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N. 2.525 - ore 17:00 - Martedì 6 Novembre 2018 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Meno vino sul mercato ma a prezzi più alti, e così, tra giugno 2017 e giugno 2018, il commercio mondiale del vino ha raggiunto un nuovo record assoluto, con un valore complessivo delle esportazioni che ha toccato il 31,4 miliardi di euro, in crescita del 4,5% sull’anno precedente, mentre i volumi sono cresciuti del 2,8%, a 10,7 miliardi di litri, con un prezzo medio di 2,94 euro al litro. A dirlo i dati dell’Observatorio Español del Mercado del Vino. Il Paese che nei 12 mesi in esame ha visto la crescita maggiore è stata la Francia, che ha aumentato le sue esportazioni di 543 milioni di euro, quasi il doppio di quanto fatto dall’Italia, in aumento di 286 milioni di euro. |
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Per il vino, come per qualsiasi altro bene, a fare il prezzo è il punto di equilibrio tra la curva della domanda e quella dell’offerta. In questo senso, con la raccolta 2018 praticamente conclusa e 49 milioni di ettolitri prodotti, le giacenze, ridotte all’osso dalla scarsità della vendemmia dello scorso anno, tornano su livelli più “normali”, per la precisione 39 milioni di ettolitri di vino, secondo l’ultimo bollettino “Cantina Italia” dell’Icqrf, su dati del Registro telematico, aggiornato al 30 ottobre 2018. Lecito, allora, attendersi un calo dei prezzi, già registrato dall’Ismea, che ha calcolato in un -28,7% il prezzo medio dei vini comuni bianchi ed in un -23,7% quello dei vini comuni rossi. Veri e propri pericoli per la filiera, però, non ce ne sono, come racconta a WineNews Ruenza Santandrea, coordinatrice del Settore Vino dell’Alleanza Cooperative, a pochi giorni da ViVite, il festival del vino cooperativo di scena a Milano il 17 e 18 novembre, dove sono attesi anche gli alti rappresentanti del Governo, dal Primo Ministro Giuseppe Conte al Ministro del Lavoro Luigi Di Maio. “Che i prezzi subiscano una contrazione, dopo una vendemmia quantitativamente importante, ma comunque non eccezionale, è del tutto normale, specie perché, così come in Italia, anche in Spagna e Francia le cose sono tornate alla normalità”, dice Ruenza Santandrea, che sul mercato del vino ha una visione privilegiata, forte di un sistema che fattura ogni anno 4,5 miliardi di euro. “Il calo si registra più che altro per i bianchi comuni, meno per i rossi, mentre per i vini a denominazione non vale lo stesso discorso. Già un anno fa, quando la tendenza era opposta, i vini Doc e Docg (che rappresentano la metà delle scorte, 18,3 milioni di ettolitri, ndr) non subirono grosse oscillazioni”. Ma la corsa al ribasso, ricorda ancora la Santandrea, “è dovuta anche ad altri fattori: la Gdo, sfruttando la necessità dei produttori di fare spazio in cantina, spinge per spuntare prezzi migliori sui vini comuni e invertire la tendenza tra gli scaffali, non proprio rosea n termini di consumi negli ultimi tempi. Credo però che già nelle prossime settimane le tensioni si smorzeranno e si assisterà ad una rapida normalizzazione”. |
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Esperto di vino, ma anche “psicologo” e “influencer”: la figura del sommelier oggi è molto diversa rispetto a solo un decennio fa. A riprova del cambiamento, l’Ais ha eletto “Sommelier ad Honorem” il direttore di WineNews Alessandro Regoli, per l’impegno nella diffusione della cultura del vino in Italia, e non solo, e i meriti nel settore enogastronomico: “i sommelier sono indispensabili per educare e diffondere la cultura del vino. Per farne una passione devono usare un linguaggio professionale ma semplice, che non vuol dire banale o stereotipato, e raccontare il vino e i suoi protagonisti come facciamo anche noi via web dal 2000 (e, dal 1985, nel mondo della comunicazione), facendo narrazione dei territori con le storie di persone, contadini e agricoltori, oggi diventati importanti produttori, e delle loro aziende, oggi simbolo del made in Italy”. |
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Critico tra i più autorevoli e per anni firma di punta di “Wine Spectator”, James Suckling è ancora un punto di riferimento per chi ama il vino, soprattutto con i suoi punteggi, alla base della “Top 100 Wines of 2018”. In testa, da Bordeaux, Château Canon St. Emilion 2015, mentre l’Italia in top 10 è rappresentata da due vini “perfetti”, da 100/100: al n. 8 lo Scrio 2015 de Le Macchiole ed al n. 9 il Solaia 2015 di Marchesi Antinori. 17 in tutto le etichette tricolore nella top 100: Argentiera Bolgheri Superiore 2015 (16), Podere Poggio Scalette Alta Valle della Greve Il Carbonaione 2015 (18), Fattoria Le Pupille Maremma Toscana Saffredi 2016 (22), Tenuta Sette Ponti Toscana Oreno 2016 (25), Duemani Syrah Costa Toscana Suisassi 2016 (31), Bruno Giacosa Barbaresco Asili Riserva 2014 (34), Castello di Ama Chianti Classico Vigneto Bellavista Gran Selezione 2015 (35), Damilano Barolo Cannubi Riserva 1752 2010 (54), Montevetrano Colli di Salerno 2016 (60), Castello di Bossi Chianti Classico Berardo Riserva 2015 (64), Tua Rita Toscana Redigaffi 2016 (77), Foradori Teroldego Vigneti delle Dolomiti Granato 2016 (84), Casanova di Neri Brunello di Montalcino Tenuta Nuova 2013 (87), Eredi Fuligni Brunello di Montalcino Riserva 2012 (89) e Masseto 2015 (97). |
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Potrebbe esserci il vino, al vertice di Coldiretti: è il produttore lombardo Ettore Prandini, alla guida con la sorella Giovanna della dinamica cantina lombarda Perla del Garda, tra il Lago di Garda ed il territorio del Lugana, il nome più accreditato come prossimo presidente dell’organizzazione agricola, la più grande d’Italia, con 1,6 milioni di associati, che si riunisce domani a Roma in Assemblea per eleggere il successore di Roberto Moncalvo, alla scadenza del suo secondo mandato.
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Continua a scartamento ridotto il 2018 delle importazioni enoiche in Usa, primo mercato mondiale del vino, e partner n. 1 del Belpaese: secondo i numeri divulgati dall’Italian Wine & Food Institute, sulla base dei dati dell’US Department of Commerce, nei primi 9 mesi dell’anno c’è stata una consistente frenata nei volumi (-7,9%, a quota 6,4 milioni di ettolitri), mentre continuano a crescere i valori, a +5% sul 2017, per 3,3 miliardi di dollari). Non fa eccezione l’Italia, che pur si conferma leader di mercato nel segmento dei vini fermi imbottigliati, nonostante il -3,3% in volume (a 1,8 milioni di ettolitri), a cui fa da contraltare il +4,1% in valore (a 1,03 miliardi di dollari). La vera star del mercato a stelle strisce continua ad essere la Francia, che cresce del 9,5% in quantità (1,03 milioni di litri) e addirittura del +19,7% in valore (a 981 milioni di dollari). |
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“Siamo ad un bivio, l’agricoltura deve capire che ha un ruolo anche nell’inquinamento, e che è la prima vittima del climate change. In alcune aree c’è il rischio della desertificazione, in altre delle troppe precipitazioni e delle alluvioni. Inoltre, dobbiamo sempre ricordare che le aree fertili per la coltivazione non sono infinite e anzi diminuiscono, con il rischio concreto di mettere in crisi la fornitura alimentare di un pianeta sovraffollato”. |
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