Se questo messaggio non è visualizzato correttamente clicca qui |
N. 4.182 - ore 17:00 - Mercoledì 26 Marzo 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
|
|
| | | Il Viale dei Cipressi, simbolo di Bolgheri, tra i territori del vino più prestigiosi, e dell’Italia, di cui è monumento nazionale, voluto nell’Ottocento dal Conte Guido Alberto della Gherardesca e reso immortale dal poeta Premio Nobel Giosuè Carducci nella poesia “Davanti San Guido”, ha, da oggi, dei “custodi” speciali: Tenuta San Guido, “culla” del Sassicaia, al quale Bolgheri deve l’inizio della fama, e che si trova all’inizio del Viale, e l’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ipsp-Cnr), che hanno dato vita ad un progetto di ricerca per la salvaguardia delle alberature della durata di 5 anni (2025-2029). | |
|
| | La durata massima del consolidamento per le azioni dell’Ocm Promozione nei Paesi Terzi dovrebbe essere estesa da tre a cinque anni, il cofinanziamento per le Pmi per gli interventi mirati a mitigare il cambiamento climatico dovrebbe salire all’80% del totale (anche per le organizzazioni dei produttori), la durata delle autorizzazioni per i nuovi impianti estesa a 8 anni, senza penalità in caso di mancato utilizzo, con le opportune comunicazioni da parte di produttori, ma dovrebbero arrivare anche novità in materia di etichettatura, e anche per i vini no e low alcol: sono alcune delle misure previste dal “Pacchetto Vino” che il Commissario all’Agricoltura Ue, Christophe Hansen, dovrebbe annunciare nei prossimi giorni - come lui stesso ha ribadito, ieri, ad “Agricoltura É”, il Villaggio al centro di Roma, in Piazza della Repubblica, voluto dal Ministero dell’Agricoltura, nell’anniversario dei Trattati di Roma del 1957 - nella bozza che WineNews è in grado di anticipare. E che sono il risultato delle indicazioni della filiera emerse nei vari round del Gruppo Vino di Alto Livello Ue nei mesi scorsi. Misure, va detto, che in ogni caso dovranno passare al vaglio di Consiglio e Parlamento Ue. Sul fronte della gestione del potenziale produttivo, dunque, dovrebbe essere possibile rinunciare alle autorizzazioni per il nuovo impianto e alle autorizzazioni che derivano dalla conversione di un diritto di impianto, rilasciate prima del 1 gennaio 2025, senza incorrere in penalità, a condizione di comunicare il mancato uso entro il 31 dicembre 2026. Inoltre, la durata delle autorizzazioni per il reimpianto dovrebbe essere estesa a otto anni. E dovrebbe essere possibile, per i Paesi membri, introdurre limitazioni al rilascio delle autorizzazioni in aree dove si sia ricorso a misure come vendemmia verde, distillazione ed estirpo, ma verrebbe data ai singoli Stati anche la possibilità di bloccare, di fatto, la crescita della superficie vitata, a livello nazionale o regionale. Sul fronte delle azioni di promozione, la durata massima del consolidamento per le azioni di promozione svolte nei Paesi Terzi dovrebbe essere estesa da tre a cinque anni, mentre la misura “enoturismo”, ora appannaggio delle organizzazioni interprofessionali riconosciute, dovrebbe essere aperta anche ai Consorzi di tutela (continua in approfondimento). | |
|
| | Il record di sempre dell’agroalimentare italiano nel 2024, e del vino in particolare, che si scontrano con lo spettro dei dazi minacciati da Trump, per un’Italia che deve essere capace di mantenere l’equilibrio e dialogare sull’asse Roma-Bruxelles-Washington (come sostengono gli appelli della filiera vitivinicola italiana, lanciato oggi, e nei giorni scorsi, di Chianti e Nobile di Montepulciano e del mondo Prosecco unito, ma anche dalle rappresentanze internazionali). E di reagire e agire in Ue, tra nuovi mercati da aprire e quelli storici da continuare a coltivare. Se ne è parlato, ieri, ad “Agricoltura È” nel panel “L’agroalimentare pilastro dell’export italiano nel mondo” con i Ministri dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, degli Affari Esteri, Antonio Tajani, e delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e con il presidente Ice, Matteo Zoppas. | |
|
| | | Il vino consumato con moderazione, ai pasti, come vuole la Dieta Mediterranea, all’interno di un stile di vita sano, di certo non fa male, anzi: decine e decine di studi scientifici affermano senza dubbio che può essere benefico per la prevenzione di malattie cardiovascolari, ma anche per il funzionamento dell’intestino, e non solo. Perchè se è vero che il vino è anche alcol, e che l’etanolo è a tutti gli effetti un cancerogeno, e nessuno lo nega, è altrettanto vero che la differenza la fa la quantità, e il fatto che nel vino ci siano tante altre sostanze nutrizionali, che contrastano i potenziali rischi dell’etanolo, e sono utili al benessere “clinico” e “sociale”. Tema da riaffermare con forza, come con forza va combattuto ogni abuso, ma anche chi, non osservando le cose nella loro complessità, ma solo in qualche dettaglio, vuole scrivere sulle etichette delle bottiglie che il “vino (o l’alcol) causa il cancro”. Tema al centro del “Lifestyle, Diet, Wine & Health Congress 2025”, il 27-28 marzo a Roma, firmato da Wine Information Council, Irvas (Istituto per la Ricerca sul Vino e la Salute, guidato da Attilio Giacosa) e Wine in Moderation (WiM, guidata da Sandro Sartor), e presentato oggi a Palazzo Grazioli, sede della Stampa Estera, in un talk (in approfondimento) guidato dal giornalista e produttore di vino Bruno Vespa. | |
|
| | | Al coro di proteste contro il rischio di una guerra dei dazi tra Usa e Ue, si unisce anche la Wine Origins Alliance, i cui membri hanno scritto a Governo Usa e Commissione Ue mettendo insieme le voci dalle due sponde dell’Oceano Atlantico (tra le firme, territori del vino come Bordeaux, Borgogna, Chianti Classico, Douro e Porto, Rioja, Tokaj, Oregon e Napa Valley, tra gli altri). “Il vino promuove il benessere economico, sociale e culturale delle persone e del pianeta, pace e prosperità: dovrebbe unirci, non dividerci”. | |
|
| | Per la prima volta nella storia un vino italiano sale in cattedra ad Harvard: la prestigiosa università americana del Massachusetts (membro della famosa Ivy League, ovvero il gruppo composto da 8 università d’élite degli Stati Uniti), ospiterà domani, 27 marzo, una masterclass dedicata al Barolo, una delle denominazioni più prestigiose del panorama vitivinicolo italiano. Il Presidente del Consorzio del Barolo, Sergio Germano, insieme al Maestro Peter Salerno, della delegazione newyorkese dei Cavalieri dell’Ordine dei Cavalieri del Tartufo e dei Vini di Alba, guideranno i partecipanti in un viaggio sensoriale alla scoperta dell’annata 2021 (appena uscita in commercio) di quattro Barolo Docg con Menzione Geografica Aggiuntiva Comunale. Ma il focus sarà anche rivolto al territorio di produzione - con i 4 Comuni di interesse - per poi proseguire una degustazione orizzontale. | |
|
| | | Un’azienda vitivinicola, biologica e con ciclo produttivo completo, nel Parco Archeologico di Pompei, con una vera e propria “vigna archeologica”: è il frutto del partenariato pubblico-privato tra Gruppo Tenute Capaldo e il sito dell’antica città romana sepolta dall’eruzione del Vesuvio. “Così sviluppiamo le nostre aree verdi”, spiega il direttore Gabriel Zuchtriegel. “Un progetto ambizioso - racconta Antonio Capaldo - che arriverà a 7 ettari fondendo storia, tradizione e modernità”. Lo storico del giardino, Maurizio Bartolini: “sarà agricoltura eroica in tutti i sensi”. | |
|
|
|