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WineNews
N. 3.153 - ore 17:00 - Lunedì 10 Maggio 2021 - Tiratura: 31.116 enonauti,
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La News
Prosecco Docg, la forza di un distretto
In un 2020 difficilissimo, aver mantenuto i livelli di un 2019, è un piccolo grande miracolo economico. Riuscito al distretto del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg. Che nonostante la pandemia, è riuscito a recuperare in Italia i volumi persi nel mondo (+2,5%), grazie a gdo (17% in volume e +15% in valore) ed e-commerce (più che triplicato), con un export che però è cresciuto in valore (+2,2%). Con una piccolissima ma significativa crescita nei volumi di produzione sul mercato (92,1 milioni di bottiglie) e nei valori (526,6 milioni di euro alla produzione). A dirlo l’anteprima del rapporto economico curato dal Cirve dell’Università degli Studi di Padova.
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Primo Piano
Agrifood Forum: produrre meglio ma consumando meno, il futuro del sistema alimentare
Produrre meglio, ma consumando meno. Ricetta semplicissima a dirsi, complicatissima a mettersi in pratica, che vale anche, o soprattutto, quando si parla di cibo e di una agricoltura che in futuro dovrà fare i conti con una popolazione mondiale in crescita, e per contrappasso con una sempre minore disponibilità di terra, acqua e non solo. Per farlo, serve un approccio laico, dove la tecnologia è al servizio della qualità e della sostenibilità, e che la grande impresa e la ricerca condividano risorse, idee e progetti. Argomento di Agrifood Forum, firmato dal quotidiano online Rinnovabili.it con Santa Chiara Lab dell’Università di Siena. “Penso che il 2021 sia cruciale per le grandi sfide di sostenibilità che abbiamo davanti, e l’Italia è baricentrica in questo momento - ha detto Maurizio Martina, vice direttore generale Fao - i tre aspetti della crisi attuale, quello sanitario, economico-sociale e climatico-ambientale, hanno come epicentro la tenuta dei sistemi alimentari e agricoli e la loro capacità di riorganizzarsi in funzione di queste sfide. Il clima deve diventare un tema centrale delle politiche alimentari. Serve un sistema alimentare più equilibrato. Dobbiamo avere l’ambizione, la responsabilità e il coraggio di disegnare insieme un nuovo modello che declini concretamente questo concetto: produrre meglio, consumando meno”. E se il Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli e Giorgio Marrapodi, Direttore generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, hanno sottolineato quanto sia importante per l’Italia investire in ricerca ed innovazione digitale dell’agricoltura, il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha sottolineato come il settore dovrà sempre più “fornire servizi ecosistemici per il progresso della società. Ci sarà dibattito in futuro tra cibo sintetico e cibo naturale. Dobbiamo proteggere il Made in Italy: così, intorno all’agricoltura potremo costruire un comparto trainante dell’economia”. “La tutela dell’agricoltura italiana – ha aggiunto il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci - significa territorio, comunità, bellezza. Serve una difesa della nostra identità, incrociata con l’innovazione. Per noi la sostenibilità non è solo la somma di algoritmi astratti, ma il cuore di ciò che l’Italia ha da dire al mondo”.
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Niente cessione del credito di imposta
Pareva cosa fatta, ma la cessione del credito d’imposta per le imprese che investono in innovazione nel piano Transizione 4.0, dopo l’approvazione delle Commissioni riunite Bilancio e Finanze del Senato della Repubblica ha subito lo stop della Ragioneria di Stato, e la misura è stata così stralciata dal maxi emendamento del Dl Sostegni. Ovvia la delusione delle associazioni agricole, da Confagricoltura - che ha perorato con convinzione la causa - alla Cia/Agricoltori Italiani, che adesso si aspettano dal Governo una soluzione tecnica che risolva lo stallo e salvi una misura importantissima per far ripartire gli investimenti nel settore primario, specie nella digitalizzazione e nella modernizzazione, pietra angolare dell’agricoltura 4.0, caposaldo anche del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).
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Focus
Toscana del vino, da “Buy Wine” alle “Anteprime”
I vini della Toscana sono tra gli italiani più presenti nelle carte dei vini di tutto il mondo. Le sue grandi denominazioni più affermate, dal Brunello di Montalcino al Chianti Classico, dal Nobile di Montepulciano al Chianti, da Bolgheri alla Vernaccia di San Gimignano, dal Morellino di Scansano alla Maremma, sono dei must e possono fare da traino a tante altre chicche enologiche del Granducato. Rinnovando una storia, quella della Toscana del vino, che nei numeri di oggi si traduce, per esempio, in un export che vale il 15,6% del totale italiano (972 milioni di euro nel 2020), che nascono da 61.000 ettari vitati (sugli oltre 660.000 di tutta Italia). Ricchezza vinicola di una Regione da sempre aperta al mondo, e che ora lo è in un modo nuovo, in linea con i tempi. Perchè oggi, con il primo round dell’edizione digitale di “Buy Wine” (fino al 14 maggio), parte ufficialmente la settimana delle grandi “Anteprime” di Toscana (15-21 maggio), rivisitata nelle modalità e nel periodo, ovviamente a causa del Covid. Una settimana, commenta, a WineNews, l’Assessore all’Agricoltura e Vicepresidente della Regione Toscana, Stefania Saccardi che “testimonia che la Toscana del vino è pronta a ripartire, decisa a confermare il proprio ruolo di motore dell’economia regionale e a mantenere la leadership sui mercati”. 
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Anteprime di Toscana 2021
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Cronaca
Amo Wine, l’e-commerce “sociale”
Un e-commerce del vino che mette al centro della propria azione i valori di giustizia sociale, delle pari opportunità, della riduzione delle diseguaglianze, avendo come fine ultimo la promozione di progetti sociali e di valorizzazione ambientale, l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate o con disabilità, nella quote del 30% dei lavoratori, mettendo in contatto un bisogno sociale con una richiesta del mercato: ecco Amo Wine, un marketplace del vino on line decisamente fuori dagli schemi, nll’epoca del boom dell’e-commerce enoico.
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Wine & Food
“L’acqua nel vino” indigna la politica ed Assoenologi, la Ue smentisce, ma il tema è caldo
Intorno alla proposta Ue sulla possibilità di produrre vini senza alcol, si continuano a registrare reazioni, opinioni e precisazioni. Se il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, ha definito “una follia aggiungere acqua al vino”, consigliando a Bruxelles di “consultare i produttori e noi enologi prima di proporre certe leggi”, una fonte del Parlamento Europeo ha precisato all’Agi che “la proposta Ue non contiene alcun riferimento all’aggiunta di acqua nel vino”. Nonostante ciò, il Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, si è affrettato a rassicurare la filiera, mentre un decano del vino come Lucio Tasca d’Almerita non vede “nessun rischio, anzi, potrebbe convertire al vino buono anche gli astemi”. Come racconta la storia di Loris Casonato, produttore e pioniere, tanti anni fa, della prima bevanda analcolica ricavata dal Glera (il vitigno del Prosecco).
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WineNews.tv
Il Vietnam, meta esotica e mercato emergente del vino italiano
Un'economia in crescita, lontana dal benessere occidentale, ma capace, anche grazie ai massicci investimenti dall'estero, di proporsi come una meta interessante anche per tante produzioni europee, anche sull'onda del Trattato di libero scambio tra Ue e Vietnam, entrato in vigore da qualche mese. Che, si spera, potrà dare ulteriore spinta alle esportazioni di vino italiano, che tra la classe media vietnamita è diventato un must. A WineNews, Dante Brandi, Console Generale italiano a Ho Chi Minh, e Paolo Lemma, direttore Ice della città, meta del Simply Italian Great Wines della IEM.
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