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WineNews
N. 4.271 - ore 17:00 - Martedì 29 Luglio 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
Usa e import di vino nel 2025
Secondo i dati delle dogane statunitensi analizzati dall’Interprofesional del Vino de España (Oive), gli Stati Uniti hanno diminuito le importazioni di vino, in valore (-16,8%) e in volume (-5,4%) a maggio 2025 sul 2024, attestandosi a 449,5 milioni di euro e 100,1 milioni di litri. Un dato mensile negativo su un quadro 2025 che resta, ad ora, però, positivo. Nei primi cinque mesi del 2025, rispetto ai primi cinque mesi del 2024, le importazioni di vino dagli Usa aumentano in valore (+8,4%), a 2,7 miliardi di euro, e in volume (+1,6%), a 544,2 milioni di litri. L’Italia, con 866,1 milioni di euro, cresce nell’export Usa del 4%.
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Primo Piano
Dazi Usa-Ue, focus sul vino, tra preoccupazione e speranza. Il 4 agosto la filiera a palazzo Chigi
Nello scenario decisamente “fluido” che la querelle dazi Usa-Ue sta disegnando in questi mesi, i cambiamenti sono all’ordine del giorno. E così, in attesa di capire se il vino e altri prodotti dell’agroalimentare europeo si vedranno imposto un dazio del 15%, o se (e quali) saranno salvati ed inclusi della lista “zero-per-zero” sui cui c’è grande attesa, secondo il Ministro dall’Agricoltura Francesco Lollobrigida, quello enoico, da settore messo meno peggio degli altri, come aveva detto in un’intervista a WineNews dell’11 luglio, oggi “è quello che preoccupa di più. Ma su questo sembra che ci sia ancora la possibilità di rivedere la trattativa. Più facile quella sugli spiriti prodotti anche dagli Usa che potrebbe finire con zero a zero. Ma vedremo alla luce dei prossimi giorni se ci sarà davvero una riduzione dell’export. Lunedì 4 agosto a Palazzo Chigi abbiamo convocato una riunione del sistema produttivo per affrontare la questione vino, non solo legata ai dazi, ma anche ad una strategia complessiva”, ha dichiarato lo stesso Lollobrigida oggi, in una intervista al quotidiano “Corriere della Sera”. Intanto, però, mentre tutte le associazioni di categoria, del vino, dal Ceev a Federvini, ad Unione Italiana Vini - Uiv (che ricorda come i dazi sul vino penalizzerebbero l’economia Usa con un “danno” di 25 miliardi di dollari), bocciano l’accordo tra Usa e Ue, tra Trump e Von der Leyen, così come fatto dalle organizzazioni agricole come Coldiretti e Fedagripesca Confcooperative (e c’è chi tra loro, come la Cia-Agricoltori, oltre al rischio di un calo diretto delle importazioni di vino italiano, sottolinea anche quello dell’effetto sostituzioni con i prodotti di altri Paesi), dal mercato c’è anche chi sostiene che un dazio al 15% sia un “ostacolo superabile”, ma solo con un piano straordinario di sostegno e con un “fronte comune” tra produttori, istituzioni ed importatori. “L’accordo sui dazi al 15% tra Ue e Usa rappresenta una sfida importante, ma non insormontabile. Servono però misure concrete e immediate. Perché non destinare parte dei fondi del Pnrr o dell’Ocm Vino a un piano straordinario di sostegno alle esportazioni verso gli Usa? Sarebbe un segnale forte di responsabilità e visione”, ha dichiarato Edoardo Freddi, ceo di Edoardo Freddi International, una delle più avanzate realtà italiane dedicate all’export.
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SMS
Bottiglie di vino in aereo, ora si può
Basta con il travaso di lozioni e shampoo in piccoli contenitori trasparenti e, soprattutto, basta al divieto di portare in cabina, dopo un viaggio, una bottiglia di vino, di olio o di liquore acquistata in vacanza come souvenir enogastronomico: l’Unione Europea ha rimosso il limite dei 100 ml di liquidi nel bagaglio a mano, almeno negli aeroporti dotati di scanner di ultima generazione di marca Smiths Detection (ovvero Milano Malpensa e Linate, Roma Fiumicino, Bologna e Torino). Per gli altri scali in cui ci sono scanner di marchi diversi (come Catania, Venezia, Verona e Genova) bisognerà attendere ancora alcune settimane. La Conferenza Europea per l’Aviazione Civile (Ecac) ha dato infatti parere positivo ai macchinari capaci di rilevare sostanze pericolose senza dover separare o rimuovere i liquidi dal bagaglio.
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Focus
Estate 2025, si beve italiano: bene bianchi e spumanti
L’estate è la stagione dove ci sono più occasioni di incontro e quindi possibilità di brindare, di “sconfiggere” il caldo dissetandosi con una bevanda. E se i gusti toccano ovviamente la sfera personale, ci sono due fattori che sembrano prendere il largo tra i consumatori al momento della scelta di un prodotto: la leggerezza e l’accessibilità economica. Partesa, player di riferimento nella distribuzione e consulenza beverage per il canale horeca, racconta le tendenze che stanno segnando il fuoricasa dell’estate 2025. Dalla birra che torna protagonista, ai vini bianchi e spumanti italiani che conquistano per il loro ottimo rapporto qualità-prezzo, fino agli spirits ed ai cocktail ready to drink. Partesa parla di “un’estate all’insegna delle novità e di una lenta, ma presente, ripresa dei consumi, seppur con scelte sempre più attente al portafoglio”. Riguardo al vino, le preferenze vanno sui bianchi e le bollicine, confermando la voglia di leggerezza che è più difficile trovare nei rossi. Piace la consumazione al calice mentre per il “no alcol” i tempi non sembrano ancora maturi (in approfondimento).
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Cronaca
La “crisi” Terre d’Oltrepò
“La situazione attuale del gruppo Terre d’Oltrepò è tale che, a mio giudizio, solo un rapido commissariamento, affidato a una personalità esterna al territorio, potrà consentire ai soci produttori di mettere in sicurezza l’ormai prossima vendemmia”. A dirlo, sollecitando l’intervento del Governo, il vicepresidente del Senato, ex Ministro delle Politiche Agricole, e uomo molto legato al suo territorio d’origine (pavese di nascita) Gian Marco Centinaio, dopo le vicende dei giorni scorsi che hanno coinvolto la più grande cooperativa dell’Oltrepò Pavese.
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Wine & Food
Rumors: cucina italiana, a rischio il riconoscimento da parte dell’Unesco?
La cucina italiana potrebbe non essere riconosciuta come Patrimonio Immateriale dell’Umanità dall’Unesco. Lo scrive il quotidiano “Il Giornale”, secondo cui l’esito positivo - previsto per dicembre 2025 - sarebbe a rischio. Dunque, nonostante le cucine di molte altre nazioni, come Francia, Corea, Messico e Giappone, siano già entrate nella rosa dell’Unesco, quella italiana, universalmente riconosciuta tra le migliori al mondo, potrebbe non farcela. L’indiscrezione, scrive “Il Giornale”, trapela da fonti diplomatiche, dopo la cena di gala di fine giugno a New York, voluta dall’Italian Trade Agency, per sostenere la candidatura italiana. Non è chiaro quali siano i dubbi sollevati, ma ci sarebbe ancora un margine di recupero: le prossime tappe per arrivare al verdetto finale saranno l’incontro a Parigi del 10 novembre e quello a New Delhi del 10 dicembre, per il voto definitivo. 
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WineNews.tv
Tradizionale, moderno, autentico, e pilastro del suo territorio: il Morellino di Scansano
Tra identità e sguardo al futuro, progetti legati al turismo sostenibile ed esperienziale, e alla gastronomia, per il vino principe della Maremma. Come raccontano, tra gli altri, Bernardo Guicciardini Calamai ed Alessio Durazzi, presidente e direttore del Consorzio del Morellino di Scansano, Andrea Menichetti (Ristorante Caino), Moreno Bruni (Azienda Agricola Bruni), Simone Rusci (Presidente Parco della Maremma), Andrea Gurayev (InGravel - Saturnia Bike), Valentina Preziosi (giornalista) e Julian Biondi (Bartender e giornalista).
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