15 Aprile 2021 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
|
|
|
|
|
|
Tannico, enoteca online leader nel mercato italiano, e l’Agenzia Ice, il “braccio” del Ministero degli Affari Esteri per la promozione e l’internazionalizzazione delle imprese italiane nel mondo, si uniscono alle aziende del vino per fronteggiare i cali di fatturato causati dall’emergenza Covid e la conseguente crisi del canale di vendita tradizionale, che ha inevitabilmente coinvolto anche il settore vitivinicolo, consentendo a 400 piccole cantine di sbarcare su WinePlatform, la piattaforma di Tannico che supporta le aziende vinicole nella vendita online in 20 Paesi del mondo, a condizioni agevolate, o in totale gratuità per le otto Regioni del Piano Export Sud. |
|
|
|
|
Nel 2020 della pandemia il sistema vitivinicolo cooperativo (423 cantine per 4,9 miliardi di euro di giro d’affari e una produzione pari al 58% del vino italiano), ha visto tenere il proprio fatturato (+1%), grazie alla crescita in gdo e nell’export (+3%, rispetto ad un vino italiano che nel complesso ha chiuso a -2,3%). Un dato complessivo che, però, è il risultato della crescita delle realtà più grandi, visto che, a livello di singoli, sono più le cooperative che hanno registrato un calo del fatturato, rispetto a quelle che lo hanno mantenuto stabile o a quelle che hanno chiuso in positivo. D’altronde, anche nella cooperazione del vino italiano la frammentazione è grande (le prime 25 cooperative fanno il 65% del fatturato). Anche per questo, probabilmente, si intensificherà quel processo di aggregazione che “è già in atto ed è da sempre nel Dna della cooperazione del vino”, ha detto, rispondendo a WineNews, il coordinatore del settore vitivinicolo di Alleanza Cooperative Agroalimentari Luca Rigotti (che è anche presidente di un player di primo piano come la trentina Mezzacorona) nel “Vivite Talk”, dove è emerso il ritratto (nei numeri di Nomisma Wine Monitor) di una parte importante del vino italiano. Anche per le cooperative, pur fortissime in gdo, sarà strategica la ripresa dell’horeca, visto che la crescita della distribuzione moderna (+50%) e dell’e-commerce (+72%, ma con un peso complessivo ancora inferiore all’1% del giro d’affari del vino cooperativo) non hanno compensato le perdite in Italia, con un saldo a -13% sul 2019. Per il futuro, al netto della pandemia, la preoccupazione maggiore è quella della concorrenza di prodotto a basso costo, soprattutto dall’estero, ma anche la politica di controllo sul consumo di alcolici dell’Ue. Le chiavi per il futuro? Sempre più qualità, ripartenza di turismo ed enoturismo, sostenibilità a 360 gradi, ed etica. Ma servirà anche il supporto della politica, italiana ed Ue. Non solo economico, ma anche normativo. A partire, sul fronte italiano, dall’approvazione dello standard unico di certificazione della sostenibilità. E dal via libera agli aiuti alla promozione anche all’interno dei Paesi Membri, e non solo in quelli terzi, da parte dell’Unione Europea (l’analisi e gli interventi completi nell’approfondimento). |
|
|
|
|
Se il mondo non può andare a Bordeaux per la storica settimana delle Anteprime, “Bordeaux en primeurs 2020” viene in Italia, ed in particolare a Verona dove il 6 maggio, il Palazzo della Gran Guardia diventerà per un giorno la “Place de Bordeaux” per la degustazione en-primeur dei grandi rossi d’Oltralpe. Un evento, va detto subito, riservato, su invito, per un numero limitato di clienti ed esperti, a porte chiuse (ci sarà anche WineNews, ndr), organizzato da “Crus et Domaines de France” di Famille Helfrich, che così porta in Italia l’evento che ogni primavera anima i più grandi châteaux della città francese. Con oltre 100 etichette di grandi nomi, da Figeac a Léoville Las Cases da Talbot a Clinet, da Tertre a Guiraud, da Giscours a Labegorce, da Lascombes a Rauzan Segla, da Lagrange a Leoville Barton, da Lynch Bages a Pontet Canet, solo per citarne alcuni. |
|
|
|
|
|
Mentre molti media nazionali si sono concentrati sui danni ai vigneti di Francia, anche l’Italia paga la stretta del gelo, con danni a vigneti e frutteti, che, in alcuni areali, fanno registrare perdite totali della produzione. Lo sottolinea Confagricoltura, secondo cui il danno al momento ammonta ad 1 miliardo di euro, e richiede interventi straordinari, magari rifinanziando il Fondo di solidarietà Nazionale. Come racconta il monitoraggio di Assoenologi, del resto, le conseguenze dell’ondata di gelo sono importanti, e la situazione appare distribuita a macchia di leopardo, ma a soffrire di più sono state le zone di media collina e di fondovalle, con danni specifici su quelle varietà precoci che avevano già emesso i primi germogli. Ci sono zone particolarmente colpite in Toscana e Umbria, ma anche alcuni territori dell’Emilia-Romagna e del Veneto, oltre a tante altre zone dove non si rilevano, fortunatamente, particolari ricadute specialmente nelle regioni del sud che sono quelle a più alta potenzialità produttiva. “La preziosa attività di monitoraggio Assoenologi sull’intero territorio italiano è finalizzata a fornire un contributo importante ai tanti produttori che, sempre più spesso, devono fare i conti con il fenomeno del cambiamento climatico”, dice il presidente Assoenologi, Riccardo Cotarella. |
|
|
|
|
|
Tra i tanti settori messi in ginocchio dalla pandemia, c’è quello fieristico, motore promozionale e di business di interi comparti economici, a partire dal vino e da Vinitaly, punta di diamante del calendario di Veronafiere. Che, da mesi, chiede il superamento del regime del “de minimis” per poter attingere alle risorse stanziate dal Governo. Come accaduto in Germania, esempio a cui il Governo, come detto dal Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, vuole ispirarsi. Le risorse ci sono, ora la palla passa al Parlamento. |
|
|
|
|
Gli effetti dei cambiamenti climatici li pagano tutti, anche la viticoltura, con la siccità che in alcuni casi diventa la miccia di veri e propri disastri naturali. Ne sa qualcosa la California, che da decenni, ogni estate, combatte con la furia degli incendi. Pagando, anno dopo anno, un prezzo sempre più elevato. E questo perché, come racconta lo studio - durato 18 mesi - della Napa Communities Firewise Foundation, il contesto è molto cambiato nel corso degli anni. La propagazione degli incendi si è fatta sempre più rapida, e la sua forza distruttrice sempre più difficile da frenare. Per questo serve un piano di contenimento di ampio respiro, già approvato dall’Assemblea della Contea di Napa, pronta a stanziare 42,5 milioni di dollari, che prevede in tutta la Contea delle “fuel break”, delle strisce di terra convertite a coltivazioni in grado di rallentare e controllare gli incendi. |
|
|
|
|
|
Il ruolo del Nettare di Bacco nei “viaggi gastronomici”, secondo i sommelier di alcuni dei ristoranti stellati più importanti d’Italia. Da Ivano Boso (Enoteca Pinchiorri) a Sebastien Ferrara (Mudec), da Lukas Gerges (St. Hubertus) a Matteo Bernardi (Le Calandre), da Giovanni Trovato (Arnolfo) a Fabio Santilli (Gabbiano 3.0). Con il vino che si conferma partner ideale della cucina elaborata e d’autore degli stellati, tanto di quella più semplice ma fatta a regola d’arte. |
|
|
|
|