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N. 4.135 - ore 17:00 - Mercoledì 22 Gennaio 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | In Francia crescono del +55% le insolvenze delle cantine nel 2024, con un tasso di crescita che è oltre il triplo del totale di tutti i settori dell’economia francese, a +17%. Il dato, ennesima spia di un settore che si è scoperto fragile e in crisi soprattutto in alcuni dei sui segmenti più “entry level”, arriva dal report firmato da Altares Dun & Bradstreet. Nel 2024 si sono verificati 211 casi di insolvenza tra i vigneti di Francia, rispetto ai 136 del 2023, di cui 103 nella Gironda, il territorio di Bordeaux, alle prese con una crisi senza precedenti, e con un piano di espianto massiccio da oltre 30.000 ettari di vigna che continua a prendere corpo. | |
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| | Al netto degli andamenti climatici degli ultimi anni, una vendemmia media, in Italia, negli ultimi 5 anni ha volumi di produzione intorno ai 47 milioni di ettolitri, la stragrande maggioranza a Dop e Igp. Difficile dire se siano troppi o no, in un contesto di mercato che sta cambiando e che vede i consumi di vino in calo. In ogni caso, mentre in Francia, così come in Australia o in California, sono già in essere dei piani di estirpo dei vigneti più o meno forti, e più o meno sostenuti da contributi pubblici, in tutta Europa, dove si producono quasi i due terzi del vino mondiale, e in Italia, che con la Francia si alterna come primo produttore in quantità nel mondo, si inizia a discutere di questa misura, tra estirpazioni definitive e altre “temporanee”, ma ancora tutte da normare a livello Ue (dove il regolamento sui nuovi impianti consente un incremento massimo dell’1% all’anno per ogni Paese membro, ndr). Ma al di là di questo, è un dato di fatto che in Italia, dall’inizio del secolo ad oggi, gli ettari a vigneto siano già diminuiti in maniera importante. Una riduzione del 15%, dai 792.440 ettari del 2000 ai 675.135 del 2023, anche se il picco più basso è stato nel 2015, quando si sono toccati i 637.634 ettari, poi tornati a crescere, con un +4,9% negli ultimi 8 anni. Anche se, guardando all’arco temporale 2000-2023, tutte le regioni sono in perdita, più o meno marcata, ad accezione di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige, non a caso terre di due delle denominazioni di spumanti e bianchi più grandi e di maggior successo nel mondo, ovvero il Prosecco Doc ed il Pinot Grigio delle Venezie, tra le altre. Che sono, in sostanza, anche le protagoniste del recupero post 2015. È una delle evidenze del Rapporto “Situazione congiunturale del settore vino in Italia nel 2024 ed esigenze rispetto alle traiettorie future” firmato da Ismea e Rete Rurale Nazionale. Nello stesso tempo, la superficie media aziendale, è passata da 1 a 3 ettari, ma soprattutto la proprietà è sempre più concentrata, tanto che il 20% del vigneto italiano è condotto da aziende che hanno una superficie vitata di più di 20 ettari. E le superfici rivendicabili a Doc o Docg sono passate da 250.000 ettari nel 2000, ad oltre 400.000 ettari nel 2020. | |
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| | Se esiste una tesi da contrapporre alla sempre più diffusa demonizzazione delle bevande alcoliche, che punta il dito anche verso il vino (tra divieti di pubblicità, politiche fiscali restrittive, etichette allarmistiche con avvertenze sanitarie), non può che incentrarsi sul suo ruolo di patrimonio culturale, sociale e agricolo dell’Europa: su questo si basa la campagna “Vitaevino” - lanciata lo scorso ottobre e che ad oggi ha già raccolto oltre 16.000 firme - che ha celebrato i suoi primi 100 giorni con un evento ospitato, nei giorni scorsi dal Parlamento europeo. L’iniziativa (in approfondimento) punta ad evidenziare il significato culturale del vino come elemento unificante nella nostra società, “pietra angolare” della socio-economia delle aree rurali, simbolo di convivialità in un contesto di moderazione e parte integrante di uno stile di vita sano ed equilibrato. | |
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| | | Venticinque miliardi di dollari. Tanto dovrebbe valere, secondo le previsioni di InsightAce Analytic, il mercato del vino biologico entro il 2030. Considerando che nel 2021 il settore valeva 9 miliardi, in 5 anni il valore del comparto sarebbe quindi destinato a quasi triplicarsi. Il successo, spiegano gli analisti, sarebbe legato alla crescente attenzione dei consumatori per la salute e la ricerca di uno stile di vita più sano. Il vino biologico, prodotto attraverso uve coltivate senza fertilizzanti o trattamenti chimici, è perciò considerato un valido alleato, soprattutto dai più giovani, che sempre più prediligono un consumo moderato, ma di alta qualità. Il salutismo nelle nuove generazioni è particolarmente diffuso e questa fascia di popolazione mostra una particolare attenzione e attrazione per i prodotti biologici, tra i quali il vino non fa eccezione, e quello bio viene reputato di qualità superiore. Un settore che sarà protagonista a Montpellier al “Millésime Bio” 2025 (27-29 gennaio), il Salone francese del vino biologico, con 1.500 espositori provenienti dalle regioni vinicole della Francia e da 20 Paesi del mondo, tra cui l’Italia, aspettando l’evento di riferimento mondiale nel Belpaese, la “Slow Wine Fair” 2025 a BolognaFiere, dal 23 al 25 febbraio, con la direzione artistica di Slow Food e in contemporanea con “Sana Food”. | |
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| | | Oggi i cosiddetti “patriarchi della vite” sono protagonisti di un importante rilancio, da parte delle cantine che ne sono “custodi” in Italia e nel mondo, perché rappresentano un patrimonio unico da conservare e studiare per la loro resilienza, guardando al futuro. L’ultima iniziativa arriva dal Cile dove un crowdfunding lanciato dall’ingegnere agrario Max Morales e dalla wine writer Francesca Bridgewater Fcim, punta a raccogliere 350.000 sterline per salvare un clone pre-fillossera di Cabernet Sauvignon nella Valle del Laja, e garantire un futuro a questo vitigno nel mondo. | |
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| | Gianduia, nocciole tostate e una variegatura di cioccolato puro. Ecco “Hallelujah”, il “Gusto dell’anno” 2025 di gelato, sancito e decretato ufficialmente nel concorso indetto da Artglace al “Sigep World” di Rimini, il Salone dedicato ai professionisti del gelato, della pasticceria, della panificazione artigianale, della pizza e del caffè, edizione n.46, che si chiude oggi. Il contest ha visto sfidarsi tra loro 30 maestri gelatieri provenienti dall’Europa e alla fine ha vinto la ricetta di un italiano: quella di Vincenzo Squatrito, della gelateria “Ritrovo Orchidea” di Oliveri (Messina), che mette così la firma sulla speciale edizione 2025 del “Gelato Day”, in quanto dedicata al Giubileo. Nel frattempo è stato selezionato anche l’olio ufficiale del massimo evento cattolico, prodotto dall’Oleificio Toscano Morettini di Monte San Savino, ad Arezzo. | |
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| | | A WineNews, il professor Attilio Scienza e Albino Armani, produttore con la cantina di famiglia e presidente del Consorzio Doc delle Venezie. “Terroir e vocazione sono cose diverse. in Francia, il terroir è equilibrio tra ambiente, vitigno e uomo, ma la vocazione va oltre: è rispetto e profonda conoscenza dei territori”, dice Scienza. La viticoltura d’altura, favorita dal surriscaldamento climatico, “non è il solo tema per il vino del futuro: servono strutture più aperte, capaci di dialogare con le comunità locali, anche per trovare un nuovo equilibrio tra diverse colture”, aggiunge Armani. | |
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